Le esportazioni di vino umbro all’estero, infatti, hanno raggiunto nel 2011 quota 29 milioni di euro, con un aumento del 25,9 per cento, rispetto all’anno precedente.
Il boom del made in Umbria segue un altro record, stavolta nazionale: quello registrato, sempre nel 2011, dalle esportazioni di vino italiano nel mondo che hanno superato per la prima volta l’importo di 4 miliardi di euro.
Il vino rappresenta anche un volano occupazionale. Secondo una ricerca Coldiretti, per ogni grappolo di uva raccolta si attivano ben diciotto settori di lavoro: dall’industria di trasformazione al commercio, dal vetro per bicchieri e bottiglie alla lavorazione del sughero per tappi, continuando con trasporti, accessori, enoturismo, cosmetica, bioenergie, ecc..
Secondo Coldiretti nonostante l’aumento vanno potenziati gli sforzi di tutti gli addetti al settore, visto che in Umbria è ancora scarsa la quantità di prodotto destinata ai mercati esteri.
Vanno quindi rafforzate tutte le misure volte all’internazionalizzazione delle imprese vitivinicole e agroalimentari in genere con un più stretto connubio tra imprese e territorio, che non può che accrescere il brand Umbria, sia in Italia che all’estero.
Intanto Coldiretti al Vinitaly organizza due importanti momenti di approfondimento, presso il Centrocongressi Arena: il primo, intitolato “Clima e vino: rischi e prospettive di una relazione particolare”, è in programma lunedì 26 marzo alle ore 15; il secondo, “La semplificazione fa crescere il vino italiano. Le proposte di Coldiretti”, è previsto mercoledì 28 marzo alle ore 10.