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Le indagini dei Carabinieri della Compagnia tuderte proseguono sia per acciuffare i ladri/e che si sono resi irreperibili sia per individuare i luoghi di eventuali altri colpi messi a segno
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E’ stata una famiglia di origine rom, stabilitasi da lungo tempo a Bastia Umbra a far razzia di diversi capi di vestiario di prestigiosi marchi in alcuni negozi di abbigliamento dei comuni di Collazzone e Marsciano.
Ma proprio i Carabinieri della Stazione di Collazzone, coordinati dalla Compagnia CC di Todi, nell’ambito dell’attività d’indagine denominata “operazione shopping”, hanno messo fine alle loro attività con l’aiuto di quelli delle Compagnie CC di Assisi, Perugia e del Nucleo Investigativo CC di Perugia.

Le indagini avviate nel settembre 2010, subito dopo i furti, hanno permesso di accertare che degli stessi  furti erano state sei donne.
La sorveglianza continua dei movimenti delle donne ha poi permesso di accertare che le stesse, quotidianamente ed accompagnate dai mariti o conviventi e portando a seguito bambini, uscivano dalla loro abitazione per raggiungere diverse località della provincia di Perugia: Bastia Umbra, Gubbio, Città di Castello ed Umbertide.

Qui individuavano gli esercizi commerciali più appetibili, in genere negozi di abbigliamento o rivendita di generi alimentari e vi facevano ingresso in tre/quattro persone.
Con  diversi stratagemmi, alcuni  riuscivano a distrarre i gestori o i commessi dei negozi, mentre altre asportavano la merce, nascondendola sotto ampie gonne artatamente modificate o grosse borse.
Se i commessi/dipendenti dei negozi osavano tener d’occhio i rom, costoro non si facevano scrupolo di profferire minacce vere e proprie.

In genere, la merce asportata era costituita da articoli di abbigliamento o accessori di marchi importanti, quali “Hogan”, “La Martina”, “Jeckerson”, “Kalvin Clain”, “Nike”, “Dolce & Gabbana”, “Bikkemberg”,  “Champions”,  “Prima Classe”, “Gaudì”, “Pepe Jeans” e  “Roy Rogers”.
 
Sei le persone arrestate ed accusate di numerosi furti aggravati, consumati in maniera seriale, tanto da evidenziare una vera e propria capacità organizzativa peraltro continuata; alcune delle indagate, infatti, erano già state arrestate in flagranza di reato, dopo aver commesso furti in negozi di abbigliamento.
Il vasto campionario di “saccheggi”,  dimostra come la perpetrazione dei delitti contro il patrimonio sia la praticamente esclusiva fonte di reddito della famiglia. 

Al momento tre delle donne sono in carcere, gli altri tre ( due uomini ed una donna) sono agli arresti domiciliari, mentre proseguono le indagini per acciuffare la restante parte della banda familiare.
A tal fine i Carabinieri hanno diffuso le foto dei rom affinché le vittime di altri furti finora rimasti insoluti, vedendo le fotografie degli arrestati, possano riconoscerli quali autori 
 

Allegati
foto.doc

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