E lo fa spinta da un lato dal prezzo drammatico che le imprese dei settori rappresentati, in particolare del commercio, stanno pagando alla crisi, dall’altro dalla volontà di ribadire il proprio sostegno e la propria collaborazione rispetto ad ogni serio e coraggioso progetto di riforma delle politiche regionali che faccia giustizia di vecchi modi di gestire il potere e gli apparati.
Il presidente di Confcommercio Umbria Aldo Amoni sottolinea che ". Deve affermarsi un nuovo rapporto pubblico-privato, a partire dal capitolo decisivo delle riforme endoregionali, che non possono restare appese al “palo”, e sulle quali si gioca la credibilità delle istituzioni e della loro affermata voglia di cambiamento." .
In concreto si chiede che la Regione "faccia un passo indietro nella gestione operativa".
“La presidente Marini – dice ancora Amoni – ha affermato che la riforma degli enti endoregionali deve passare attraverso la valorizzazione del ruolo delle associazioni e della sussidiarietà, ma poi vediamo che Sviluppumbria stringe accordi con i Comuni su aspetti operativi, lavora su start up, microcredito e assistenza tecnica alle imprese, tanto per citare degli esempi, facendo un “doppione” dei servizi che sono nella mission delle associazioni di categoria. Questa duplicazione crea un inutile spreco di risorse.
E come si concilia l’operazione di snellimento della Regione, attraverso il blocco dei contratti con i consulenti, con la contemporanea, costante implementazione di personale delle agenzie regionali, costrette a ricorrere a risorse esterne per svolgere funzioni che non gli sono proprie, e che invece sono nel dna delle associazioni di categoria, che hanno competenze e mezzi per svolgerle?”.
Accanto al capitolo riforme endoregionali per Confcommercio Umbria ci sono tre altre priorità: credito, rilancio dei consumi, politiche integrate per il turismo…. accogliamo con soddisfazione la convocazione del tavolo sul credito, arrivata proprio in queste ore, e da noi fortemente sollecitata….. Le istituzioni hanno il dovere morale di liberare tutte le risorse possibili per destinarle al rilancio dell’economia e del potere di acquisto, ridando fiato al tessuto imprenditoriale.
E altrettanta determinazione – conclude Amoni – serve nel fare politiche integrate per il turismo.
Ancora, nonostante esperienze positive ed importanti in senso contrario, come i Bandi Tac, continuiamo ad assistere ad una eccessiva frammentazione di azioni promozionali e di comunicazione, che spariscono come una goccia d’acqua nel mare: siamo una regione piccola, che deve vendersi una volta per tutte come un unicum, ben identificato e ben riconoscibile nel mercato nazionale ed internazionale. Le risorse – da implementare – e i progetti devono convergere in questa direzione, puntando sulle eccellenze che ci distinguono rispetto ai competitor”.