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Il medico di Marsciano, già Direttore Generale della Usl2, di cui poi è diventato dipendente, e fino ad ora D.G. dell'Azienda Ospedaliera di Perugia diventa Commissario Straordinario della stessa
orlandi
A rischio di dover tornare a fare il dirigente di igiene e sanità pubblica nella Usl 2 di Perugia, dove era stato Direttore Generale, e senza alcuna possibilità di andare in pensione, il marscianese Walter Orlandi ha dribblato la nuova legge regionale che limita a 10 anni il mandato passando da D.G. dell’Azienda Ospedaliera di Perugia a suo Commissario.

La cosa ha fatto partire le polemiche, con il capogruppo regionale del Pdl, Raffaele
Nevi c
he ha dichiarato: “la Marini rappresenta ormai la conservazione di un sistema di potere che garantisce un collegamento diretto tra chi fa politica e chi gestisce la sanità. Cioè il contrario esatto dello spirito della legge che tutti, a parole, hanno magnificato come la soluzione più idonea per separare la politica dalla gestione e per favorire discontinuità rispetto al passato funestato dalla ‘sanitopoli’”

‘Sull’autonomia della politica, soprattutto in tema di nomine, la presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini non accetta lezioni da nessuno, men che meno da chi, come il consigliere regionale del Pdl Raffaele Nevi, ha firmato una proposta di legge che, davvero inaccettabile, voleva sottoporre ad una commissione di nomina del Consiglio regionale, dunque di esclusivo riferimento politico, addirittura la valutazione di merito per la nomina dei direttori di strutture complesse, leggi primari ospedalieri”.
E’ quanto sottolinea una nota di Palazzo Donini, in merito alle dichiarazioni del capogruppo regionale del Pdl. ”La legge regionale che definisce i nuovi criteri per le nomine in sanita’ – si afferma nella nota – nasce dalla iniziativa della Giunta regionale che ha voluto rafforzare soprattutto i criteri di valutazione del merito per le nomine”.

 

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