L’Istituto comprensivo del Comune di San Venanzo, lascia Baschi e si accorpa a Fabro ma questa è una soluzione provvisoria che scontenta il Comitato spontaneo del comune del Peglia il quale avrebbe voluto che la scuola, 159 alunni, rimanesse autonoma per un anno e poi si vedesse, come deciso dal Consiglio Regionale se fosse possibile guardare fuori provincia di Terni.
Il Consiglio regionale dell’Umbria ha, infatti, approvato a maggioranza (18 favorevoli, 7 astenuti (Pdl) e tre contrari) il Piano regionale sulla offerta formativa, rinviato una settimana fa, decidendo di accorpare la scuola di San Venanzo per un anno non più a Baschi ma alla più vicina Fabro.
La nuova proposta, sulla quale ha espresso favorevole anche la Giunta regionale, è stata presentata come emendamento dal relatore Massimo Buconi, presidente della terza Commissione, ed impegna la Giunta ad istituire un tavolo di confronto con le varie istituzioni per valutare l’ipotesi di agganciare nel futuro piano le scuole di San Venanzo alla Media valle del Tevere in provincia di Perugia.
In apertura di seduta il relatore unico dell’atto Massimo Buconi, presidente della III Commissione, ha spiegato come il piano è stato formulato dalla Giunta sulla base dei due piani provinciali di Perugia e Terni e che di fatto persegue gli obiettivi fissati dal Ministero dell’istruzione per contenere la spesa scolastica.
Un piano, ha precisato Buconi, rispetto al quale l’Umbria è riuscita a far valere il concetto di media regionale complessiva, meno penalizzante dell’applicazione dei parametri per ogni singola scuola (1000 alunni per istituto comprensivo verticale (elementari, medie e superiori) con deroga a 600 per le zone montane.
In ragione di ciò Buconi ha presentato un emendamento a sua firma spiegandolo in questi
termini, “ per dare a tutti i Comuni pari dignità nelle scelte – così come Guardea ha espresso il desiderio di non accorpare le sue scuole con Baschi ma con Attigliano – ci sembra legittima la richiesta di San Venanzo di collegarsi ad una realtà più omogenea, qual è la vicina Fabro nell’Alto Orvietano.
Questo permette di risolvere momentaneamente il problema e consente alla Giunta regionale di riconsiderare tutte le questioni poste con il prossimo Piano di offerta formativa, anche nell’ottica di soddisfare la propensione naturale di quel Comune verso la Media Valle del Tevere, nel rispetto di quegli ambiti territoriali funzionali richiamati più volte dal indirizzi della di programmazione della rete scolastica umbra “.
Per Alfredo De Sio (Pdl) “È da elogiare il lavoro fatto dal presidente Buconi e quello dell’assessore Casciari. Ma resto critico sulla soluzione adottata, figlia anche di scelte precedenti. In prospettiva si deve necessariamente arrivare a forme di risparmio. Ci auguriamo che si arrivi all’accorpamento di San Venanzo con Marsciano, la scelta più naturale. Per ora non si capisce oggi la volontà della Giunta un po’ schizofrenica di mantenere istituti comprensivi a tutti i costi, sapendo che dovranno essere superati e che alcuni comuni come Guardea hanno già capito ed individuato.
Per Damiano Stufara (capogruppo Prc-Fds) “Credo anche che la Regione non passa limitarsi a prendere atto in modo neutro del lavoro fatto dalle Province: quella per San Venanzo è una proposta insufficiente che ignora il presupposto principale della continuità territoriale. E’ un caso unico: San Venanzo ha la gran parte dei suoi servizi verso Marsciano in provincia di Perugia. Dal prossimoanno dovremo trovare le sinergie necessarie puntando su un obiettivostrategico con Marsciano.
A mio giudizio andava bene la proroga di un anno della sua autonomia, ma mi rendo conto della necessità di una transizione”.
Per Fausto Galanello (Pd) “Abbiamo capito le ragioni tecniche della Provincia di Terni nel proporre l’accorpamento di San Venanzo con Baschi; ma i tanti contatti gli approfondimenti con i sindaci delle varie realtà, la impossibilità di accorpare con Marsciano, ci hanno indotto a formulare questa mattina una soluzione transitoria di un anno che non comporta grandi sconvolgimenti, ad esempio, e dà la possibilità di reimpostare il problema, entro un anno, anche in vista della riforma endo-regionale che oggi colloca San Venanzo in ambiti diversi”.
Per Sandra Monacelli (Udc) “Ero pronta a votare l’atto di distacco di San Venanzo da Baschi, ma ora mi trovo di fronte di un nuovo colpo di scena. La Regione per non scontentare la Provincia di Terni, che ha redatto un piano inaccettabile, fa una nuova scelta tampone. I problemi emersi non si possono affrontare in modo scanzonato. San Venanzo dista 57 chilometri da Baschi con cui si doveva accorpare, bisogna attraversare il Monte Peglia.” Ed inoltre “Prendiamo atto che domani le Province saranno superate e con esse i vincoli di oggi. Quindi sarebbe più logico sospendere il tutto in attesa delle scelte sulle Province.
Non possiamo fare una guerra per mantenere in piedi singole dirigenze scolastiche. Per addolcire la pillola stiamo disconoscendo il ruolo di programmazione che è proprio della Regione”.
Per Gianluca Cirignoni (Lega Nord) “ci troviamo di fronte alla protesta di 700 cittadini di San Venanzo che gravita quasi per intero nell’area del marscianese, in provincia di Perugia. Questo dimostra quanto è distante la Provincia di Terni dalle loro esigenze. Giusta era la prima decisione della III Commissione, prorogare di un altro anno la situazione precedente. Mi auguro che i cittadini raccolgano le firme per uscire dalla Provincia di Terni e rientrare in quella di Perugia”.
Per l’assessore Carla Casciari, “In attesa della sentenza della Corte costituzionale sula titolarità in materia di dimensionamento scolastico, che la legge contestata ci impone di fare sul numero degli studenti, e poiché l’Umbria è già quasi nei parametri del ministero siamo riusciti a salvare quasi per intero gli istituti comprensivi esistenti. Ci saranno invece problemi enormi per le piccole scuole di montagna. Come Giunta siamo favorevoli all’emendamento presentato dal presidente della III Commissione Massimo Buconi che ha svolto un lavoro importante accogliendo le istanze di San Venanzo, accorpato innaturalmente con Baschi.
Voglio evidenziare come la stessa Commissione ha accettato quasi per intero tutto il lavoro fatto dalle due Province, in particolare quello puntiglioso di Terni.
L’istituto di San Venanzo è quello più debole come numero di ragazzi, 159, e rischiava di essere cancellato da subito. Per questo, proprio per salvare fisicamente la
scuola, la Provincia aveva optato per l’accorpamento forzato con Baschi. Per noi è comunque condivisibile la fase transitoria emersa stamattina, con l’accorpamento di San Venanzo al più attiguo territorio di Fabro. Siamo d’accordo per istituire da subito il tavolo interistituzionale con l’Ufficio scolastico regionale e le due Province per affrontare in modo organico la questione. Voglio ricordare in ultimo i tempi strettissimi in cui siamo stati chiamati a decidere."







