In questo giorno, ancora oggi a Todi, una moltitudine di bancarelle invadono a festa le vie del centro, per tradizione in suo ricordo Anticamente, questa Fiera di S.Martino è stata un punto di riferimento anche per le Confraternite di Collevalenza; infatti, in un registro contabile della Compagnia del SS Sacramento, risalente agli anni 1690- 1718, a carta 18 si legge: “Spesi nella fiera di S.Martino scudi due e baiocchi cinquantacinque in dieci libbre e sette oncie di cera bianca per la chiesa.
Nella Basilica Inferiore di Assisi, si conserva una Cappella dedicata al santo Vescovo di Tours, affrescata tra il 1312 e il1318, da Simone Martini, pittore senese, che racconta; in dieci episodi; la vita di questo santo.
Il 12 novembre invece, la Chiesa di Todi, celebra San Martino I, Papa e Martire, Tuderte,”il più grande” dei santi locali, il quale morì per difendere la Fede cattolica contro l’eresia monotelita.
Nell’opuscolo “Direttive pastorali e insegnamento di mons. Decio Lucio Grandoni XV anno di episcopato in Orvieto –Todi” edito nel 1990, a pag. 191 si legge : “ Annuncio fin d’ora che, a Dio piacendo, nel 1991 è mia intenzione promuovere la celebrazione del Suo Pontificato, con solenni liturgie, anche in rito orientale, con la pubblicazione delle sue splendide Lettere e con un convegno di Studi, in collaborazione con l’Accademia Tudertina relativi alla sua Opera.”
Nell’opuscolo si legge ancora che “San Martino è il patrono della Congregazione del Pio Suffragio dei sacerdoti: una secolare istituzione che lega i sacerdoti viventi ai sacerdoti defunti con il ricordo e la preghiera”.
Il vescovo di Todi, Angelo Cesi alla fine del Cinquecento, a questo “Martire della fede”, dedicò nel Duomo una cappella, tra le tante costruite, affidando al pittore Ferraù Fenzoni(1562-1645) l’esecuzione di una Pala e due tele con “scene del martirio di S.Martino.
Nonostante vi fosse una forte testimonianza di devozione della Chiesa di Todi verso questo Papa, nel Settecento la sua Cappella fu demolita.
Quelle opere del Fenzoni, attualmente, si trovano conservate tra il Palazzo vescovile e la Pinacoteca Comunale;
S. Martino vescovo e S. Martino I Papa, vennero; raffigurati, poi successivamente nascosti al culto, in un affresco collocato sopra l’altare maggiore della chiesa; campestre settecentesca della Madonna di S. Martino ubicata nei pressi di Selvarelle Alte di Casigliano, e databile tra il XV e XVI secolo
Probabilmente, venne meno la devozione popolare.
L’ affresco, è tutto ciò che rimane oggi dell’iconografia sacra dell’antica Chiesa di S.Martino.
Venne demolita nel 1574 e “ridotta a semplice Maestà di una Madonna, per il di cui mezzo e volontà divina operava molti e prodigiosi miracoli
Con le offerte, non solo dei fedeli, su questa Maestà venne innalzata nella seconda metà del ‘700 un’altra chiesa che “chiamasi la Madonna di S. Martino,” situata alla fine di una stradina che attraversa il bosco, ai confini della parrocchia di Collevalenza, con quella di Casigliano.
Un angolo di pace, fortemente suggestivo anche per l’interesse archeologico dell’area posta di fronte alla chiesa; Costruita in materiale povero, con pietra mista a laterizio, in un predio, appartenente alla Casa Corsini, fu benedetta nel 1767 dal vescovo di Todi mons. Francesco Maria Pasini e costò “scudi trecentovent’uno e baiocchi diecisette e mezzo(321: 17 ½).
Parte di questa somma (scudi 156 e baiocchi sette)fu anticipata dal fattore dell’ Eccellentissima Casa Corsini.
Nell’archivio storico parrocchiale di Collevalenza si conserva anche una interessante scrittura privata, stipulata nel 1765 tra Don Francesco Baldelli, parroco e il fattore di Casa Corsini, Domenico Menchi, con la presenza di due testimoni, riguardante l’appartenenza della chiesa suddetta.
Nel 1896 il parroco pro tempore don Diomede Lanari istituì la “Priorata della Madonna di S. Martino” che aveva il compito di pensare alla “manutenzione della Chiesa e fornirla di arredi Sacri”
Nel terremoto del 1997 la chiesa riportò consistenti danni e fu chiusa al culto per diversi anni.
Durante i lavori di restauro(2004-2006) visitai l’interno della chiesa, che nel frattempo era passata sotto la giurisdizione, a partire dal 1970, dell’allora parroco di Casigliano Don Pietro dal Zotto, e guardando da vicino, in sua presenza, l’affresco della Madonna in trono con il Bambino in braccio, notai la presenza ai lati della Madonna di due figure dipinte, nascoste però all’interno della nicchia, ricavata dall’abside della chiesa precedente, parzialmente insediata nella struttura settecentesca.
Una lettera autografa del parroco, pro tempore, di Collevalenza Don Francesco Baldelli, risalente al 1763, indirizzata al Cardinale Corsini testimonia quanto ho visto: “ fin dall’Anno 1600 come si riconosce da documenti esistenti nell’Archivio della mia Parrocchia, fu unita alla mia Cura la Chiesa di S. Martino che, trovasi costrutta in un Predio ora posseduto dall’Eccellentissima Sua Casa esistente fuori del Feudo di Casigliano…siccome in detta chiesa vi rimanevano dipinte in muro l’immagine di Maria Vergine e dei Santi Martino Papa e Martino Vescovo, non cessava di quando in quando il Popolo di prestargli quegli Atti di adorazione ed il Popolo assieme con il Curato pro tempore ogn’anno di andarvi processionalmente il terzo giorno di Pasqua di Resurrezione, conforme ho continuato anche io…” .
Le comunità parrocchiali di Collevalenza e di Casigliano, sino a qualche anno fa, si incontravano nell’ultima domenica di maggio, per venerare insieme la Madonna di S. Martino.
In un’altra occasione potrei invece, raccontare la storia di questa devozione mariana sin dall’inizio del ‘900, ricca di amicizia, di solidarietà e di fede cristiana.
Sempre in questa chiesa si conserva la bellissima frase biblica (Cant.II,1), dipinta in un cartiglio di stucco, all’apice della volta centrale della chiesa “ Ego Flos campi et Lilium convallium”(Io sono il Fiore del campo e il Giglio delle convalli).
E, fa proprio pensare che le preghiere, nella nuova chiesa, dovevano essere rivolte alla “Madonna col Bambino in braccio”
I due Santi nascosti, S .Martino di Tours e S. Martino I, due figure così significative nella storia della Chiesa, anche se presenti in luogo di culto scarsamente praticato, andrebbero riscoperti, come fatto di non dimenticanza della nostra fede.