Un vecchio detto: “ fare come gli antichi che mangiavano la scorza e buttavano i fichi” è stato sempre inteso a dimostrazione di un errato modo di alimentarsi.
Ma ora una ricerca americana lo rivaluta.
Secondo i ricercatori dell’università dello Iowa, nella buccia delle mele è contenuta una sostanza naturale, l’acido ursolico, che fa bruciare i grassi, aumentando la massa muscolare.
La buccia delle mele sarebbe quindi da mangiare perché combatte l’obesità, l’intolleranza glucidica o pre-diabete e la malattia del fegato grasso.
Tuttavia da altre fonti si fa presente che, a parte i pesticidi sistemici, che attraversano la buccia e penetrano all’interno della polpa, la maggior parte delle sostanze chimiche rimane concentrata sulla scorza esterna che pertanto viene scartata
Un’altra ricerca negli Usa ha rilevato che le mele, anche se sbucciate, presentano – quasi nel 100% dei campioni esaminati – pesticidi e che la loro percentuale è la più alta rispetto ad altri frutti.
Due notizie apparentemente contradditorie ma che aprono un’interessante opportunità per i veri produttori di frutta biologica o meglio di frutta assolutamente non trattata con sostanze chimiche.
Quest’ultima frutta, nonostante sia più salutare, sconta un “danno d’immagine” nei confronti dei consumatori perché solitamente non si presenta bella e regolare come la frutta coltivata industrialmente.
Perciò, al momento, ha solo un mercato di nicchia che, per quanto in crescita costante, è ancora una frazione molto piccola della produzione totale.
Una frazione che per le mele potrebbe crescere velocemente se la loro promozione fosse incentrata su slogan che non puntino più solo sul “non fa male” ma anche sul “fa bene”