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Confagricoltura punta il dito contro la manovra Monti, responsabile di colpire il settore primario in modo preoccupante, a partire dall'accatastamento dei fabbricati rurali
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Un approccio devastante per il settore agricolo quello contenuto negli ultimi correttivi della manovra Monti. E’ la pesante critica di Confagricoltura Umbria che interviene sia sulle modalità che sull’intensità della manovra stessa. A peggiorare ulteriormente la situazione i provvedimenti del maxi-emendamento. Nello specifico non è assolutamente accettabile l’accatastamento dei fabbricati rurali, che per gli agricoltori sono mezzi di produzione, il cui reddito era già ricompreso in quello dei terreni. Ora sono stati scorporati ed hanno un livello di tassazione specifica che si va ad aggiungere a quella dei terreni. Una doppia tassazione, un ulteriore inasprimento che va decisamente corretto.
Ma la cosa ancora più grave è che l’agricoltura è stata esclusa da qualsiasi misura di sviluppo. Nello stesso tempo il settore agricolo viene caricato più del 10% dell’intera manovra, con un esborso previsto di oltre 2miliardi e mezzo di euro. L’Umbria verrà particolarmente toccata in quanto annovera numerose aziende dislocate in aree marginali con terreni, stalle e abitazioni che si vedranno imporre questa iniqua maggiorazione a fronte di un target produttivo che rimane in fasce molto basse di reddito.
Nel complesso – rileva Confagricoltura Umbria- la situazione viene percepita dalle imprese agricole umbre come estremamente preoccupante e, alle difficoltà dell’economia in generale, si uniscono quelle di settore”. Al sentiment negativo si unisce il peso di costi di produzione che continuano ad essere elevati (anche +4,3% nel terzo trimestre dell’anno) e da una indagine del nostro Centro studi sui dati del censimento Istat emerge che oltre mezzo milione di aziende sotto i 20 ettari di superficie rischiano di chiudere.  “I nostri appelli – prosegue Confagricoltura Umbria – sono per un maggiore senso di responsabilità e per una equilibrata distribuzione dei sacrifici, poiché il settore agricolo non può essere escluso da misure di rilancio di cui beneficiano altri settori.
L’invito a tenere conto del valore economico dell’agricoltura va anche perciò alla regione Umbria
  perché valorizzi il ruolo strategico, dal punto di vista, economico, alimentare ed ambientale svolto dall’agricoltura e sostenga con programmi di sviluppo a livello territoriale le imprese che operano in questo settore e che vivono, al pari di quelle di altri settori, una grave situazione di difficoltà, carenze strutturali ed emergenze.

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