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Confagricoltura Umbria vorrebbe che, dopo 20 anni, l'Ercole Olivario regionale consentisse la partecipazione al concorso anche degli oli extra vergini che non hanno il riconoscimento di Dop
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I produttori umbri di olio extravergine d’oliva che non è DOP (denominazione d’origine protetta) sono partiti all’assalto dell’Ercole Olivario nel tentativo di conquisare un simbolo, molto utile per la promozione commerciale che però è nato per i prodotti DOP.
E’ quindi probabile che non tutti saranno d’accordo con la richiesta avanzata da Confagricoltura Umbria e forse miglior sorte potrebbe avere un concorso regionale ad hoc che avrebbe tutte le carte per ripercorrere la strada dell’Olivario.

Secondo quanto scrive l’organizzazione degli agricoltori l’olio extravergine d’oliva resta fuori da uno dei concorsi più prestigiosi e partecipati, anche a livello regionale: l’Ercole Olivario nonostante sia il simbolo dell’agricoltura ‘made in Italy’ tipica, diversificata e di qualità.
“Da due decenni l’Ercole olivario – afferma Confagricoltura Umbria – ha rappresentato le eccellenze olearie territoriali italiane, svolgendo un preziosissimo ruolo di promozione e diffusione di quello che da secoli è uno dei prodotti principe del nostro territorio, l’olio, appunto. Nulla perciò da eccepire a riguardo.
C’è però un aspetto, non secondario, che rischia di escludere da tale e tanta visibilità e riconoscimenti, una fetta importante, la più consistente, quasi il 90%  di produzione di qualità: l’extra- vergine.

L’Ercole olivario infatti, come noto, premia a livello regionale solo le Dop non prevedendo possibilità di concorsi a livello regionale per l’altro tipo di produzione.
Un’anomalia che penalizza un fiore all’occhiello dell’agroalimentare umbro apprezzato e richiesto in tutto il mondo. Un prodotto inimitabile che fa grande il mondo agricolo regionale, vanto di un impegno incessante di migliaia di imprese olivicole che operano con efficacia e determinazione, anche in tempi non certo facili come quelli attuali.

Era il 1960 quando fu introdotta la legge che definiva la denominazione commerciale “olio extra vergine di oliva”.
Da allora sono stati compiuti molti passi in avanti e le nostre  produzioni di qualità hanno conquistato i mercati internazionali e valorizzato l’attività di tantissimi produttori. L’olio extravergine d’oliva è entrato prepotentemente nella nostra alimentazione e si è affermato anche in aree dove era praticamente sconosciuto.
Il futuro, oggi, ci pone inevitabilmente di fronte alle difficoltà, con prezzi in caduta libera e con pesanti costi produttivi e contributivi che assottigliano i redditi e che rischiano di portare alla chiusura imprese agricole che sino ad oggi erano riuscite a reggere i colpi di un mercato sempre più concorrenziale.

C’è perciò, a maggior ragione, bisogno di certezze, opportunità e reali prospettive. E di azioni ed eventi, come è l’Ercole olivario che consenta di promuovere e valorizzare ancor più l’olio extra vergine umbro e non solo la DOP.
Chiediamo quindi che di questa preziosa opportunità sia tenuto conto in sede di programmazione del prossimo concorso”.

 

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