La grave epidemia partita dalla Germania nei mesi scorsi ha causato morti in tutto il mondo.
Il famigerato batterio killer è stato inseguito un po’ in ogni prodotto alimentare e si sono tentate varie cure.
Già a giugno scorso riportammo su questo sito che si stava sperimentando “un anticorpo monoclonale, l’eculizumab, che e’ da diversi anni impiegato per la cura della emiglobinuria parossistica o meglio Emoglobinuria Parossistica Notturna (epn- come precisato su www.osservatoriomalattierare.it ) e nella sindrome emolitico-uremica.
Un medicinale utilizzato per la cura di una malattia rara del sangue potrebbe, quindi, dare speranza ai casi piu’ gravi tra chi e’ stato colpito dal cosiddetto batterio killer."
Ora, dopo sei mesi, in un articolo pubblicato sul New England Journal of Medicine, si dà notizia che “di fronte ad una bambina di tre anni ricoverata in gravi condizioni all’ospedale Sainte Justine University Hospital Center, a Montreal con questa malattia, dopo aver esaurito tutte le altre opzioni di cura, Anne-Laure Lapeyraque, nefrologo del dipartimento di pediatria ha pensato di usare un farmaco generalmente impiegato per la cura di altri disturbi con sintomi simili, l’eculizumab e la bambina è guarita rapidamente.
Lo stesso è avvenuto in altri due casi.”