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Uno studio condotto dall'Instituto de Biología y Genética Molecular (IBGM) di Valladolid ha evidenziato un possibile utilizzo, a fini di cura di malattie autoimmuni, delle foglie dell'olivo
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Se gli olivicoltori umbri avranno voglia di innovazione che possa incrementare il loro reddito, un nuovo campo d’azione si apre con lo studio condotto dall’Instituto de Biología y Genética Molecular (IBGM) di Valladolid, pubblicato sul British Journal of Pharmacology.
Già ora, con una tecnologia made in Umbria, un reddito aggiuntivo potrebbe essere acquisito dai produttori di olio, che potrebbero sfruttare ai fini di un utilizzo farmaceutico e cosmetico le sostanze contenute nelle acque reflue della spremitura delle olive.

Ma adesso s’è anche scoperto che all’interno delle foglie d’ulivo si trova un acido potenzialmente in grado di contrastare gli effetti di alcune malattie autoimmuni come la sclerosi multipla.
Ma la ricerca spera di trovare effetti dell’acido anche sulle patologie legate all’apparato cardiovascolare
 

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