“Lacrime e sangue” attendono gli italiani, non sono stati i primi e non saranno gli ultimi se non si porrà un freno alla crescita delle disuguaglianze dei redditi che si è accentuata a partire dagli anni ’90, dopo che il “capitalismo” non ha avuto più alcun ostacolo.
A generare questa crescita anche e soprattutto il fatto che lo scorso anno gli stipendi e i benefit della finanza hanno raggiunto la cifra record di 135 miliardi di dollari, una crescita del 5,7% sui 128 miliardi del 2009, secondo l’analisi condotta da The Wall Street Journal.
Ma ovviamente di benefit e stipendi stratosferici godono anche in tutti gli altri settori dell’economia, a far la somma forse si perderebbe il conto
Lo sostiene anche Nassim Nicholas Taleb, l’autore del bestseller “Il Cigno nero” (The Black swan) quello che Il Sunday Times ha definito uno fra i dodici libri più influenti dopo la seconda guerra mondiale.
Per il professore “la natura asimmetrica del bonus, che incentiva il successo senza un corrispondente disincentivo per il fallimento, determina l’accumularsi di rischi nascosti nel sistema finanziario e diventa un catalizzatore per nuovi drammi”.
Il bonus, inoltre, è un meccanismo che viola le regole fondamentali del capitalismo: lo stesso Adam Smith diffidava dagli effetti della responsabilità limitata.
L’alternativa? «Nessuna persona che lavora per una società può richiedere ai contribuenti di compensare le perdite che genera e, soprattutto, non può ricevere alcun bonus. Inoltre, tutti i compensi delle grandi istituzioni finanziarie, banche, assicurazioni, fondi di investimento, devono essere severamente regolati».









