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I proprietari di abitazioni private ove è istallato il materiale contenente amianto, specie chi ci ha fatto tetti esposti agli agenti atmosferici, avevano l'obbligo di comunicarlo all'Usl; adempiere ora potrebbe essere utile per avere contributi alla rimozione o coperture annuali con fissanti per impedire la diffusione delle fibre
amianto


Finalmente anche la politica si muove sulla questione amianto nelle abitazioni private che abbiamo più volte
segnalato su questo sito.
Si è parlato, infatti, della necessità di incentivi a beneficio dei cittadini a basso e medio reddito per la rimozione delle strutture in Eternit, in consiglio provinciale di Perugia grazie all’interrogazione presentata da Luca Baldelli (Prc).

Tra l’altro, come si può rilevare dalla risposta dell’assessore, sembrerebbe che in passato si sia fatto qualcosa, ma in verità ben pochi si sono accorti di quello che sembra dovesse essere un censimento a tappeto della presenza di amianto nelle abitazioni private ed in specie in luoghi da dove, per l’azione del vento soprattutto, i micidiali e microscopici filamenti del materiale si possono diffondere anche molto lontano.

I tetti ed in genere le strutture in Eternit all’aperto sono ovviamente le più pericolose e non solo per la salute dei proprietari, che potrebbero anche dover rispondere di danni alla salute causati ad altri, perchè ormai l’estrema pericolosità dell’amianto è nota quanto il lasciare un’arma carica ed incustodita e non provvedere almeno alle coperture annuali con fissanti per impedire la diffusione delle fibre, potrebbe avere anche una rilevanza giudiziaria.
Tra l’altro è stato segnalati da più parti del centro Italia che le recenti nevicate hanno spaccato molti tetti in eternit.

In proposito tuttavia c’è da segnalare che circa quattro anni fa la Usl di Perugia aveva dichiarato che "l’Eternit; un materiale, quindi, che per la sua natura relativamente compatta e per il modesto contenuto di fibre (intorno al 10% in peso) è da ritenere generalmente a scarso rischio di cessione di fibre e non in grado di determinare, salvo casi eccezionali, condizioni di pericolo imminente per la salute della collettività".
Dalla ASL riconoscono tuttavia che, in relazione al particolare stato di vetustà o di degrado dei manufatti controllati, in alcuni casi sono stati anche disposti degli interventi di bonifica.

Ma da allora di acqua sotto i ponti ne è passata tanta ed a Torino, nel novembre scorso, gli oncologi riuniti per la seconda Consensus Conference sul mesotelioma avevano rilanciato l’ allarme: il killer silenzioso miete circa 3 mila vittime ogni anno in Italia, 1.200 per mesotelioma, il tumore «marker» di esposizione a questo minerale.
L’ amianto è fuorilegge in Italia da quasi 20 anni, ma ne restano nell’ ambiente 5 quintali per ogni cittadino, per un totale di 32 milioni di tonnellate.

Nel documento il consigliere di Prc chiede alla Giunta provinciale “se non sia opportuno che le istituzioni procedano ad un capillare censimento sul territorio di tutte le strutture in Eternit rimaste in piedi, con l’aiuto dei cittadini, sul modello del censimento effettuato a Casale Monferrato, città nella quale la problematica è drammaticamente salita alla ribalta nazionale.

Credo sia necessario pianificare con la Regione un sistema di incentivi corposi (fino all’ 80 % della spesa sostenuta, ad esempio) a beneficio dei cittadini a basso e medio reddito per consentire loro la rimozione di strutture in Eternit e la bonifica del materiale stesso, azione altrimenti impossibile visti gli alti costi.
Sarebbe inoltre utile trovare modalità migliori per una riduzione delle pratiche e dei tempi di intervento per la rimozione dell’Eternit”.

A rispondere in Consiglio è stato l’assessore Roberto Bertini che ha spiegato come “in questo contesto la Regione Umbria ha incaricato l’Agenzia di Protezione Ambientale e le Aziende Sanitarie Umbre di provvedere alla rilevazione della presenza di amianto nell’intero territorio regionale e all’individuazione degli interventi di bonifica urgenti.

Nel 2006 è iniziata la mappatura sugli edifici pubblici del territorio regionale segnalati dagli enti competenti, che ha avuto termine negli ultimi mesi del 2007.
Il censimento della presenza di amianto è stato successivamente esteso, dal gennaio 2008, agli edifici privati, a partire in particolare da quelli che ospitano attività produttive con più di tre addetti.
Ai titolari di queste, è stata inviata una scheda di autocontrollo, introdotta da una richiesta di adesione e da un breve depliant informativo.

Anche tutti i proprietari di immobili con presenza di materiali contenenti amianto avevano l’obbligo di denunciare alla ASL competente per territorio la presenza di tale sostanza.
I  dati   contenuti  nelle  schede  di  autocontrollo  sono state  archiviate   in   una  banca  dati appositamente creata da ARPA.
Si ritiene che il censimento nel suo complesso abbia raggiunto gli obiettivi previsti dalla L. 257/92.
 
E’ pur vero che la Regione Umbria, nei propri atti legislativi ha previsto solo incentivi per le aziende che effettuano la decontaminazione e la bonifica dei siti produttivi, trascurando le singole situazioni che si riscontrano nel nostro territorio di proprietà di singoli cittadini che non sono titolari d’impresa, non facilitando certamente questo oneroso obbligo imposto dalla Legge.

La Provincia, comunque, si farà promotrice presso la Regione Umbra di azioni volte a sensibilizzare l’Assessore alla Sanità affinché metta in opera incentivi a beneficio dei cittadini, in particolare per quelli a basso – medio reddito, in modo da consentire la rimozione di beni contenenti amianto con minori oneri a carico degli stessi e solleciterà degli incontri atti ad individuare lo snellimento delle procedure burocratiche relative alle pratiche e ai tempi necessari per la rimozione dell’Eternit”.
Il consigliere Baldelli si è detto soddisfatto della risposta ricevuta.

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