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L'aquilone che produce elettricità s'è levato anche con vento a 1,5 metri al secondo, raggiungendo la distanza massima consentita dal cavo che lo collega al generatore alimentato dal suo volo
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Se la fusione fredda di cui avevamo previsto lo sviluppo nel 2011 ha preso forma con l’E-Cat di Rossi e Focardi ed è di fatto emigrata negli Usa, l’altro progetto – il KiteGen – su cui avevamo puntato l’anno scorso è rimasto in Italia e nella neve delle colline piemontesi ha fatto un altro passo avanti importante, nonostante che i grossi e lungimiranti imprenditori e finanzieri italiani continuino a stare alla finestra.

Da qualche settimana l’aquilone ha avviato la sperimentazione di decollo automatico con numerose conquiste tecniche.
In un test, in particolare, di mercoledì 15 febbraio il decollo si è verificato con solo 1,5 metri / secondo di vento sul terreno.
Risultato importante perché la media della velocità del vento in Europa è di circa 3 metri al secondo quindi il kitegen praticamente è in condizione di decollare da solo in qualsiasi momento dell’anno.

L’aquilone collegato allo stem da 3Mw s’è innalzato, da solo in base al software che lo guida, fino a srotolare completamente il cavo da 300 metri collegato al generatore di corrente

Il programma di test evolverà per consolidare il risultato e per poi verificare le durate di volo continuo, con la ambizione sempre più realistica di poter arrivare a coprire tutte le 8760 ore annue, anche se non sempre raggiungendo la piena potenza nominale, nella produzione elettrica.
Il decollo era la fase più delicata ora bisognerà sperimentare il comportamento dell’aquilone e del software nelle fasi di Yo-Yo che consentono di produrre elettricità in virtù del movimento dell’aquilone, che scende e risale variando l’inclinazione della sua “ala” come ben sanno i bambini che lo manovrano sulle spiagge e nei prati, ma come forse ignorano tanti che potrebbero assicurare all’Italia un futuro migliore solo che scucissero un pò di quei soldi che lasciano ammuffire in borsa.
 

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