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35 nuovi posti di lavoro a tempo indeterminato di cui 10 nella produzione di compost, 20 nel confezionamento di terricci e 5 nella produzione di energia elettrica.
cumulo

Con una nota, il vice sindaco di Todi ha fornito alcune informazioni ulteriori in merito alla realizzazione, nella frazione di Pantalla, di un impianto per attività produttive di terricci per floro-vivaismo utilizzando i rifiuti raccolti in modo differenziato.

Il progetto  “prevede uno sforzo finanziario di 15 milioni di euro con 35 nuovi posti di lavoro a tempo indeterminato di cui 10 nella produzione di compost, 20 nel confezionamento di terricci e 5 nella produzione di energia elettrica.
 
L’attività sarà improntata su varie fasi operative che riguarderanno l’avvio del trattamento di rifiuti da raccolta differenziata per la produzione di compost di qualità; la realizzazione delle linee idonee all’insaccamento del terriccio; la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili.

Dalla presenza della struttura sul territorio comunale potrebbero venire altri benefici dovuti ad un forte risparmio per il Comune stesso dei costi di trattamento dei rifiuti raccolti in maniera differenziata.
In ogni caso l’attuazione dell’intervento da parte della società proponente dovrà seguire le consuete procedure amministrative per le valutazioni tecniche, compreso l’avvio del SUAP (sportello unico per le attività produttive) ex D.P.R. 447/98 in ipotesi di variante allo strumento urbanistico.”

Nel corso di queste valutazioni sarà sicuramente esaminato l’aspetto sia del trattamento in loco della frazione organica dei rifiuti sia della fase di biossidazione, caratterizzata da intensi processi di degradazione delle componenti organiche più facilmente degradabili (zuccheri, amminoacidi), che richiede un notevole consumo di ossigeno, producendo calore (anidride carbonica) ed espellendo liquidi in eccesso.

Ma l’impianto potrebbe utilizzare, vista la richiesta di poter produrre energia con una centrale a biomasseun trattamento anaerobico che, nelle dichiarazioni di altre imprese che lo utilizzano avrebbe  un “Impatto ambientale: assolutamente contenuto.
Il processo avviene all’interno di capannoni mantenuti in depressione,  serbatoi e tubazioni ermeticamente chiusi, eliminando eventuali emissioni di odori all’esterno e all’interno dell’impianto e mantenendo condizioni ottimali nell’ambiente di lavoro.
L’utilizzo di biofiltri per trattare l’aria esausta dell’impianto consente di abbattere totalmente le emissioni in atmosfera.”
Per analoghi impianti, comunque, particolare attenzione è stata richiesta alla dotazione di presidi ambientali atti ad impedire l’immissione sul territorio circostante di odori molesti e polveri.

Presidi che sembrano avere la funzione di dividere i contendenti, perché la collocazione degli impianti di compostaggio nel contesto territoriale risulta sempre una scelta difficile e contrastata: il problema delle emissioni in atmosfera, infatti, e in particolare di odori sgradevoli, è fra le principali cause di contenziosi con la popolazione residente.
Spesso gli impianti, per mancanza di siti idonei, si trovano ad essere collocati in prossimità di aree residenziali o artigiane, creando problemi di accettabilità sociale.
Le emissioni di odori sgradevoli da impianti di trattamento di scarti organici non è, in generale, associata a problemi di impatto tossicologico, in quanto i materiali trattati sono di origine naturale e le molecole odorose prodotte sono dei metaboliti della degradazione microbica dei materiali in trasformazione, tuttavia ci sono intere comunità veramente infuriate.

Dopo Tuscania, Cologno Monzese , Morato ( Friuli), Viareggio, Valle Olona, la  puzza su Torino che  arriva dall’impianto di compostaggio di Druento ha portato addirittura il Consiglio Comunale di Torino ad  approvare quasi all’unanimità (unico contrario uno del PD per il quale la puzza non fa rima con eco)  un ordine del giorno presentato dal Movimento 5 Stelle a proposito della terribile puzza che ormai da anni ammorba le notti di gran parte dei torinesi. Un atto per cui  si chiede formalmente alla Provincia la chiusura dell’impianto per il tempo necessario a ristrutturarlo ed eliminare gli odori 
 

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