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CasaPound Umbria ha chiesto anche che gli assegni di assistenza vengano erogati alle famiglie dei disabili che poi sceglieranno chi presterà l'assistenza
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Piazzata una sedia a rotelle rotta sotto il palazzo della Regione, con uno striscione recante la scritta: "La Regione Umbria odia i disabili", CasaPound Umbria,  ha inteso far conoscere che "E’ gravissimo che il presidente della Regione non abbia ancora firmato la delibera per l’assegnazione del contributo economico alle famiglie dei malati di SLA, nonostante l’11 luglio, ricevendo questi ultimi accompagnati dai militanti di Cpi, prometteva in pompa magna che dal primo ottobre sarebbe partito l’iter per l’assegnazione dell’assegno. "

Nel comunicato con cui ha accompagnato l’iniziativa CasaPound chiede anche una modifica dei regolamenti che disciplinano l’assistenza proponendo che sia poi la famiglia titolare di un asegno a stabilire “quale coop, associazione o altro fornisce il miglior servizio di assistenza domiciliare e potrà, al limite, stabile che il genitore è la persona più idonea a far questo e che quei soldi li spenderà, per esempio, per una cameriera".
Secondo l’organizzazione "Si tratta di una proposta rivoluzionaria in uno dei settori più lucrativi e più monopolizzati  anche e soprattutto a scapito degli utenti finali che sono i disabili e le loro famiglie.”

Ma come in tutte le medaglie c’è un rovescio: ad evitare retribuzioni in nero sarà la famiglia dell’assistito a doversi far carico degli adempimenti fiscali e contributivi ed a dare conto di come aver speso i soldi assegnati, ed è presumibile che, qualora l’assistenza venga fornita da un familiare, l’assegno venga decurtato delle spese non sostenute.

Peraltro è difficile che, a parità di qualità del servizio, chi offre l’assistenza possa organizzarsi stabilmente in presenza di una domanda non predefinita e quindi l’utenza potrebbe poi trovarsi in difficoltà anche se instaurandosi un rapporto diretto con l’operatore, sarà più facile cambiare “fornitore” in caso di necessità.

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