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L'osservatorio indipendente di Bologna segnala che il 20 novembre scorso i morti sul lavoro in Italia hanno superato quelli dell'intero 2010 in sette regioni e l'Umbria ha quasi raddoppiato; i dati peggiorano drammaticamente dopo ilnuovo infortunio di ieri
monumento_caduti_lavoro

Secondo i dati non ufficiali sulle morti sul lavoro dell’Osservatorio Indipendente di Bologna, con l’ultimo mortale incidente sul lavoro avvenuto a Narni l’Umbria è balzata in testa nella graduatoria degli incrementi di “morte bianche” tra tutte le regioni Italiane.
Forse è giunto il momento che nella regione si pensi, come monito oltre che per debito di riconoscenza, ad erigere un monumento ai caduti sul lavoro.

L’Umbria con 13 morti nel 2011 contro i sette del 2010 fa registrare un incremento del 47%
Segue il Piemonte con il 37% ( 44 contro 28).
Poi con valori già superiori a quelli dell’intero 2010:  Toscana con 40 morti +27,5% sull’intero 2010 (29 morti); Marche 18 morti + 23% rispetto al 2010 (14 morti); Friuli Venezia Giulia 9 morti +23% dell’intero 210 ( 7 morti);  Abruzzo 27 morti + 23% rispetto al 2010 (21 morti); Emilia Romagna 49 morti + 17% sull’intero 2010 (40 morti).

Calabria, Val d’Aosta e Molise sono stabili mentre in tutte le altre regioni si registra un calo molto accentuato in Trentino-Alto Adige (35%), Campania e Sardegna (29%).

Complessivamente in Italia ad oggi con 596 morti sui luoghi di lavoro abbiamo superato i morti sui luoghi di lavoro dell’intero 2010 (594 morti).
E’ un dato drammatico che ci riporta indietro di 4 anni. Anche il 20 novembre del 2008 registrammo 596 vittime sui luoghi di lavoro.
Solo tra il 2008 e il 2009 l’Osservatorio ha registrato un calo, “probabilmente eravamo al culmine della crisi, poi nel 2010 e 2011 i morti sul lavoro sono tornati ad aumentare. Solo in itinere e sulle strade si registra un calo, ma questo per merito delle automobili e di mezzi di trasporto più sicuri, che anche i lavoratori, per fortuna acquistano, una volta rottamate le vecchie automobili. Anche la patente a punti, ha contribuito a far morire meno lavoratori sulle strade. “
Occorre ricordare che oltre il 60% di tutti i morti sono in agricoltura ed edilizia, e che moltissime vittime sfuggono alle statistiche ufficiali perchè già pensionati o perchè lavoravano in nero e ciò inficia ancor più la validità delle statistiche.
Se poi nel numero totale delle vittime regionali si aggiungessero i militari morti in Afghanistan e quelli in itinere e sulle strade si arriverebbe a contare già oltre 1050 morti (stima minima) sul lavoro dall’inizio dell’anno.

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