“Pochi sanno che tra le circa 4.000 sostanze aspirate con le sigarette, almeno una cinquantina delle quali certamente tossiche o cancerogene, ce ne sono anche di radioattive. Ma il fatto sconvolgente, denunciato dai ricercatori dell’Università di Los Angeles su Nicotine and Tobacco Research è la reticenza a rendere noto questo particolare di cui le aziende sarebbero a conoscenza da molti anni.”
Così anche il Corriere della Sera. It apre un pezzo che dovrebbe fare scandalo.
Scandalo c’è perché, non solo la cosa è vera, ma TamTam l’aveva resa nota già il 28 agosto 2008.
L’unica differenza sta nel fatto che ricercatori americani avrebbero scoperto il modo di eliminare il polonio radioattivo durante il procedimento di confezionamento delle sigarette, mentre nell’articolo del 2008 riportavamo che c’è ” la presenza di Polonio-210 nel tabacco, quando i fertilizzanti fosfatici vengono impiegati per la sua coltivazione”.
Nell’articolo chiedevamo “perchè per la coltivazione del tabacco non si sia vietato l’uso dei fertilizzanti al fosfato” e la domanda era rivolta anche alle autorità di una regione come l’Umbria che di coltivazioni di tabacco ne ha a bizzeffe.
Chissà che, vista la crisi della tabacchicoltura umbra, ora non sia il caso di produrre e vendere tabacco senza polonio, forse i clienti aumenterebbero.