Condividi su facebook
Condividi su twitter
L’Umbria non ha deficit o buchi nei bilanci della sanità, per questo può permettersi di rinunciare ad imporre nuovi ticket
rocco-girlanda2009

L’intervento dell’on Girlanda in merito alla decisione della Giunta regionale dell’Umbria di non applicare i ticket sulle ricette per la diagnostica ha ricalcato quanto aveva detto il
capogruppo regionale del PdL, Raffaele Nevi:
Bene la decisione della Regione Umbria di
non applicare i ticket sanitari. È la dimostrazione che, come dicevamo noi, ci sono risorse da recuperare da sprechi e inefficienze”.

L’onorevole ha ribadito: “Se la sanità umbra riesce a coprire i sei milioni stimati di mancati trasferimenti del Governo a seguito dell’approvazione della manovra economica, vuol dire che negli ultimi due anni vi sono stati quanto meno 12 milioni di euro di sprechi”.
Un “rimbrotto
” da sei milioni di euro l’anno per l’Umbria ma che vale, se fosse fondato, molto ma molto di più per le altre regioni che hanno deciso di non applicare il ticket e che sono al momento: Val d’Aosta, Emilia Romagna, Toscana, Sardegna. e Veneto e da cui si attende ora una risposta “bipartisan” stante la diversa coloritura politica di esse, nonostante la situazione in cui si trovano sia la stessa.

Ma intanto è giunta la risposta dall’Umbria da parte della presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini :
E’ davvero sorprendente che proprio mentre il Governo decide e il Parlamento approva manovre economiche inique e ingiuste, aumentando significativamente la pressione fiscale a danno dei cittadini che pagano le tasse, l’on Rocco Girlanda si lascia andare ad affermazioni che, pur di giustificare l’ingiustificabile politica economica del suo Governo, sono prive di totale fondamento. L’Onorevole peraltro dimostra di non conoscere in cosa consiste la manovra, e cioè in esclusivi tagli.
I nuovi ed ennesimi tagli alla sanità decisi dal Governo con l’ultima manovra sono stati effettuati su risorse del fondo sanitario nazionale già ripartite con un accordo formale tra Governo e Regioni – sottolinea la presidente. Il mancato trasferimento costringerà la Regione Umbria, come tutte le altre, ad ulteriori economie senza per questo ridurre il livello qualitativo del servizio sanitario pubblico. La scelta da noi effettuata è quella di non imporre il ticket, che altro non è che un odioso balzello per i cittadini che necessitano di cure, anche per non penalizzare ulteriormente il sistema sanitario pubblico a vantaggio dei settori privati”.
“Se sarà possibile fare ciò – spiega Marini – è perché l’Umbria non ha deficit o buchi nei bilanci della sanità, altro che sprechi. Tale condizione di pareggio dei nostri conti è anche e soprattutto merito degli stessi cittadini che hanno contribuito e contribuiscono con rigore e serietà alle scelte di politica sanitaria che l’Umbria ha sempre cercato di attuare. Ovviamente – conclude – non rinunceremo a chiedere al Governo di pensare a misure alternative al ticket indiscriminato, che come Regioni abbiamo già proposto formalmente”.

condividi su:

Condividi su facebook
Condividi su twitter