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Il Parlamento, d'accordo col Governo, rinvia i tagli alle retribuzioni degli onorevoli e si appresta a farli auto determinare 
botte

Scommessa vinta, purtroppo non solo per noi e forse anche per “loro”
I “nostri rappresentanti”, a Palazzo Madama e Montecitorio l’hanno facilmente spuntata o almeno ritengono così.

Saranno loro soli e non si sa quando, la misura sarà (altra scommessa) da ridere, a decidere il taglio degli stipendi di deputati e senatori adeguandoli alla media europea; adesso sono impegnatissimi a decidere i tagli dell’erba nei giardini altrui in quartieri lontani dalle dimore loro e dei loro amici.
Ovviamente alla media europea  non si guarderà per tutto ciò che riguarda i comuni mortali e non si considererà neppure l’incidenza, di quei compensi, sul Pil italiano.

Visto che tutti loro gridavano a difesa della autonomia delle Camere, l’emendamento del Governo ora prevede che "il Parlamento e il Governo, ciascuno nell’ambito delle proprie attribuzioni, assumono immediate iniziative idonee a conseguire gli obiettivi".  

In allegato pubblichiamo l’elenco delle retribuzioni come risultano dal sito del Senato della Repubblica.
Come si può verificare l’importo della pura indennità parlamentare non è affatto scandalosa se chi la perepisce fa solo il parlamentare e dedica a questa attività tutto il suo tempo.
Ciò che invece fa scandalo è  la caterva di aggiunte, quasi tutte senza obbligo di documentazione, che, sommate alla esistenza numerosa di parlamentari che fanno due o tre altre attività ben retribuite, non appaiono giustificate dalla conseguenziale "produttività".

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