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La "Madonna con il bambino, San Michele e San Cristoforo” all’intero del castello è stato recentemente restaurato
dopo il restauro


L’affresco quattrocentesco “Madonna con il bambino, San Michele e San Cristoforo” all’intero del castello di Montemolino di Todi
, recentemente restaurato, ha una storia.
Il borgo medievale della frazione tuderte per tutto il medioevo fu un avamposto difensivo nell’area di influenza tuderte in direzione nord.
L’affresco fu voluto per difendere il castello: la scelta di erigere questi dipinti sulle porte di ingresso delle città aveva una valenza spirituale contro l’assalto del maligno che in quei tempi si manifestava con il ciclico diffondersi di epidemie.
In questo caso la volontà è stata dettata anche da un secondo motivo; recita l’iscrizione che  Antonio di Francesco, probabilmente scampato dalla furia delle acque sottostanti del fiume Tevere, per la grazia ricevuta commissionò l’opera.

L’opera rappresenta la Madonna in trono col Bambino, alla sua destra, San Michele Arcangelo con ai piedi uno stemma che si pensa possa essere della famiglia Stefanucci ed, alla sua sinistra, san Cristoforo. La presenza di quest’ultimo è stata voluta probabilmente dal committente salvatosi dall’annegamento, infatti il santo godeva speciale venerazione presso i pellegrini, in suo onore sorsero istituzioni e congregazioni aventi lo scopo di aiutare i viaggiatori che dovevano superare difficoltà naturali di vario genere.
Il patrocinio di Cristoforo era inoltre specialmente invocato contro la peste.
La presenza di San Michele si spiega invece con il legame della comunità di Montemolino all’angelo-guerriero di Dio al quale, ancora oggi, è dedicata la parrocchiale. Per la sua caratteristica di “guerriero celeste” San Michele è patrono degli spadaccini,dei maestri d’armi, dei doratori, dei commercianti, di tutti i mestieri che usano la bilancia, i farmacisti, pasticcieri, droghieri, merciai.

L’affresco, di indubbia ed eccelsa qualità tecnica che ha consentito la sua conservazione fino ai nostri giorni, è opera di un pittore della metà del XV secolo che ha molto meditato sul capolavoro lasciato da Masolino da Panicale nel 1432 a san Fortunato a Todi. E’ stato attribuito nel 1989 da Filippo Todini al Maestro di Rasiglia, allievo e collaboratore di Bartolomeo di Tommaso anche se oggi, alla luce del recente intervento, sia la qualità esecutiva che stilistica sembrano appartenere ad un artista più dotato.
Intervento di indubbia valenza conservativa e storica per tutta la comunità tuderte perché si tratta dell’unica immagine sacra del XV secolo arrivata fino ai nostri giorni a difesa dei nostri borghi, senza dimenticare che anche dal Palazzo comunale della nostra città all’Ave Maria veniva esposta in quei secoli lontani un’immagine della Vergine su tavola a protezione dei cittadini.
Il restauro è stato realizzato dal dott. Luca Castrichini e diretto dal dott. Giovanni Luca Delogu della Soprintendenza per i BB.AA.SS.EE.AA. dell’Umbria.

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