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L’allarme sui rischi per la salute giunge da un’assemblea pubblica tenutasi a Terni lo scorso 20 gennaio e la temuta riapertura dell’inceneritore
inceneritore

Particulate Matter! Vale a dire materiale particolato o, più comunemente, polveri sottili. Dette anche PM10. Cosa sono, qual è la loro origine e quali danni ne provoca l’inalazione? Questo il tema dell’assemblea pubblica tenutasi a Terni, presso la sala polifunzionale di via Bandiera, lo scorso 20 gennaio. Circa 80 i cittadini presenti all’incontro organizzato dal partito di Rifondazione Comunista di Terni. Sono intervenuti Giovanni Vantaggi, medico per l’ambiente e coordinatore umbro dell’Isde (International Society of Doctors for the Environment), Giorgina Scarficcia, presidente dell’associazione Medici sportivi di Terni, Adriano Rossi, direttore dell’Arpa (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale) della Provincia di Terni. Conclusioni affidate a Fabrizio Bellini e Luigi Bencivenga, assessori all’ambiente rispettivamente della Provincia e del Comune di Terni.

In Italia il decreto legge n.60 del 2 aprile 2002 ha stabilito che i limiti accettabili di PM10 in atmosfera sono pari a 50 µg/m³ (micro-grammi per metro cubo) come punta massima nelle 24 ore. La legge stabilisce che tale limite non può essere superato per più di 35 giorni l’anno. "Nel 2011 a Terni sono stati 68 i giorni in cui si è superato il limite – ha fatto notare Battista Garibaldi, coordinatore della commissione ambiente di Rifondazione Comunista, leggendo i dati di Arpa Umbria – mentre 50 i giorni di superamento a Foligno Porta Romana e 43 a Perugia Ponte San Giovanni”. Analizzando le tabelle di Arpa Umbria si apprende che già dal 2005 le centraline di Terni registrano concentrazioni superiori a quelle consentite. Nel 2008, pur rimanendo al di sopra dei limiti di legge, si nota però una diminuzione. Forse una coincidenza, ma nel 2008 la Procura della Repubblica dispose il sequestro dell’inceneritore Asm (Agenzia Speciale Multiservizi), che per anni aveva bruciato oltre il 50% dei rifiuti urbani di Terni e provincia. Tra le motivazioni del sequestro addotte dalla magistratura il fatto che in quei forni si smaltissero anche rifiuti ospedalieri e radioattivi.

Da dove nascono le polveri sottili e ultrasottili? Le alte temperature danno vita a queste polveri che, in linea di massima, sono tanto più fini quanto più alta è la temperatura di formazione. Motori a scoppio, industrie come acciaierie e cementifici, inceneritori sono i responsabili maggiori. Esistono anche fonti non a caldo come l’erosione degli edifici, l’usura dei pneumatici e quella dei freni dei veicoli. Una volta penetrate nell’organismo queste polveri innescano reazioni che possono tramutarsi in malattie: forme tumorali, malattie infiammatorie, allergie, sindromi neurologiche. “Troppo spesso poi – ha affermato Giorgina Scarficcia, presidente dei Medici sportivi di Terni – i piani urbanistici delle città consentono la costruzione d’impianti sportivi a ridosso di grandi arterie del traffico o di industrie”.

“Il medico è tenuto a considerare l’ambiente nel quale l’uomo vive e lavora quale determinante più importante della salute dei cittadini. A tale fine il medico è tenuto a promuovere una cultura civile per l’utilizzo appropriato delle risorse naturali anche allo scopo di salvaguardare l’utilizzo stesso da parte delle future generazioni”. Recita così l’articolo cinque del codice deontologico dei medici, citato da Giovanni Vantaggi. Con questo riferimento, il coordinatore dell’Umbria Isde ha lanciato un monito sui cicli di combustione: “Nel 1786 Antoine Lavoisier pubblica i suoi studi sul principio di conservazione di massa, conosciuto con la formula ‘In natura nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma’. Una regola cui sottostanno anche i cicli di combustione che non si possono mai considerare chiusi”.

Verrebbe da dargli ragione. Solo la natura infatti si basa su un sistema chiuso, come nel caso dell’anidride carbonica e dell’ossigeno. Le piante verdi, che si servono della fotosintesi clorofilliana, catturano infatti anidride carbonica in atmosfera e, tramite l’energia fornita dal sole, la trasformano in uno zucchero indispensabile alla loro vita. Il prodotto di scarto è l’ossigeno, fonte indispensabile di vita per animali e uomo. A loro volta animali e uomini producono come rifiuto metabolico anidride carbonica, necessario alle piante per attivare il loro ciclo. Dunque un sistema perfetto, che si chiude in un circolo in cui lo scarto di uno diventa l’essenza della vita di un altro. Dalle conclusioni dei relatori che hanno preso parte all’assemblea di Terni sembra invece di poter dedurre che bruciare rifiuti dia il via a un ciclo aperto che crea ceneri, polveri inorganiche e non biodegradabili di cui né l’uomo né gli animali né la natura possono e sanno disporre.

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