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La Guardia di Finanza di Terni ha sequestrato una catena di negozi nel capoluogo provinciale ed a Rieti, Narni, Orvieto, Monterotondo, Poggio Mirteto ed Amelia; disposti sette arresti
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A Terni, Rieti, Narni, Orvieto, Monterotondo, Poggio Mirteto ed Amelia sette esercizi di “compro oro” sono stati chiusi e sequestrati in esito all’operazione “Oro amaro” della gdf . Disposti anche 7 arresti: 3  nel carcere ternano di vocabolo Sabbione, 3 sono agli arresti domiciliari e per una, che si trova all’estero, sono in corso le procedure per l’estradizione verso l’Italia.
La crisi prima e l’incremento del prezzo ufficiale dell’oro ha fatto sorgere come funghi questo tipo di esercizi, ma ci sono state persone spregiudicate che ne hanno approfittato sia per coprire attività illecite sia per spremere i disgraziati caduti nelle loro grinfie.

Le accuse principali riguardano i reati di ricettazione, usura, falso in registri, tutto in associazione tra loro; ma anche, per i personaggi di contorno, quelli di furto (anche in abitazione), procurato allarme, ricettazione e cessione di sostanze stupefacenti.
L’attività ufficiale infatti avrebbe coperto numerosi conferimenti all’azienda (oltre un centinaio) di svariati oggetti preziosi
(tra cui fedi nunziali, catenine, collane, bracciali, orologi, etc.), nonché in alcuni casi anche di prodotti informatici di chiara provenienza furtiva, da parte di un pregiudicato di origine siciliana residente a Terni, con la proprietaria dell’impresa impegnata a sviare le indagini non consegnando gli oggetti, in realtà in suo possesso, o fornendo informazioni false alle forze di polizia che indagavano sui furti.

Peraltro, anche nell’attività di pegno si sfruttava la situazione a danno di persone che percepivano in cambio di oggetti d’oro un importo in denaro nettamente inferiore al valore reale; quando, poi, però si recavano a riscattarlo erano costretti a versare cifre superiori con l’applicazione, di fatto, di interessi usurari, accertati a volte anche oltre il 1000% annuo.

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