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Dal 28 maggio chiusura definitiva dell’ufficio postale di Izzalini e chiusura pomeridiana dell’ufficio postale di Todi.
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E ci risiamo!
Il mito della privatizzazione dei servizi pubblici, ancora nella mente di tantissimi politici italiani ( di quello che una volta si chiamava l’arco costituzionale) si risolve nella cancellazione del termine pubblico e nell’esaltazione del guadagno privato.
Guadagno
, in primis, di una dirigenza ultra pagata che nessuno si sogna di ridimensionare anche se i suoi redditi vengono a gravare, indegnamente, su quelli dei privati cittadini (Per il sole24 ore Massimo Sarmi, l’ad e direttore generale di Poste Italiane, viaggia intorno ai 900mila euro all’anno di fisso, 886 mila per la precisione, ai quali può essere aggiunta una parte variabile annuale fino a 694.294 euro.)

Un altro servizio a Todi se ne va! Stavolta tocca alle Poste.
Infatti dal 28 maggio pare che ci sarà una riorganizzazione dei servizi postali nella  città che produrrà la chiusura definitiva dell’ufficio postale di Izzalini e la chiusura pomeridiana dell’ufficio postale di Todi.
Quest’ultimo fatto produrrà conseguenze gravi anche nelle attività economiche e poi non si venga a dire che è una semplificazione.

Da giugno, infatti, chi vorrà fare o ritirare una raccomandata, fare uno dei tanti versamenti coi bollettini obbligatori dovrà farlo solo di mattina, prendendosi un bel permesso dal lavoro che graverà sulle attività pubbliche e private.
Un paradosso dopo che si è salutata come una liberazione la possibilità per gli esercizi commerciali di ampliare i loro orari.

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