29 settembre 2012
Date i cassonetti per la spazzatura
Voglio segnalare una cosa assurda che sta succedendo a Todi. Ieri, 27 settembre 2012, uscendo verso le 21,00 con la spazzatura dal mio studio in Via Cortesi, ho incontrato il mio vicino che scendeva dall’auto, arrabbiatissimo, di ritorno da un giro per trovare un cassonetto senza lucchetti ove poter gettare la spazzatura di casa sua.
A quel punto ho attraversato la strada recandomi presso i cassonetti nel parcheggio della Coop ed ho verificato che effettivamente erano stati tutti chiusi con il lucchetto.
Sono rimasto con il saccone nelle mani ed ho iniziato a girare con l’auto finché non ho trovato tre cassonetti nuovi senza lucchetto in un palazzo che non era il mio.
Allora, oltre al disagio personale, mi sono messo a riflettere e fare il punto della situazione. Alla fine di luglio scorso, dopo aver parlato telefonicamente con un operatore Gesenu, ho inviato la richiesta, come concordato, di contenitori per carta e altri rifiuti da mettere all’interno dello studio per poter effettuare anche lì la raccolta differenziata, come già faccio da tempo a casa mia.
Trascorso il mese d’agosto invano, verso la metà di settembre mi telefona una cortesissima operatrice la quale, scusandosi, mi dice che non hanno più cassonetti da mettere in ufficio e che quindi mi sarei dovuto rivolgere a vari nominativi (fornitimi da lei che leggeva su un improbabile piantina nella quale erano indicati i siti ove erano situati i cassonetti) ai quali richiedere per favore il rilascio di una copia delle chiavi dei lucchetti. Perplesso ho agito come mi era stato consigliato e, dopo alcuni rifiuti, ho rinunciato.
Non potevo mica andare ad elemosinare come un mendicante un posticino per la mia spazzatura in un cassonetto! Mi sono rassegnato e ho proseguito a consegnare la mia carta da gettare a mia suocera che ha il privilegio di avere un cassonetto per la carta.
Questo fino a ieri. Ieri, come già detto, ho tentato di gettare l’altra spazzatura sui cassonetti del parcheggio Coop ma, come detto, sono improvvisamente comparsi i lucchetti. Riflettendo ancora ho pensato di chiedere quindi le chiavi dei lucchetti alla Coop e così ho chiesto di fare a mia moglie. Le è stato risposto che non era possibile perché i cassonetti erano i loro e non potevano dare le chiavi a chicchessia. A questo punto mi domando come devo fare, perché prima o poi, troverò i lucchetti anche su quegli ultimi cassonetti che avevo trovato aperti. Mi sembra una cosa vergognosa e in controtendenza alla sensibilizzazione che dovrebbe essere fatta per incentivare la raccolta differenziata. Non meravigliamoci se poi la stessa non riesce a superare il 45% nel nostro Comune! Se avessi un camino in ufficio, come penso faranno a questo punto tutti i cittadini privi di punti di raccolta della propria immondizia, potrei attivare un “inceneritore personale”, provocando evidenti gravi danni all’ambiente. Ora sono in seria difficoltà perché, a parte la carta al cui smaltimento pensa mia suocera, a parte i toner, cartucce ed altro materiale d’ufficio, al cui smaltimento mi rivolgo, come per legge, a soggetti specializzati, non so minimamente come smaltire la restante spazzatura. Questo avviene tra l’altro a me che, quando sono andato a denunciare i metri quadri del proprio studio agli uffici del Comune, ho visto la gentilissima impiegata d’allora molto meravigliata che mi chiedeva se mi sbagliavo perché erano tanti ed avrei pagato moltissimo di tassa per lo smaltimento di rifiuti. Per finire, pago tantissimo e non so dove portare i rifiuti del mio studio. Penso che qualcuno debba prendere provvedimenti anziché sbandierare proclami solo a parole circa la necessità di adoperarsi per la raccolta differenziata. Ora sto aspettando con ansia che vengano messi i lucchetti anche ai contenitori fuori della mia abitazione perché, se la linea seguita è questa, penso che sarà inevitabile che accada."
Gianluca Alvi
29 settembre 2012
Ancora sull’acqua pubblica di nome ma non di fatto
Perdite dell’acquedotto oltre il 45%, tariffe tra le più care in Italia, inquinamento di arsenico questi sono i risultati della gestione privata del SII di Terni.
Già nel 2010 il Comitato di Vigilanza delle Risorse Idriche aveva rilevato irregolarità nella tariffa visto che venivano imputati costi non previsti dal metodo normalizzato, compresi circa 6 milioni di euro per diseconomie registrate nella gestione pregressa che a conti fatti hanno aggravato la tariffa di circa l’11%. Il TAR dell’Umbria aveva dato ragione all’organo ministeriale con la sentenza 161/2010. In sostanza, l’Assemblea dei Comuni dell’ATI 4 mette in tariffa tutto quello che il SII (gestore) gli chiede!
Ma non bastano le prescrizioni già ricevute dal CONVIRI e una sentenza del TAR Umbria che le accoglie parzialmente. La delibera delle tariffe 2012 a proposito della remunerazione del capitale investito è un’ulteriore presa in giro dei cittadini riproponendo quasi lo stesso giochino- togliamo la remunerazione del capitale investito, che incide in tariffa circa il 6,22% ma la aumentiamo della stessa percentuale a causa del mancato ricavo dovuto alla diminuzione dei consumi!
I cittadini risparmiano acqua e vengono premiati con aumenti tariffari.
Questa è la risposta che l’ATI4 dell’Umbria da agli otre 500 utenti che hanno chiesto il rimborso della remunerazione del capitale investito in linea con i risultati dei referendum del 2011 e come ribadito dalla recente sentenza della Corte Costituzionale del 20 luglio scorso.
Ma non finisce qui! In questi ultimi giorni il SII scpa sta procedendo ai distacchi dei contatori in alcuni comuni del territorio, tra i quali Porano, sospendendo un servizio pubblico essenziale sancito dalla Costituzione.
I Sindaci dei comuni della Provincia di Terni continuano a tutelare gli interessi dei privati invece di rispettare 27 milioni di italiani che con i referendum del 12 e 13 giugno 2011 hanno detto NO alla gestione privata del SII e NO al profitto dei privati sull’acqua.
Ma contro questa volontà generale di affossare la democrazia siamo pronti a dare battaglia rilanciando la "campagna di obbedienza civile " con l’autoriduzione della bolletta, eliminando il profitto che illegittimamente il SII scpa e gli altri gestori dell’Umbria prelevano dalle tasche dei cittadini con le tariffe.
25 settembre 2012
Todi: il centrodestra chiede un Consiglio comunale sulla Veralli-Cortesi
PREMESSO CHE Il Comune di Todi è titolare dei beni della APSP Veralli Cortesi e che il Consiglio di Amministrazione esercita in autonomia poteri gestionali su tali beni per il perseguimento dei fini statutari dell’ Ente
PREMESSO CHE
Da oltre sei mesi il Consiglio di Amministrazione dell’Ente ha aperto un bando di gara europeo per la gestione dei servizi relativi alla Residenza Protetta in regime di concessione e che tale bando è stato successivamente sospeso dal Cda, solo per motivi di garbo istituzionale, a seguito di una lettera del Sindaco Rossini che invitava ad operare in tal senso.
PREMESSO CHE
In data 30/08 u.s. il Consiglio comunale di Todi ha approvato, con i voti della maggioranza e la non partecipazione dei consiglieri di minoranza, le nuove linee di indirizzo per la gestione degli Enti Veralli Cortesi ed Etab-La Consolazione.
CONSIDERATO CHE
Tali linee di indirizzo prevedono, fra le varie indicazioni, la richiesta da parte del Comune di Todi che gli Enti, con chiaro riferimento all’APSP Veralli Cortesi, per quanto riguarda la residenza protetta, non usino lo strumento della “ concessione” quale forma di affidamento dei servizi.
CONSIDERATO CHE
L’appalto in concessione è previsto dall’ordinamento come forma assolutamente legale di gestione di servizi ( art. 30 DLGS 163/2006) e che la delibera sulle linee di indirizzo non sembra contenere motivazioni oggettive a sostegno della scelta di non utilizzare l’appalto in concessione.
CONSIDERATO ALTRESI’ CHE
Le linee di indirizzo, così come presentate e votate nel Consiglio del 30/08/2012, sono contrastanti con il procedimento di gara europea precedentemente avviata e la revoca della stessa potrebbe, se non adeguatamente motivata dal punto di vista legale e giuridico, provocare richieste di risarcimento da parte dei partecipanti alla gara stessa con conseguenti danni di natura economica per l’Ente.
I SOTTOSCRITTI CONSIGLIERI COMUNALI
Chiedono che il Consiglio Comunale si esprima nel merito della questione, valutando la compatibilità delle linee di indirizzo adottate con le procedure attualmente in corso ed esprimendosi sulla possibilità, per il CdA della Veralli Cortesi, di riaprire il bando di gara europeo temporaneamente sospeso o, nel perseguimento delle indicazioni che arrivano dal Consiglio Comunale stesso, di revocarlo in via definitiva.
I consiglieri Claudio Ranchicchio, Antonino Ruggiano, Serafini Claudio, Moreno Primieri, Antonio Serafini, Floriano Pizzichini
23 settembre 2012
Fermare la deriva antidemocratica dell’Università di Perugia
Riteniamo inaccettabile e dal chiaro intento antidemocratico la condotta tenuta dal rettore Francesco Bistoni nella gestione dell’ateneo. Infatti dopo aver dato vita ad uno degli statuti d’ateneo più antidemocratici d’Italia, (dove è previsto un consiglio di amministrazione che esclude le rappresentanze di ricercatori , del personale tecnico amministrativo e in cui lascia ai rappresentanti degli studenti un mero ruolo di testimonianza) sta tentando di licenziare un regolamento generale interno che accentra di fatto il potere disciplinare nelle mani del consiglio di amministrazione e del rettore stesso. Il nuovo regolamento generale ora in fase di approvazione attribuisce al rettore il potere discrezionale di sospendere dal ruolo e dallo stipendio qualsiasi professore che sia anche solo sottoposto a procedimento disciplinare in relazione alla verosimiglianza della contestazione. Inoltre il Collegio di Disciplina d’ateneo, viene piegato alle volontà del consiglio di amministrazione che è di fatto libero di rendere effettive o meno le decisioni del Collegio di Disciplina. Notiamo poi la perspicacia dell’amministrazione dell’ateneo che anziché attuare una seria riflessione sul marcato calo di iscrizioni, in parte dovuto alla fama di Perugia come capitale dello spaccio , propone di far traslocare una caserma dell’arma dei carabinieri nell’ateneo, provocando un’ allarmismo infondato alle famiglie in cerca dell’ateneo per i propri figli.
Ci appelliamo dunque ai professori , ai presidi, ai ricercatori affinché blocchino questa deriva antidemocratica a cui l’ateneo sta andando incontro e che rompano l’assordante silenzio che c’è su queste tematiche. Bisogna mettere i piedi nel piatto e ridar vita al movimento in difesa della scuola pubblica e libera come sancito dalla costituzione.
Rifondazione c’è, attendiamo risposta.
Michele Frascarelli – Segretario circolo PRC università e scuola J.Reed
23 settembre 2012
Tribunale, gli avvocati non sono un soggetto politico
L’Ordine degli avvocati di Orvieto ha lanciato l’ultimo dictat ai politici orvietani che non si impegneranno per scongiurare la "sciagura" della soppressione del Tribunale di Orvieto.
Questa, aggiunge il Presidente Finetti verso il quale nutro immutata stima è e rimane, "la conditio sine qua non" per avere i consensi elettorali degli appartenenti alla categoria alle prossime elezioni.
Spiace dover prendere atto, di conseguenza, che nessun avvocato orvietano potrà votare l’UDC visto che, per il sostegno al decreto legislativo di revisione delle circoscrizioni giudiziarie, questo partito si è chiaramente espresso sia attraverso chi scrive sia, meno modestamente, attraverso il Presidente Casini che ha risposto a una domanda diretta sul caso del Tribunale di Orvieto formulatagli in occasione del convegno dell’ Acli svoltosi in città la scorsa settimana.
Credo che le forze politiche debbano tornare ad esercitare la propria leaderschip sulle scelte nazionali abbandonando quella sorta di followschip con cui, da troppi anni, si genuflettono acriticamente sia alle pressioni, ai condizionamenti e ai ricatti delle lobby di ogni categoria sia ai diffusi campanilismi.
Gli Ordini professionali sono stati concepiti in un epoca della storia d’Italia per ragioni che , al giorno d’oggi , trovano assai scarse giustificazioni e non sono banalità le ragioni di chi vorrebbe , anche in coerenza con le politiche comunitarie, abolirli o modificarli radicalmente.
Sono invece completamente in accordo con l’avvocato Finetti quando denuncia la doppiezza di quelle forze politiche o dei rappresentanti delle istituzioni che pubblicamente appoggiano la protesta per suscitare e cavalcare il sentimento popolare, mentre nella realtà hanno sottoscritto e già votato in parlamento i provvedimenti contestati.
Almeno in questo, gli avvocati orvietani, ci daranno atto della nettezza e della chiarezza assunta dall’UDC.
Massimo Gnagnarini
22 settembre 2012
Cattedrale del deserto a Villa San Faustino?
Le operazioni di recupero ambientale e produttivo e di realizzazione di un complesso organico delle opere di "urbanizzazione primaria" e bonifica ambientale dell’area a valle dell’antica Abbazia di San Faustino dove è stato realizzato un nuovo insediamento industriale in conformità ad un progetto, già inserito nell’ecosistema urbanistico-ambientale di Massa Martana con una delibera consiliare approvata nel 2008, condizionano anche la funzionalità dell’impianto e la qualità della vita degli addetti e dei residenti, ma da molti mesi l’area appare abbandonata ed anche la viabilità di raccordo con la viabilità principale è impedita.
Le opere d’urbanizzazione primaria e le infrastrutture di mobilità condizionano, infatti, la funzionalità di ogni opera di trasformazione anche produttiva del territorio, fungendo da reticolo predeterminato in cui le strutture e le loro pertinenze devono inserirsi armonicamente, in quel contesto articolato e dinamico nel tempo e nello spazio che è da sempre un elemento essenziale di ogni dinamica politica e sociale: le Pubbliche e Private Amministrazioni interessate non possono disinteressarsi di questi adempimenti ed obblighi, proprio perché ogni area territoriale non è un coacervo di aree di proprietà con diritto reale d’uso e d’abuso ma un corpo territoriale vivente, formato da molte membra interdipendenti e complementari che sono il patrimonio indivisibile ed indisponibile della Gente Martana.
In nome di questa Gente, a cui appartengo, chiedo al Sindaco di chiedere la realizzazione delle opere deliberate ed il completamento dell’urbanizzazione, ponendo al primo posto la formazione e l’occupazione della nuove generazioni che hanno diritto a trovare un territorio idoneo alle loro esigenze di vita e di lavoro.
Renato Domenico Orsini
21 settembre 2011
Istituto Tecnico e Professionale di Marsciano, Provincia sveglia!
La notizia dell’avvenuta firma – mesi or sono – di un protocollo d’intesa tra la Provincia (titolare della competenza in merito di scuole secondarie superiori) ed il Comune di Marsciano aveva riacceso la speranza di vedere ‘coronata’ l’opera entro pochissimo tempo ma purtroppo la situazione – incomprensibilmente – si è di nuovo bloccata e comunque i lavori non sono stati ancora ripresi.
Il Consiglio Comunale ha recentemente dibattuto questo argomento, interpretando lo stato d’animo dei cittadini marscianesi ed esprimendo quindi l’auspicio che quest’opera venga quanto prima ultimata, nell’interesse della collettività, del personale scolastico (docenti e non docenti) ma soprattutto degli alunni che verranno formati e che sono i fruitori principali di questo servizio.
Occorre peraltro porre in rilievo che già a decorrere da quest’anno scolastico sono stati attribuiti all’Istituto Tecnico-Professionale (peraltro ricompreso nel Liceo ‘L. Salvatorelli’) alcuni importanti corsi di ‘meccatronica’, disciplina moderna e sicuramente in grado di ‘plasmare’ personale qualificato che potrà ben esprimere un’elevata capacità professionale nelle più avanzate e progredite aziende produttive, molte delle quali operanti nel nostro territorio.
Il PSI di Marsciano ritiene pertanto doveroso impegnarsi a tutti i livelli perché venga completato al più presto il fabbricato che dovrà ospitare l’Istituto Tecnico e Professionale, nella consapevolezza che così la nostra cittadina potrà continuare a garantire – a favore di un territorio molto vasto – una valida e qualificata offerta formativa, sia con un’attività didattica di elevato livello che tratti discipline propedeutiche ad un concreto inserimento lavorativo sia con spazi ed attrezzature veramente funzionali a questi progetti.
I Socialisti rivolgono pertanto un invito pressante all’Amm.ne Provinciale perché, comprendendo la reale situazione venutasi a creare e facendosi carico del relativo onere finanziario, voglia intervenire tempestivamente per portare a conclusione i lavori riguardanti questa nuova sede scolastica.
21 settembre 2012
Accesso pericoloso alla scuola di San Terenziano
La situazione connessa con i problemi relativi all’ingresso a scuola degli alunni dell’Istituto Comprensivo (comprendente scuola materna, elementare e media) di San Terenziano è l’ennesimo emblema di una gestione della cosa pubblica a nostro avviso per nulla attenta alle reali esigenze dei cittadini.
Negli anni passati abbiamo avuto notizia della convocazione di consigli comunali straordinari e riunioni delle varie commissioni per approvare in fretta e in furia progetti di privati e/o aziende: ci piacerebbe che con la stessa solerzia venissero affrontate tematiche di primaria importanza per la vita sociale del nostro territorio, in primis la sicurezza nelle scuole.
Un’ordinanza risalente al 2009 fa esplicito divieto, ai genitori che accompagnano a scuola gli alunni del plesso di San Terenziano, di varcare la soglia del cancello di entrata negli orari di inizio delle lezioni. I ragazzi sono costretti a scendere e a salire dagli automezzi proprio nel bel centro di una curva a gomito in prossimità della zona industriale, mentre i genitori cercano disperatamente un parcheggio quanto più vicino all’entrata o si avventurano in rocambolesche operazioni di manovra in corrispondenza – ci teniamo a sottolinearlo – del punto di transito più pericoloso della frazione.
La cosa che suscita indignazione è il fatto che sarebbe sufficiente l’applicazione di un po’ di comune buon senso per risolvere in maniera efficace il problema, suddividendo l’ampio piazzale delle scuole in modo che vi sia un’entrata, un’uscita ed un’area per la manovra degli scuolabus.
Non più tardi di stamattina il sottoscritto ha rischiato di urtare, in retromarcia, un alunno delle scuole elementari spuntato all’improvviso di corsa dietro alla vettura in manovra: è soltanto grazie ai sensori di parcheggio che è stata sventata una possibile tragedia.
Riteniamo che non debba essere uno sciagurato evento a determinare la prontezza di intervento di chi è stato chiamato ad amministrare nell’interesse della collettività: pertanto entro pochi giorni verrà presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Spoleto per denunciare alla magistratura il perdurare di una situazione la cui definitiva risoluzione non è ulteriormente derogabile.
Raoul Mantini
20 settembre 2012
In occasione della presentazione alle associazioni femminili e femministe della provincia di Terni della bozza delle “Norme per le politiche di genere e per una nuova civiltà delle relazioni tra donne e uomini” della Regione Umbria, l’Assemblea delle donne di Terni “De’Genere” ha ritenuto opportuno e necessario informare le donne presenti dell’inadempienza della Regione Umbria rispetto all’applicazione in via sperimentale della pillola abortiva RU486 in regime di Day Hospital.
In particolare ha denunciato che alle donne in Umbria è ancora negato l’accesso alla Ru486, a causa di una mancata delibera attuativa che espliciti alle ASL la modalità applicative da seguire per attuare realmente quanto scritto nella delibera dell’ormai lontano Luglio 2011. In tale delibera si dava, infatti, il via (formale ma non reale) alla sperimentazione del Day Hospital per la pillola (in uso in Europa da oltre 22 anni).
Durante la suddetta presentazione l’Assemblea “De’Genere” ha, dunque, evidenziato i limiti dell’articolo 32, Capo V-Diritto alla Salute delle Donne- indicando semplici e buone pratiche già sperimentate da altre Regione da oltre 30 anni, citando delibere e leggi da prendere a modello per la concreta realizzazione del diritto alla salute delle donne:
1. Delibera applicativa della Regione Emilia Romagna n.105279 del 15/04/2010 “Profilo di assistenza per la donna che richiede IVG per via farmacologica”, grazie alla quale le donne possono accedere alla somministrazione della pillola RU486 in regime di Day Hospital;
2. applicazione della Legge 194 del 22 Maggio 1978 “Norme per la tutela della maternità e sull’interruzione volontaria di gravidanza”, in particolare dell’articolo 9 che da disposizioni alle Regioni sulla piena attuazione della Legge anche tramite la mobilità del personale che scelga l’obiezione di coscienza;
3. applicazione della Legge Regionale (del Lazio) 16 aprile 1976, n. 15 “Istituzione del servizio di assistenza alla famiglia e di educazione alla maternità e paternità responsabili” in cui all’art.8 è prevista la costituzione dell’assemblea delle donne come forma di partecipazione attiva delle donne utenti;
4. applicazione della Legge 405 “Istituzione dei consultori familiari”, in particolare dell’art.1 che prevede l’educazione sessuale “Divulgazione delle informazioni idonee a promuovere ovvero a prevenire la gravidanza consigliando i metodi ed i farmaci adatti a ciascun caso.”
18 settembre 2012
Le Province ed il Psi
Già nel mese di giugno, il Partito socialista italiano dell’Umbria, sia con la presentazione di una mozione in Consiglio regionale, in quello provinciale di Terni e in Comune, che attraverso una specifica conferenza stampa, ha espresso viva contrarietà alla soppressione della Provincia di Terni.
Esprimemmo con estrema chiarezza che le eventuali modifiche degli assetti istituzionali specialmente quando queste riguardano enti elettivi di rilievo costituzionale, dovrebbero essere ispirate da valutazioni riguardanti il miglior assetto istituzionale necessario a rendere più efficace la partecipazione democratica dei cittadini alla gestione e al governo del proprio territorio. Osservammo che in assenza di un organico disegno istituzionale che indichi la natura complessiva dello Stato, ogni intervento rischia di essere ispirato più all’improvvisazione che alla necessità di rendere la forma dello Stato più moderna e democratica”.
Pur mantenendo le riserve sul metodo adottato dal governo e sulle motivazioni che avevano indotto ad assumere le decisioni in questione, proponemmo che fosse adottata una deroga per quelle regioni che disponevano solo di due province o in alternativa di delegare gli enti regionali ad adottare un piano, con tutti gli organismi interessati, di riordino degli assetti territoriali delle attuali province in modo che fosse possibile rispondere ai criteri e i parametri individuati dalla legge”.
L’Umbria sin dal 1976 con il piano regionale di sviluppo che fu approvato con il consenso anche del maggior partito di opposizione di quel tempo, dopo aver deciso di utilizzare i consorzi individuati con legge regionale per creare aree di gestione e programmazione intermedi fra Comuni e Regione, indicò espressamente che tra questi due organismi istituzionali debba esistere una sola struttura intermedia, il cui ambito territoriale, diverso da quello delle due Province, sia pienamente funzionale ad una politica programmatoria. L’obiettivo che si voleva realizzare era quindi la ridefinizione dell’ambito territoriale fra la provincia di Perugia e quella di Terni proprio per rendere possibile la costituzione di un organismo di area vasta capace di assolvere alle funzioni svolte temporaneamente dai consorzi monofunzionali.
Se finora l’intenzione è rimasta sulla carta è dovuto alla continua indeterminazione con la quale i governi che si sono succeduti hanno lasciato la questione istituzionale con particolare riferimento all’ente provinciale.
Il tema è la riforma dell’Umbria in un quadro di complessiva riorganizzazione e semplificazione degli assetti istituzionali
Oggi, malgrado le critiche al provvedimento governativo, è possibile dare seguito ad un disegno politico ed istituzionale che da molto tempo era nelle intenzione regionali al fine di conferire un assetto più funzionale e stabile”.
E’ l’occasione per riequilibrare i territori fra Perugia e Terni e per rendere più efficaci le azioni di governo del territorio regionale. Come è evidente la mobilitazione sostenuta anche dai socialisti umbri volta a difendere la presenza della Provincia di Terni attraverso una diversa perimetrazione territoriale, non è il frutto di una difesa acritica dell’esistente o peggio di una resistenza al cambiamento, ma è il risultato di una riflessione che in tempi lontani ha visto la partecipazione di forze politiche anche dell’opposizione.
L’invito che i socialisti rivolgono a tutti gli enti interessati è di non perdere questa occasione che permette di dare una definitiva risposta alle esigenze da tempo sentite nella nostra regione.
Aldo Potenza, segretario regionale PSI, Cesare Carini, segretario provinciale Psi Perugia, Andrea Difino, segretario provinciale Psi Terni
18 settembre 2012
Un buca in pista
E’ stata depositata ieri presso l’Ufficio Protocollo del Comune di Todi una richiesta urgente di manutenzione degli impianti sportivi della pista di atletica situate in Ponte Naia di Todi da parte del Comitato civico Aria Nuova per Todi nelle figure del suo presidente Pietro Baldassarri, del consigliere comunale Claudio serafini e del componente del Consiglio Direttivo Massimo Fortunati. Il problema in questione riguarda lo stato di degrado manutentivo in cui versa la pista di atletica a Ponte Naia di Todi. Con tale nota pervenuta il 6 settembre scorso gli atleti facenti capo al gruppo sportivo dilettantistico del G.S. Uisport Avis Todi: “quando una mattina, più di un mese orsono, siamo entrati nell’ impianto di atletica leggera di Ponte Naia abbiamo trovato in corrispondenza della “curva sud” della pista un bel getto d’acqua che sgorgava dalla seconda corsia. Il fatto strano era che ci trovavamo nel bel mezzo del periodo più siccitoso degli ultimi decenni! Dopo un po’ di ragionamenti, in verità non molti, si giungeva a scoprire il motivo della presenza di questa sorgente, una grossa tubazione dell’acquedotto che rifornisce la parte sud del comune di Todi passava direttamente sotto la pista. Scoperto il mistero iniziavano i rimpalli di responsabilità ed intanto la pista continuava a produrre acqua, finchè la società di gestione delle acque decideva che era il caso di intervenire per evitare ulteriori danni alla struttura e magari risparmiare un po’ d’acqua!!! Creato un by pass esterno alla pista, in 1/2 giornata di lavoro, la sorgente si asciugava ma al suo posto rimaneva una voragine di almeno 50 cm di diametro al di sotto del manto di gomma. Da quel momento l’impianto non è stato più oggetto di attenzione da parte di nessuno dei soggetti titolati ad intervenire eccetto che per l’apposizione delle transenne che delimitano il “buco” e il suo utilizzo risulta menomato per non dire impossibile. Con l’avvicinarsi delle piogge e poi delle gelate , il manto gommato che si avvalla all’interno della voragine si deteriorerà irreparabilmente e l’impianto di Ponte Naia , all’avanguardia in Umbria e non solo, diverrà inutizzabile lasciando gli atleti tuderti , dei quali oltre 150 del solo G.S. Uisport avis Todi , senza la possibilità di allenarsi e mandando in fumo qualche decina di migliaia di euro di soldi pubblici”. Considerando L’elevato numero di segnalazioni e lamentele ricevute in merito alla questione, la scarsissima manutenzione dell’ impianto, i notevoli rischi per l’incolumità degli atleti che quotidianamente utilizzano la suddetta struttura, l’indecorosa immagine che l’attuale stato delle cose offre non solo ai cittadini di Todi ma anche a tutti gli atleti che spesso ospitiamo dai paesi limitrofi, il comitato civico Aria Nuova per Todi chiede al sindaco Rossini ed agli assessori competenti di rimediare alla particolare problematica, sia per risolvere il particolare disagio degli atleti, sia per evitare un ulteriore dispendio di risorse economiche pubbliche, nonché evitare eventuali incidenti. Detto ciò saremo ben lieti di conoscere tempi e modalità con le quali si abbia la volontà di risolvere tale inconveniente.
Aria Nuova per Todi
18 settembre 2012
Todi: convocazione Consiglio regolare… come quando lo faceva il centrodestra!
In merito alla convocazione del Consiglio Comunale del 9 ottobre 2012, tengo a sottolineare che la stessa è avvenuta nel pieno rispetto del Regolamento del Consiglio Comunale.
Le modalità di convocazione, infatti, hanno tenuto conto della disciplina del Regolamento del Consiglio Comunale, attuativo del Testo unico degli Enti Locali che all’art.38 c.2 rinvia al Regolamento la disciplina del funzionamento dei Consigli ed in particolare le modalità per la convocazione, la presentazione e la discussione delle proposte. Inoltre è stato fatto pieno riferimento al parere dell’Ufficio di Segreteria e alla prassi amministrativa del Comune di Todi.
In primo luogo, tengo a sottolineare che il sottoscritto non si è mai arrogato nessuna libertà di “interpretare” a suo piacimento il Regolamento del Consiglio Comunale il quale è normativa di riferimento dell’organizzazione dei lavori consiliari. L’art. 17, come già evidenziato in una mia precedente nota, parla chiaro: “Il Presidente è tenuto a convocare il consiglio, in un termine non superiore a 20 giorni…”.
Come ho potuto accertare tramite l’ufficio di Segreteria, il Regolamento del Consiglio Comunale è fonte secondaria, attuativa dello Statuto Comunale e del Testo unico degli enti locali. Ove nulla sia previsto dalla normativa regolamentare e statutaria, si applica la fonte di rango superiore. Nel caso di specie, il Regolamento disciplina espressamente la fattispecie in base all’art. 17, pertanto non vi è una lacuna che richieda il riferimento alla fonte di rango superiore. Tale norma è attuativa dell’art. 37 del TUEL il quale afferma che “Il Presidente del consiglio comunale è tenuto a riunire il consiglio, in un termine non superiore a venti giorni, quando lo richiedano un quinto dei consiglieri…”.
Evidentemente, in sede di attuazione del Regolamento del Consiglio Comunale, in vigore dalla precedente legislatura e recentemente modificato, si è ritenuto di applicare in tal senso la normativa, traducendo il termine “riunire” nell’obbligo del Presidente del Consiglio di effettuare le convocazione.
Tale interpretazione è frutto dei lavori della Commissione Statuto e Regolamenti che ha redatto il regolamento. Inoltre dalla data di entrata in vigore del Regolamento, lo stesso è stato più volte modificato, (l’ultima modifica è avvenuta con deliberazione del C.C. n. 7 del 19.02.2011) e la validità dell’art. 17 non è mai stata posta in discussione.
Ora, in presenza di un Regolamento del Consiglio Comunale valido ed efficace, approvato nel 2005, nel quale tale norma attuativa non è stata mai contestata, non ho potuto far altro che prendere atto di tale disciplina e darne attuazione. Non è competenza del Presidente del Consiglio Comunale né degli uffici, disapplicare un regolamento valido ed efficace, con riferimento ad una norma che non mi risulta mai essere stata contestata da nessuna amministrazione.
Come verificato con la collaborazione dell’ufficio di Segreteria, un ulteriore aspetto conforta la regolarità della convocazione stessa: l’interpretazione conforme all’art. 17 del regolamento che consente di convocare entro venti giorni il Consiglio Comunale, risulta essere prassi amministrativa del Comune di Todi. Nella precedente legislatura, infatti, come risulta dagli atti, la Presidenza del Consiglio ha applicato l’art. 17 del Regolamento fissando la data della seduta in un termine superiore ai 20 giorni. (Rich. Prot. 13672 del 17/04/2009 consiglio tenuto in data 4/06/2009; Rich. Prot. 37123 dell 19/10/2009 consiglio tenutosi in data 25/11/2009; Rich. Prot. 18140 del 14/05/2010 consiglio tenutosi in data 11/06/2010; Rich. Prot. 31030 del 10/09/2010 consiglio tenutosi in data 16/10/2010; Rich. Prot. N. 0018914 del 15/06/2012 consiglio tenutosi in data 01/09/2012; Rich. Prot. n. 28485 del 16/09/2011 consiglio tenutosi in data 12/10/2011) .
Da parte mia non è stato pertanto posto in essere alcun comportamento omissivo rispetto alle funzioni del Presidente del Consiglio che sono state esercitate nel pieno rispetto del Regolamento attuativo della Legge sugli Enti Locali e della prassi amministrativa del Comune di Todi, convocando il Consiglio entro 20 giorni, sotto l’egida dell’Ufficio di Segreteria.
Inoltre tengo a sottolineare che la scelta del 9 ottobre 2012, data che non pregiudica alcuna possibilità di dibattito sull’argomento richiesto, è stata posta in essere tenendo conto delle esigenze manifestate dall’Amministrazione di attendere ulteriori elementi tecnici al fine di un corretto sviluppo del dibattito su un tema molto importante per la città di Todi. Ciò al fine di agevolare la discussione ed il diritto di informazione dei consiglieri di maggioranza ed opposizione.
Il Presidente del Consiglio Comunale
Francesco Maria Alvi
16 settembre 2012
Depuratore: tanto rumore per nulla
Leggo che in merito al depuratore finalmente si sta valutando anche la possibilità di una risistemazione con adeguamento di quelli esistenti. Tutti o un parte questa è una questione tecnica da vedere.
C’era per la verità chi questa soluzione l’aveva ipotizzata almeno un anno fa . Appena scartata l’ipotesi di Porchiano e di Pian di Porto, per ragioni diverse che non ripeto.
Sono certo che questa sarebbe l’ipotesi migliore per Todi sotto ogni profilo.
Mi spiace che non sia sta mai presa in seria considerazione da nessuno, nemmeno a livello di studio per capirne la fattibilità.
Oggi leggo che forse si andrà verso questa soluzione.
Certamente mi farebbe piacere ma non per dimostrare alcunché (non mi importa e non sono un ragazzino che ha avuto la caramella che nemmeno ha chiesto).
Mi fa piacere perché prevarrebbe il buon senso, perché finalmente i lavori inizierebbero,
perché insisto che è la miglior soluzione per Todi, perché la meno impattante , la più compatibile e quella che troverà maggiori consensi. Mi spiace anche che nessun organo di informazione gli abbia dato lo spazio che meritava . Ma so benissimo che per i buon senso c’è sempre meno spazio. La politica urlata ha sempre il sopravvento su quella ragionata.
Ringrazio pubblicamente l’ I.D.V. ed i consigliere Giorgi, perché la sua iniziativa ancorché con scarse possibilità di riuscita ha consentito però di ragionare sull’argomento. Lo ringrazio anche per la posizione autonoma non facendosi tirare la giacca da nessuna parte.
Ed ancora si dimostra che le formazioni politiche anche piccole numericamente, ma meglio organizzate politicamente riescono ad affermarsi anche nell’ambito di una coalizione senza procurare strappi insanabili. Spero che serva almeno come esperienza per il futuro.
Certo vi è il rammarico che tutto questo periodo poteva essere utilizzo per confronti più proficui sulle sedi di giustizia, sulla riorganizzazione dei territori e di conseguenza sulla provincia di Terni, come i poteva essere meglio utilizzato per discutere seriamente sul rilancio del centro storico o dei centri storici in Umbria e poteva avviarsi una discussione proficua sulla crisi e sulle prospettive di Todi in un quadro oltre- Comunale che coinvolge anche il tema delle infrastrutture ed i particolare della possibile non trasformazione della E/45 in autostrada, così come dei punti di maggior crisi evidenziatasi in questo ultimo periodo che sono stati oggetto di polemica ma non di proposta politica. Con questa intendo solo dare il mio contributo da cittadino. E questo diritto nessuno certamente potrà togliermelo.
Ottavio Nulli Pero
14 settembre 2012
Fratta, un marciapiede contestato
A Fratta Todina l’Amministrazione Comunale invece di risolvere i problemi ai cittadini, li crea. Il riferimento è ai lavori di riqualificazione nella zona denominata Pozzo Lungo. Il progetto, tra gli altri interventi, prevede anche la realizzazione di un marciapiede pedonale nel lato sinistro di via del Pisciarello. Numerosissime sono le proteste dei cittadini, concretizzatesi anche in una raccolta firme relative a tale intervento, in quanto comporta, rispetto al passato, un evidente restringimento della carreggiata stradale e la riduzione del raggio della curva in immissione sulla via Circonvallazione, rendendo difficoltose e poco sicure le operazioni di svolta, considerando anche la collocazione della strada in salita e l’incrocio con via della Barca. Pur essendo apprezzabile e progettualmente lodevole la previsione del marciapiede pedonale, la collocazione in tale via ha però, oggettivamente, dato luogo a notevoli criticità nel transito veicolare. Per questo motivo ho presentato due mesi fa ( 2 luglio 2012 )una mozione al Sindaco di Fratta Todina chiedendo di provvedere alla risoluzione di tale problema, rinunciando alla realizzazione del marciapiede per sostituirlo con una zanella in calcestruzzo. Tutto ciò in considerazione del fatto che il marciapiede sarebbe risultato totalmente scollegato, vista la mancanza di altri tratti pedonali in zona, e che in quel momento ancora non era stato ultimato, ma solo delimitato dal cordolo .Sarebbe stata doverosa da parte dell’Amministrazione una presa di coscienza della situazione, in maniera tale da modificare la previsione progettuale a vantaggio dei cittadini e della loro incolumità. Invece l’Amministrazione Comunale non si è nemmeno minimamente preoccupata di sottoporre tale richiesta all’attenzione del Consiglio Comunale. Anzi, ha bellamente ignorato il tutto e addirittura autorizzato il proseguimento dell’opera con la pavimentazione del marciapiede, avvenuta il 31 luglio. Di fronte a tutto questo, mi chiedo: E’ possibile che per l’Amministrazione Comunale la voce e le richieste dei cittadini non contino nulla? E’ un atteggiamento accettabile e serio dare ordine di procedere con i lavori, ignorando una specifica richiesta depositata ufficialmente agli atti? Qual è la funzione del Consiglio Comunale, se poi le decisioni più controverse vengono prese d’imperio, senza nemmeno accettare il dibattito e il confronto?
Sarebbe stato apprezzabile da parte dell’Amministrazione Comunale prendere atto delle richieste avanzate dalla propria gente e rivedere le proprie scelte, per risolvere il problema in maniera semplicissima e senza spese aggiuntive, piuttosto che procedere in barba a tutto e tutti con la solita tracotanza.
Cinzia Moriconi- consigliere comunale Fratta Todina
13 settembre 2012
Castrini sollecita l’intitolazione della Sala della Giunta ad Antonio Pinotti
Sono passati quasi due anni dalla scomparsa dell’indimenticabile Antonio Pinotti. Credo oggi, ci siano tutte le condizioni possibili ed immaginabili per intitolare la sala giunta del comune di Todi, o magari una piccola parte della Rocca, dove LUI sovente era solito correre la mattina presto. Riporto le dichiarazioni dell’allora capogruppo Caprini, oggi Assessore alla cultura della giunta Rossini. Fu Caprini con un ordine del giorno del 5 maggio del 2011, a cercare di poter portare avanti se approvato, un riconoscimento ad un politico che nella storia politica Tuderte, è stato un personaggio sempre in primo piano, con il suo impegno e con la sua determinazione, nel portare avanti i numerosi problemi della comunità. Caprini ha ricordato che “Antonio Pinotti è stato un autorevole amministratore della città di Todi, ricoprendo incarichi a tutti i livelli comunali, provinciali e regionali.
Chi ha avuto il piacere e l’onore di conoscerlo sa bene quanto Antonio avesse a cuore il bene della sua comunità e quanto per lui fosse importante il dialogo e il confronto con tutti, cittadini, alleati, avversari politici. Non possiamo non ricordare le sue altre passioni: lo sport e la caccia. E proprio la caccia e l’associazionismo venatorio l’hanno visto protagonista di grandi battaglie culturali per colmare il gap con il mondo ambientalista, una vocazione che ci ha regalato manifestazioni di livello nazionale ed internazionale come Zefiro.”
Per questo, conclude Caprini “Siamo certi che il Consiglio comunale intero converrà sull’importanza di tramandare agli amministratori che verranno il ricordo di Antonio, fulgido esempio per tutti coloro che perseguono il bene della collettività e della propria comunità, senza interessi personali o di parte." Sollecitiamo, quindi, un primo passaggio toponomastico del Comune di Todi, per individuare il luogo più adatto per ricordare la figura di un grande Tuderte.
Giancarlo Castrini
13 settembre 2012
Assessore e Dirigente Scolastico replicano sulla scuola di Pantalla
A fronte di esigenze rappresentate dal personale docente e dai genitori dei bambini frequentanti la scuola primaria di Pantalla, la nuova Amministrazione Comunale ha manifestato apertura al dialogo e alla partecipazione accogliendo, pur con le prevedibili difficoltà in termini di sostenibilità e attuazione, le richieste di sperimentazione di una classe a tempo pieno presso la scuola primaria di Pantalla.
Programmare i servizi collegati ad un progetto di tempo pieno, considerando i tempi ristretti disponibili, ha comportato un notevole impegno per l’Amministrazione Comunale da un punto di vista sia economico sia logistico.
Il giorno 04 Settembre, in occasione dell’incontro tenutosi presso il plesso scolastico di Pantalla, tra il Responsabile del competente Servizio Comunale, l’Assessore all’Istruzione e Servizi scolastici, il Dirigente della Direzione Scolastica, il personale docente della prima classe e i genitori dei bambini interessati, è stato di fatto presentato il progetto di tempo pieno per Pantalla che attualmente riguarda l’anno scolastico 2012/2013.
Durante l’incontro, peraltro vivamente partecipato, sono stati forniti dettagli sullo start-up del progetto di tempo pieno, con garanzia da parte dell’Amministrazione Comunale di Todi della fornitura di pasti presso il plesso scolastico, in locali interni al plesso adeguatamente adibiti allo scopo e con l’ulteriore assicurazione della disponibilità del trasporto scolastico al termine dell’orario prolungato. Per tale gestione sperimentale l’Ufficio Scolastico Regionale ha garantito l’organico dei docenti.
Relativamente al costo del servizio mensa, questa Amministrazione, ha ritenuto opportuno farsi carico di quota parte della spesa (peraltro contenuta) che le famiglie dovranno affrontare, pur nella limitatezza delle risorse disponibili ma nella consapevolezza di dare un segnale concreto di sostegno alle famiglie richiedenti.
Già durante l’incontro le famiglie presenti hanno infatti manifestato piena soddisfazione per la sperimentazione del progetto e per le modalità proposte.
Relativamente alla polemica circolata sulle modalità di inserimento dei bambini del primo anno della scuola dell’infanzia, l’Amministrazione Comunale intende precisare che trattandosi di attività puramente educativo-didattiche, le scelte effettuate rientrano nella piena ed esclusiva competenza della Direzione Didattica, comunque condivisibili laddove siano espressione di un percorso di partecipazione e confronto con educatori e genitori per trovare soluzioni che riducano l’impatto psicologico del bambino alle prese con una nuova dirompetente esperienza e con una gestione del tempo fuori dal contesto familiare.
Va da sé che nessuna iniziativa è priva di difficoltà ma responsabilmente ci si impegna a farsi carico di un sacrificio laddove si condivida l’idea che possa comportare un maggiore beneficio, in questo caso peraltro nell’interesse superiore del benessere del minore.
La Direzione Didattica, dal canto suo, non comprende come mai si attacchi improvvisamente un’iniziativa progettuale che ormai da anni contraddistingue la qualità delle Scuole dell’Infanzia del circolo Didattico: il “Progetto Accoglienza”, nato per facilitare i bambini al nuovo ingresso nella scuola e che finora ha consentito di ridurre al minimo gli episodi di disagio psicologico e conseguente abbandono della frequenza.
La Direzione didattica da diversi anni affronta nelle riunioni preliminari questo tema con i nuovi genitori, condividendone con loro difficoltà e i disagi, ma anche le motivazioni e il concetto di fondo, forse un po’ inusuale in questa società frettolosa e disattenta, che il tempo speso per i figli venga poi abbondantemente ripagato.
D’altro canto la maggior parte degli educatori credono che un piccolo dispendio di energie organizzative valga la pena per consentire ai bambini tutta la cura e l’attenzione di cui hanno bisogno.
E’ vero, oggi il lavoro assorbe molto tempo, ma un inserimento condotto con successo evita poi tante lacrime, incubi notturni, rifiuto.
Prima di questa iniziativa, infatti, non era raro che alcune famiglie si ritrovassero con il proprio figlio che si disperava per non andare a scuola e molti genitori hanno preferito poi ritirarlo con conseguenti, pesanti ricadute di natura economica ed organizzativa in famiglia.
Dallo scorso mese di Giugno, inoltre, proprio per venire incontro alle esigenze lavorative di qualche genitore, il Progetto Accoglienza è stato modificato nelle modalità e negli orari. I genitori hanno sempre dimostrato di comprendere le motivazioni di tale progetto, ed è comunque comprensibile che ci sia una minoranza che si dichiari non soddisfatta. Qui non si parla di scuola dell’obbligo, ma di un servizio educativo e quindi ancor di più a servizio e a misura di bambino.
Cristina Maravalle (Dirigente Scolastico) – Daniela Baccarelli (assessore comunale)
12 settembre 2012
Gli incendi boschivi in Umbria ed i vigili del fuoco
I gravissimi incendi che hanno interessato l’Umbria durante tutto il periodo estivo hanno distrutto vastissime aree di profondo interesse naturalistico e paesaggistico, esponendo le popolazioni e i loro beni a gravissimi rischi, ed in diversi casi a danni conclamati anche di natura fisica. L’entità e la consistenza degli eventi hanno fatto emergere l’insufficienza del dispositivo di emergenza messo in campo dalla convenzione tra Regione dell’Umbria e Direzione Regionale VV.F utilizzato per fronteggiare con solo due squadre, costituite da cinque unità ciascuna e dislocate una presso il Comando VV.F di Perugia ed una presso quello di Terni, le diverse operazioni di soccorso che hanno interessato tutto il territorio regionale, in quanto decisamente sottodimensionato rispetto alle reali esigenze del territorio.
L’impegno dei Vigili del Fuoco dell’Umbria è andato, nei fatti, ben oltre l’impegno richiesto dalla convenzione. Per tutto il periodo estivo si è dovuto fare ricorso al personale in servizio ordinario per l’emergenza incendi boschivi, sottraendo, inevitabilmente risorse importanti alla restante parte del soccorso che quotidianamente viene svolto dai Vigili del fuoco (incidenti, incendi di diversa natura, soccorsi a persone, incidenti industriali, ecc). Tutte le squadre delle Sedi Centrali di Perugia e Terni e dei relativi distaccamenti, sono state più volte impiegate per diversi giorni nella lotta attiva contro gli incendi boschivi. A ciò si è aggiunta anche la necessità di richiedere il supporto di squadre VV.F provenienti da altre regioni. La tempestività che ha caratterizzato l’operatività delle squadre VV.F ha consentito di evitare che piccoli incendi potessero diventare situazioni ben più grandi .
Questo massiccio impiego del personale VV.F ha esposto le popolazioni al rischio concreto di non vedersi portare soccorso per le altre tipologie d’intervento. Solo il caso ha voluto che all’ emergenza incendi boschivi non si siano sovrapposte emergenze di diversa natura, più o meno gravi. Si rammentano, a tal proposito, le diverse emergenze sismiche che nel recente passato hanno interessano la Regione, anche con conseguenze gravissime. A ciò si aggiunga che a breve, l’emergenza incendi boschivi, potrebbe essere sostituita da una emergenza diffusa a causa dei dissesti idrogeologici da quella derivanti.
Luca Covarelli – segretario generale regionale Fns Cisl Umbria
12 settembre 2012
Depuratore: "sono stato contestato dagli occupanti il Consiglio comunale"
Sono andato nella sala del Comune di Todi occupata dall’opposizione per sostenere la fattibilità del nuovo Depuratore nell’area di Porchiano, in opposizione alla maggioranza che sosterrebbe la fattibilità dell’area della Cascianella ed ho chiesto informazioni sui dati tecnici e normativi delle due localizzazioni ma sono stato trattato dagli occupanti come un “provocatore” perché si tratta di una scelta “politica” che deve prevalere sui criteri di valutazione tecnica e normativa e, d’altronde, che l’Amministrazione non ha mai avuto copia del progetto, predisposto e gestito in proprio dall’Umbria Acque. Ho eccepito che, a mio giudizio, non è possibile discutere e decidere in merito senza acquisire preliminarmente tutti i dati di fattibilità tecnica e normativa e che il Sindaco, anche come “Ufficiale di Governo” ha la potestà di esigere questa documentazione e di verificarne la compatibilità con il territorio e l’ambiente comunale, di cui deve essere “custode, ma sono stato contestato e non ho potuto avere una risposta specifica al problema posto: sono pertanto uscito per non disturbare ulteriormente uno scontro di parte, che rifiuto come cittadino Italiano libero.
Renato Domenico Orsini, Dottore Agronomo e Dottore in Giurisprudenza
12 settembre 2012
Todi, il Pd ricorda i ruoli ed attività degli occupanti il Consiglio comunale
I sottoscritti consiglieri comunali di Todi appartenenti al gruppo consiliare del Partito Democratico essendo venuti a conoscenza della richiesta di dimissioni pervenute a mezzo stampa da tutti i Consiglieri di minoranza al Presidente del Consiglio Comunale Alvi Francesco Maria, con la presente intendono solidarizzare con la sua figura.
Sicuri della correttezza delle sue decisioni ed azioni e certi, perché riscontrato fin dal primo giorno della sua elezione, che l’ operato del Presidente Alvi è sempre stato contraddistinto dalla volontà di dialogare e rispettare tutte le idee e figure presenti in seno alla massima assise cittadina senza far riferimento a quale schieramento politico esse provenissero, rimaniamo stupiti, più da cittadini della passata amministrazione comunale che da consiglieri della attuale, dall’ ardore con cui i consiglieri di minoranza affrontano il tema sul depuratore e di conseguenza attacchino il Presidente Alvi e l’amministrazione Rossini senza alcun pudore.
Attacchi di un livore del tutto fuori luogo, visto che i signori consiglieri di minoranza nella passata amministrazione comunale occupavano tutti ruoli di primo e primissimo piano; tanto per rammentare agli smemorati essi erano: Antonino Ruggiano, Sindaco; Moreno Primieri, Vice-Sindaco con delega all’urbanistica; Antonio Serafini, Assessore Lavori Pubblici ; Claudio Serafini Assessore (per poco) alle Manutenzioni; Claudio Ranchicchio consigliere con delega allo sviluppo economico e per ultimo ma non per importanza Floriano Pizzichini, Presidente del Consiglio (si lui) che più volte ha rifiutato incontri consiliari su temi quali il depuratore o altro.
Ed oggi proprio questi signori hanno la forza e l’ipocrisia di un atto ostile quale l’occupazione della sala del consiglio, atto che va non solo contro il Presidente Alvi e l’amministrazione Rossini ma contro l’intera comunità cittadina. Non capiamo perché tali soggetti, visto le cariche che ricoprivano, non abbiano avuto la lungimiranza, la capacità ed il coraggio di realizzare un opera così importante, ma affrontino oggi la tematica del depuratore con simili pagliacciate che li ridicolizza tutti. Ma rischia di ridicolizzare l’intera città.
Un opera quella del depuratore che l’amministrazione Rossini non solo avrà la lungimiranza la capacità ed il coraggio di realizzare ma avrà anche, nei giusti modi e momenti (quando sarà in possesso di tutti i dati necessari, non solo quelli relativi al sito della Cascianella), il piacere di aprire un dialogo con la cittadinanza tuderte per trovare insieme la soluzione migliore.
Sicuramente questa amministrazione non si farà dettare l’agenda programmatica sul depuratore da chi non è stato in grado non solo di realizzarlo, ma neanche di collocarlo in un luogo adeguato, commettendo errori su errori ed oggi ha la faccia tosta di impartire lezioni di buon governo e di condivisione.
I consiglieri di minoranza oggi si vorrebbero erigere a paladini non si sa di cosa, essi devono ricordare che le elezioni sono passate e sappiamo tutti come è andata a finire; ora come dice un vecchio detto: “vorrebbero chiudere la stalla quando i buoi sono oramai scappati”.
Datevi pace ci penseremo noi a risolvere la situazione ed a trovare la soluzione migliore insieme alla cittadinanza visto che voi non siete stati in grado di farlo.
Andrea Vannini capo gruppo PD
Massimiliano Gioffrè Consigliere Comunale PD
Marcello Orlandoni Consigliere Comunale PD
Simone Mattia Berrettoni Consigliere Comunale PD
Diego Carletti Consigliere Comunale PD
12 settembre 2012
Il Pdl di Todi bacchetta l’assessore che ha parcheggiato sul posto riservato ai disabili
In un momento in cui le paraolimpiadi hanno offerto al mondo un grande insegnamento morale, civile ed umano. In un momento in cui l’attenzione per i diversamente abili diviene più che mai una priorità, in una società sempre più assorbita dal dibattito sulla crisi economica e disattenta di fronte alle grandi questioni umane e civiche, ci troviamo a dover assistere ad atteggiamenti vergognosi posti in essere da alcuni amministratori del comune di Todi.
Chi si erge a solone della verità, a moralista, a bacchettone, chi fa dell’etica e della serietà un merito indiscutibile, si macchia, al contrario di gesta che sfiorano l’indecenza e sui quali non ci sentiamo di poter tacere. Todi oggi si veste dell’onore che gli regalano assessori avvezzi a parcheggiare nei posteggi riservati ai disabili e di capigruppo che fanno ironia sulla vita di nostri sfortunati concittadini non più fra noi. Comportamenti che troviamo difficoltà a qualificare, soprattutto perché sostenuti da un fare saccente e dalla impunità di chi non ammette il proprio errore, ma al contrario lo sostiene e se ne fa vanto per supportare la propria battaglia politica. Non proviamo odio per queste persone. Semplicemente le compatiamo. Non le giudichiamo, ma proviamo vergogna per loro. Quando la politica degrada nell’offesa, quando lo scontro dialettico affonda nell’ipocrisia, quando si perde il senso della misura e il fine giustifica ogni mezzo, non si é più protagonisti della civiltà, ma di un suo bieco e triste surrogato. Ci sorprende che nostri giovani concittadini, che hanno avuto la fiducia di parte dei tuderti, siano scivolati sul terreno della pochezza non comprendendo a fondo l’importanza del ruolo che rivestono e delle responsabilità che li accompagna. Non accettiamo lezioni da questi personaggi e speriamo che chi non ha misericordia per nessuno, abbia misericordia almeno per se stesso.
Pdl Todi
11 settembre 2012
Il Pdl di Todi sull’urina sul portone comunale
Sulla squallida vicenda del ritrovamento di urina sul Portone dei Palazzi Comunali, il Popolo della Libertà si unisce allo sdegno per la deprecabile azione. Condanniamo con forza il malsano gesto di chi, per motivi che non trovano alcuna giustificazione, si é permesso di offendere la sacralità civile dei Palazzi comunali cittadini. Tale gesto si inserisce in una fase delicata della vita politica e amministrativa, un momento in cui il Pdl e le altre forze di opposizione, da giorni in assemblea permanente nella sala del consiglio comunale, sono concentrate su una grande battaglia nell’interesse di tutti i cittadini. Non vorremmo che la nostra presenza in quella sede abbia indotto qualche stolto nel tentativo di offendere la nostra dignità ed il valore del nostro sacrificio attraverso gesti ed atti semplicemente vergognosi. Preferiamo pensare che tale opera sia il frutto di una goliardata scaturita in un proprio e vero atto vandalico che condanniamo senza se e senza ma. Ci auguriamo che tali episodi non si ripetano più nel rispetto delle basilari regole di convivenza civile e delle istituzioni di cui ci facciamo e di faremo sempre difensori.
Gruppo Consiliare Popolo della Liberta’
11 settembre 2012
Il Pdl di Todi continua a danneggiare la città
L’occupazione della sala del Consiglio è solo un danno per la città. Il bivacco dei destrorsi nella sala consiliare sta diventando una vergogna ed un danno per la città!!
Hanno impedito ad una coppia di sposi stranieri di celebrare il loro matrimonio nella sala consiliare che avevano scelto e pagato da tempo e hanno imbrattato le facciate del Palazzo del Capitano con striscioni vergognosi proprio nel fine settimana, quando maggiore è l’afflusso di turisti i quali hanno il diritto di vedere e fotografare i palazzi nel loro splendore . Strano episodio qualcuno, nella notte, non ha trovato di meglio che imbrattare con liquidi ………..la porta di accesso al Comune!!!
Hanno superato ogni limite! Bella figura per la città! Gli sposi e i loro invitati ringraziano i consiglieri comunali del PDL e soprattutto parleranno bene della città. Lo stesso i turisti.
Sarebbe ora che tolgano il bivacco pagato da tutti i cittadini e deleterio per la città!!
Smettano di ricattare le istituzioni e di minacciare il Presidente del Consiglio.
Le loro prevaricazioni non passeranno.
Vergogna!!!
Pd Todi
10 settembre 2012
Todi, il Psi al centrodestra: "I belli addormentati"
La singolare manifestazione inscenata dai Consiglieri della Destra Tuderte lascia a dir poco basiti, parlano di Democrazia calpestata, loro che per 5 lunghissimi anni hanno stracciato non solo la Democrazia ma anche il ricordo di ciò che poteva significare quella parola.
Dov’erano quando alla richiesta di convocare un consiglio per discutere del depuratore hanno lasciato trascorrere più di un anno prima di convocarlo? Dov’era l’allora Presidente del Consiglio Pizzichini oggi novello Giovanna D’Arco quando convocò a giugno il Consiglio Comunale facendo trascorrere oltre due mesi? Dov’erano questi paladini della trasparenza quando hanno lasciato passare 1800 giorni circa senza produrre un solo atto per definire la questione depuratore? Eravate li, ma dormivate tutti? Non vi siete mai resi conto che i giorni passavano e così i mesi e poi gli anni e voi… non avevate concluso niente?
Ma queste domande ve le siete mai fatte??? Altrimenti viene a noi, ma anche ai cittadini, il dubbio che stiate prendendo in giro tutti! Non avete fatto niente per 5 anni e adesso tanto fervore e tanta agitazione perché non vi è stata data la possibilità di discutere con i metodi autoritari che agognate! Oggi parlate di contestare il parere della sovraintentenza ma perché quando eravate maggioranza e di tempo utile ne avevate a iosa vi siete ben guardati dal fare opposizione formale ai vincoli posti alla soluzione Porchiano? La verità è un’altra e i cittadini l’hanno ben compresa, alla destra nostrana non interessa minimamente il bene della nostra comunità, non interessa che si rischi di perdere i finanziamenti previsti (a danno di tutta la collettività), ma interessa portare avanti un’opposizione becera e strumentale con l’unico scopo di cercare di rastrellare consensi su qualsiasi argomento. Le regole valgono per tutti vanno rispettate e fatte rispettare, il Consiglio Comunale si farà sicuramente, ma non certo a fronte di imposizioni. Non si possono piegare alla volontà di parte le Istituzioni cittadine (il Consiglio Comunale e il suo Presidente sono alcune di queste), con fare provocatorio occupando la sala del consiglio creando inutili allarmismi e disservizi che tutti pagheremo, bene a nostro avviso ha fatto il presidente Alvi a non piegarsi a simili ed indebite pressioni ma ad andare avanti nel rispetto del regolamento che a tutela di tutti (minoranza e maggioranza), stabilisce percorsi ben delineati nei modi e nei tempi ai fini della rappresentazioni e discussioni delle varie istanze.
Avete governato per 5 anni, 5 lunghissimi anni e non siete riusciti a dare a Todi il depuratore di cui aveva bisogno, avete governato per 5 anni e non siete stati capaci di scegliere un sito per allocare il depuratore, avete governato per 5 anni e vi siete lavati le mani del problema.
CHI VI CONOSCE VI EVITA e la Città di TODI ha adottato questa massima nei vostri confronti: vi ha conosciuto (per 5 anni) e ha deciso che avevate fallito il vostro mandato, vi ha conosciuto (per 1800 giorni) e ha deciso che ne avevano avuto a sufficienza e vi hanno mandato a casa alla prima occasione.
LE CHIACCHIERE STANNO A ZERO e voi solo quelle avete fatto , prima per 5 lunghi anni, adesso perché non avete ancora capito che avete perso le elezioni, che non governate più questa Città e che per i prossimi 5 anni farete solo chiacchiere giacchè propositi e soluzioni per il benessere della Città non ci sembra siate in grado di proporre.
Gruppo Consiliare del P.S.I.
10 settembre 2012
Pdl e Aria Nuova chiedono le dimissioni del Presidente Alvi
I Consiglieri Comunali dei gruppi Pdl e Aria nuova per Todi, che dal oltre tre giorni occupano il Consiglio Comunale in assemblea permanente con i cittadini, a fronte delle continue richieste inviate all’attenzione del Presidente del Consiglio Comunale Francesco Maria Alvi, preso atto dell’atteggiamento di chiusura con il quale lo stesso Presidente nega ogni forma di confronto, ne chiedono ufficialmente le dimissioni.
E’ scandaloso che il rappresentante della massima assemblea cittadina, al quale sono affidate le funzioni di garanzia e di rispetto delle regole di rappresentanza dei tuderti, stia calpestando la dignità di chi porta avanti una battaglia politica civile, legittima e democratica.
Il Presidente Alvi in maniera scorretta e irresponsabile sceglie di svolgere il suo ruolo modulandolo sulle esigenze del PD, trasformando la massima istituzione comunale nella sede di un partito e si nasconde dietro l’opportunità che gli consente il regolamento dilazionando fino al ventesimo giorno i termini della convocazione.
Regolamento però che non impedirebbe al Presidente di anticipare, sulla base di considerazioni politiche e di opportunità, la convocazione stessa. Tale scelta colpisce non solo le richieste dell’opposizione ma anche quelle che arrivano dai mille e duecento firmatari della petizione, promosso dal Consigliere di maggioranza Mauro Giorgi.
Data la portata e la gravità dell’atteggiamento tenuto dal Presidente Alvi annunciamo che le opposizioni presenteranno da oggi in avanti, in ogni seduta del consiglio, la richiesta di dimissioni dello stesso, sino al termine della legislatura.
Sarà nostra cura, infine, promuovere l’istituzione di una commissione comunale e regionale di inchiesta, che approfondisca e verifichi l’intera vicenda del depuratore cittadino con l’obiettivo di fare chiarezza, insieme ad un esposto che verrà presentato alla procura della repubblica presso il Tribunale e la Corte dei Conti.
I gruppi consiliari del PDL e di Aria Nuova per Todi
10 settembre 2012
Il Pd disapprova l’occupazione del Consiglio comunale
Come Coordinatore del Partito Democratico e a nome di tutto il PD intendo esprimere la mia disapprovazione in merito al comportamento assunto dai consiglieri di opposizione con l’occupazione della sala del Consiglio Comunale. Innanzitutto perché se ad oggi esiste un problema di localizzazione del Depuratore, questo è causa integrale della precedente amministrazione di centro-destra, la quale è essa stessa che ha agito con approssimazione e senza alcuna partecipazione né consiliare né popolare nella individuazione del sito di Porchiano. Inoltre perché è completamente erronea nel merito, oltre che nel metodo. E’ il regolamento comunale che prevede un certo tempo(venti gironi) di attesa perché il Presidente del consiglio definisca la convocazione di un consiglio comunale a seguito della richiesta da parte dei consiglieri stessi. Inoltre è importante sottolineare che è assolutamente strumentale parlare in questi termini della questione Depuratore. Ciò che ha fatto e sta facendo l’amministrazione attuale è stato il valutare in termini tecnici tutte le possibilità a disposizione per risolvere la problematica, la quale è stata lasciata in eredità dalle stesse forze che stanno ora protestando inutilmente. Per una questione di metodo si ricorda che prima si svolgono le valutazioni tecniche e poi si avviano i processi decisionali di qualsiasi tipo e in qualsiasi sede, dal consiglio alle assemblee cittadine. Tanto più che i temi che devono essere affrontati non sono riduttivamente del tipo: Depuratore in quel sito sì , in quel sito no; bensì decisioni di tipo strategico e di ampia portata politica a beneficio della vita dei cittadini. In particolare considerato che è un obbligo imposto dall’unione europea, nonché una dimostrazione di civiltà, il miglioramento del proprio sistema di depurazione cittadino, il quale è un mezzo per rimuovere l’inquinamento e non certo per crearlo, le vere questioni che questa opposizione non sa , e non ha saputo affrontare a suo tempo, sono: per Todi vogliamo costruire un depuratore completamente nuovo o riqualificare quelli vecchi già presenti rendendoli a norma secondo i dettami europei? Vogliamo proteggere il patrimonio ambientale e quindi non costruire dove non c’è alcun fabbricato (e magari non vicino ad un parco fluviale tipo Camagna), oppure costruire dove non abita nessuno in modo da non rischiare proteste, come avrebbe fatto volentieri la precedente amministrazione pavidamente e senza prendere alcuna responsabilità?
Ad oggi resta solo la manifestazione ridicola di un gruppo di persone che non essendo state in grado di compiere le scelte importanti al momento opportuno, può adottare solamente strumenti populistici demagogici e impropri, che tentano di deviare l’attenzione dei cittadini dalle vere questioni. In questo modo sviliscono la sede del consiglio comunale, che si riduce a sala di goliardia e bagordi, e sviliscono il ruolo e la figura del consigliere comunale, il quale dovrebbero rappresentare le istanze dei cittadini ma non in contravvenzione alle regole sulle quali si fonda la stessa rappresentanza. I consiglieri di opposizione risultano sempre più inadatti al proprio ruolo politico attuale, così come sono stati inadatti nel ruolo di amministratori, come dimostrato dai loro risultati elettorali. Anche questa volta gli abitanti di Todi avranno modo di comprendere la meschinità politica di questi rappresentati cittadini.
Posso assicurare che, quando tutti gli elementi tecnici a disposizione dell’amministrazione saranno ottenuti, verranno ovviamente interpellati i cittadini e nelle varie sedi, a partire dal consiglio comunale, ma non è ancora questo il momento. Per cui appoggio pieno al Presidente del Consiglio Comunale che sta svolgendo perfettamente ed in accordo ai regolamenti comunali il proprio compito istituzionale.
Valerio Guarente Coordinatore del Partito Democratico di Todi
8 settembre 2012
Là dove c’era l’erba ora c’è una città
Da anni, anzi da decenni, il movimento dell’agricoltura biologica da noi rappresentato si batte, insieme a tante altre associazioni, per segnalare i pericoli della cementificazione che incombono sul nostro paese: “Ogni giorno 100 ettari di terreno vanno persi, negli ultimi 40 anni parliamo di una superficie di circa 5 milioni. Siamo passati da un totale di aree coltivate di 18 milioni di ettari a meno di 13 (…) In un quadro come quello italiano, che da questo punto di vista non è assolutamente virtuoso, dobbiamo invertire la rotta di un trend gravissimo che richiede un intervento in tempi rapidi. Serve una battaglia di civiltà, per rimettere l’agricoltura al centro di quel modello di sviluppo che vogliamo dare al nostro Paese (…) Noi usciremo vincenti da questa crisi se lo faremo con un nuovo modello di crescita che passa necessariamente attraverso questi temi”. (Convegno Mipaaf: “Costruire il futuro: difendere l’agricoltura dalla cementificazione” – Roma, fine luglio 2012). Non possiamo che essere d’accordo, e piacevolmente stupiti del fatto che queste parole (che sembrano uscite da un nostro comunicato stampa) ora le dica il Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali Mario Catania. Finalmente. Il dato numerico degli ettari perso ogni anno è incredibile ed imbarazzante per un paese che fa della tradizione agro-alimentare e culinaria uno dei suoi fiori all’occhiello. Eppure siamo ridotti così: la patria del cibo migliore del mondo (secondo noi italiani) non sarebbe in grado neppure di autosostenersi. Infatti l’Italia è tra gli ultimi posti dei paesi Europei in quanto a capacità di sfamare la propria popolazione. A cadere sotto i colpi del principe del PIL (il cemento) sono soprattutto i terreni migliori, quelli di pianura, vicino alle città. Non è tanto l’abbandono delle zone marginali la causa della cementificazione, quelle aree semmai diventano boschi e regno dei cinghiali. I campi si asfaltano, perché l’agricoltura non rende e all’agricoltore conviene cedere alla speculazione. Perdiamo suolo perché siamo un popolo che ha perso la memoria contadina.
Applaudiamo e appoggiamo quindi l’iniziativa del Ministro Catania, sperando che il disegno diventi legge e che si inizi a parlare di sovranità alimentare anche all’interno dei ministeri.
Nel frattempo buon settembre a tutti!
7 settembre 2012
Riforma pensioni della Fornero nella scuola: si pronuncerà la Corte Costituzionale
La Cisl Scuola dell’Umbria esprime soddisfazione per il significativo passo in avanti compiuto in merito alla questione dei requisiti pensionistici del personale delle scuola, affrontata in un ricorso presso il Tribunale di Siena e patrocinato dallo Studio Legale Riommi. Lo Studio legale Riommi da più di 10 anni segue con comprovata professionalità e competenza le vertenze della CISL SCUOLA dell’Umbria ed ha risolto nel tempo positivamente vertenze a livello locale e nazionale relative al comparto scuola e al pubblico impiego.
Il Giudice del Tribunale di Siena si è espresso sulla norma che fissa al 31 dicembre 2011, e non al 31 agosto 2012, il termine cui deve fare riferimento il personale della scuola per accedere alla pensione con i requisiti ante riforma Fornero, che potrebbe essere viziata da illegittimità costituzionale.
In questo senso si è espresso il giudice del lavoro di Siena. Significativo ed importante è quindi il risultato ottenuto con il rinvio alla Corte Costituzionale dell’intera questione in termini di legittimità della norma Fornero per il personale della scuola
Se il dubbio sollevato dal giudice venisse confermato dalla Corte, gli effetti della sentenza avrebbero valenza generale e non limitata ai soli ricorrenti.
Questa ragione, oltre a quella di evitare i disagi che in casi come questo potrebbero derivare agli interessati se le sentenze dei giudici venissero rovesciate – come talvolta accade – nei gradi successivi di giudizio, ha indotto la CISL SCUOLA a scegliere la strategia processuale proposta dallo studio legale RIOMMI che ha istruito la vertenza.
Una scelta che punta alla ricerca di una soluzione del problema a valere per tutti, in stretta coerenza con l’azione da noi condotta per contrastare la norma nella fase di approntamento del decreto-legge 201/2011, per chiedere poi la modifica in sede di conversione in legge del decreto, infine con la sollecitazione a svolgere ulteriori tentativi di soluzione per via legislativa.
Ed è davvero inaccettabile che la rigidità di scadenze legate alla salvaguardia della qualità e continuità del servizio scolastico, si traduca in una penalizzazione per i lavoratori a causa della rigidità, questa davvero inspiegabile e ingiustificabile, dimostrata ottusamente dal Governo nella stesura della norma e nel rifiuto di accettarne un’opportuna e doverosa modifica.
Ci auguriamo che la Corte Costituzionale rimuova nel più breve tempo possibile quella che abbiamo sempre considerato un’evidente e iniqua disparità di trattamento riservata ingiustamente ai lavoratori della scuola.
6 settembre 2012
Big del Parlamento europeo alle Acciaierie di Terni
Una iniziativa promossa dalla UGL di Terni che impreziosisce il percorso iniziato insieme alla Vicepresidente Angelilli nel febbraio 2011 con l’apertura del primo tavolo di lavoro a Bruxelles sui problemi della siderurgia, tra i funzionari della D.G. Impresa ed Industria della commissione UE, e i rappresentanti del sindacato ternano.
Un appuntamento importante, in attesa del pronunciamento dell’Antitrust europeo, dove verranno presentate alcune proposte interessanti per promuovere il sito siderurgico ternano e analizzare le nuove possibilità di sviluppo scaturite dai piani del nuovo gruppo finlandese Outokumpu.
Tra i punti principali:
-il problema energetico e la possibilità di costituire anche in Italia quelle forme di aggregazione tra imprese energivore (consorzi) atte ad abbassare i costi elevati di approvvigionamento energetico,
-Il Protocollo d’Intesa dell’agosto 2005,
-La certificazione di qualità dell’acciaio a tutela delle produzioni ternane e delle produzioni quindi europee.
L’arrivo in Acciaieria dei due esponenti europei è previsto per le ore 12,30 circa.
Accompagnate dal segretario provinciale della UGL Daniele Francescangeli e dal responsabile per le relazioni politiche e sindacali della UGL di Terni Alessandro Dimiziani, verranno ricevute per un incontro di lavoro dalla direzione aziendale composta dall’A.D. Ing. Marco Pucci e dal Direttore del personale Avv. Biagio Della Volpe e dall’Ing. Bufalini. Successivamente si procederà alla visita al reparto di produzione INOX (PIX1) e l’incontro terminerà con una colazione presso la Foresteria.
Dopo la visita dell’Acciaieria l’On. Angelilli e l’On. Sartori terranno un breve colloquio con tutte le sigle rappresentative presenti a Viale Brin, presso il Circolo Lavoratori Terni (intorno alle ore 15), e alle ore 15.30 ci sarà un saluto ai vertici della UGL regionale Umbra nella figura del Segretario Enzo Gaudiosi e i vertici locali e regionali del PDL .
Il polo siderurgico ternano è strategico non solo per la città di Terni e per l’Umbria, ma è nevralgico anche a livello nazionale ed europeo. E’ fondamentale pertanto creare tavoli di confronto e di concertazione che vedano coinvolti Istituzioni italiane e comunitarie, rappresentanti sindacali e dell’azienda per promuovere opportunità di crescita e sviluppo per il territorio umbro.
6 settembre 2012
La caccia ed il profumo dei soldi
6 settembre 2012
Province, una telefonata non allunga la vita
Ultimi giorni per firmare il referendum territoriale. Lo si può ancora sottoscrivere fino a venerdì 14 settembre in Comune, presso l’Ufficio referendum, II^ piano di Palazzo Spada; presso lo studio del notaio Clericò, Corso Tacito.
Il referendum non è politico dunque, ma civico: appartiene già alla comunità che potrà scegliere dove stare, conformemente agli interessi morali e materiali della città.
Invece, oggi, quasi tutti gli apicali erano in ferie, legati all’Umbria grazie allo smartphone pagato dalla comunità: ma qui una telefonata non allunga la vita della Provincia.
Terni ha conseguentemente perso pressoché un mese nelle trattative –ancorché disperate- finalizzate al salvataggio dell’Ente e, con sé, degli uffici periferici dello Stato, di quelli del mondo associativo e così via. Allora una parola di verità, in onestà intellettuale, sarebbe opportuna, perché i comportamenti adottati sembrano solo comprovare le tesi di chi ritiene che la partita del riordino non sia mai effettivamente esistita
Andrea Liberati, presidente Comitato referendario
6 settembre 2012
Province, resta la parola!
Si discute sulla possibilità di conservare, con annessioni e promesse, la Provincia di Terni. Si dice che una Regione con una unica provincia come Perugia non abbia senso di esistere. C’è un vizio di forma complessivo nella discussione che interessa la vita politica regionale. Quello di immaginare che esista ancora la Provincia come la conosciamo noi.
Con le misure adottate dal Governo il vero dato di fatto è che in Umbria, come in tutta Italia, di Provincia resta solo la "parola" solo perché non può essere cancellata da una legge ordinaria dello Stato. Ma l’ente, così come lo conosciamo noi, è già cancellato.
Ed allora bisogna abbandonare lo sguardo sul dito (abolizione delle provincie) e cominciare a guardare la luna (il futuro amministrativo e sociale).
Quale Umbria c’è nel futuro che vogliamo? Una domanda a cui può rispondere solo la Regione. E allora ai legislatori regionali dico che prima di individuare quale forma istituzionale e amministrativa dare all’Umbria, dobbiamo stabilire l’identità della nostra regione, se ha ancora ragione di esistere e solo poi comprendere quale possa essere la migliore articolazione territoriale.
Se dovessimo agire solo come i ragionieri del governo Monti, non avrebbe senso una Regione che spende 50 milioni di euro esclusivamente per il suo funzionamento contro i 32 che investe nel sociale.
Se invece partiamo dalla ricerca dell’identità, allora questo territorio, che è la vera terra di mezzo perché tiene insieme tante identità di confine (Orvieto con Viterbo e Siena, Terni con Rieti, Città di Castello con Arezzo, Gubbio con Pesaro e Urbino, La Valnerina con Macerata), allora l’esistenza è una necessità. E questa identità, allora, va mantenuta anche a livello istituzionale, amministrativo e di servizi e beni comuni erogati ai cittadini.
Ed allora una riforma che sta in piedi può solo pensare ad una presenza armonica del suo agire amministrativo su tutti questi territori. Con due enti di area vasta, che continueremo a chiamare per forza di cose Provincie, ma che non sono più le attuali. Ed allora non si potrà parlare di annessioni, di scambio di figurine, di secessioni, di referendum, di paure, di campanilismi, poiché sarà una nuova articolazione amministrativa regionale.
Saranno questi nuovi enti di area vasta a gestire i servizi e i beni comuni per i loro rispettivi territori e non ci sarà più bisogno di tutti gli altri enti. E, dal punto di vista dello sviluppo economico inteso in tutte le sue forme, forse basterebbe una sola agenzia economico finanziaria suddivisa in aree territoriali omogenee sotto l’aspetto culturale, sociale ed economico. Penso a Gal di territorio, che si sostituiscano alle unioni dei Comuni, per intercettare risorse per lo sviluppo e che, nei territori di cerniera, diventino quei soggetti di stimolo economico su progetti che facciano riferimento anche ai territori extraregionali confinanti e abbiano la capacità di accedere, in maniera diretta, ai fondi comunitari. Un aiuto, questo, che forse permetterebbe uno sviluppo più armonioso della Regione e anche l’individuazione di uno strumento capace di fermare quelle spinte secessioniste che naturalmente si stanno proponendo nel momento in cui noi continuiamo a guardare il dito e non la luna.
Continuando con la regola del "due", i servizi socio sanitari dovranno prevedere due Asl e due Aziende ospedaliere coincidenti con i due nuovi enti territoriali di riferimento. Una riforma, però, capace di valorizzare gli ospedali della propria rete definendone la specializzazione più idonea a raccogliere pazienti e quindi più risorse dai territori extra regionali confinanti.
Poi, questo sì, rilanciare il rapporto con i comuni, primi fruitori dei servizi gestiti dalle aree vaste. E il loro ruolo di "controllo" viene esercitato proprio dal fatto che sarà il territorio a nominare i membri di questi nuovi enti.
Avremmo semplificato la vita dei cittadini, evitato doppioni, risparmiato una infinità di soldi per gli enti soppressi, creata una rete di servizi, cambiato di fatto la legge elettorale regionale e la rappresentanza e ridisegnato l’Umbria del futuro.
Giorgio Santelli
06 settembre 2012
Lettera aperta al Presidente del consiglio comunale
Oggetto: sollecito di convocazione del consiglio comunale sulla questione del depuratore
Con riferimento alla sua nota del 4.9.2012 prot. 0024957 con la quale ha declinato l’invito alla convocazione urgente di un consiglio comunale sul depuratore cittadino con motivazioni chiaramente dilatorie e che non colgono la sostanza e la rilevanza della richiesta fatta dall’opposizione, la invitiamo a convocare la riunione consigliare entro venerdi’ 7 p.v.
Ribadiamo quanto gia’ espresso nella presentazione di un ordine del giorno e nella richiesta di convocazione del consiglio la necessita’ e l’impellenza della trattazione del punto in oggetto, rispetto al quale le sue scelte non hanno consentito alla massima assise cittadina di esprimersi precedentemente alla riunione della conferenza dei sindaci del 6.09.2012.
Stigmatizziamo il suo comportamento sin qui tenuto che offende la dignita’ dei consilieri e dei cittadini, impedendo un dibattito pubblico su una questione di grande rilevanza sociale rispetto alla quale la invitiamo con forza ad assumersi le proprie responabilita’ rispetto alle sue funzioni.
Gruppo Consiliare PDL
Gruppo Consiliare RUGGIANO SINDACO
Gruppo Consiliare ARIA NUOVA PER TODI
6 settembre 2012
Berlenghini replica all’ANPI su Delle Chiaie
In riferimento al comunicato dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, sede di Todi, pubblicato lo scorso 30 agosto su Tam Tam, chi scrive è uno dei due curatori dell’autobiografia di Stefano Delle Chiaie “L’Aquila e il condor”, l’innominato e innominabile, almeno per l’ANPI, Umberto Berlenghini. Oltre a definire me giornalista e intellettuali i relatori della presentazione del libro, l’ANPI giudica l’operazione editoriale, che ricordo è un’autobiografia e non un saggio storico, come una riabilitazione morale del suo protagonista. Una serie questa di errori, marginali e non, che tradisce l’approccio sbrigativo e ideologicamente prevenuto verso tali pubblicazioni. Non intendo farmi coinvolgere in una battaglia che sa tanto di retroguardia, di vecchio e di stantio: l’interesse verso la storia di Delle Chiaie e del mondo che lo ha circondato è, almeno per me, analogo a quello che ho, ad esempio, per molti terroristi rossi, compresi quelli condannati all’ergastolo con sentenza passata in giudicato (per le accuse di strage, Delle Chaie ha sentenze definitive di assoluzione), verso i quali mi accingo a collaborare alla realizzazione di un saggio scritto da un amico che tutto avrà, tranne l’intenzione di riabilitare qualcuno di essi.
Quello che veramente mi indigna di quel comunicato è la parte dove si stigmatizza la concessione della sala convegni che ha dato l’Hotel, anche lui innominato, per la presentazione del libro, concessione data dietro regolare pagamento di essa, come avviene normalmente in questi casi. La cosa fa riflettere: infatti se l’ANPI fosse proprietario di qualsiasi luogo formalmente aperto al pubblico, qualunque attività culturale dovrebbe passare prima al vaglio del suo apparato censorio, dal quale verrà poi il via libera solo ai libri e agli ospiti di suo gradimento. Una posizione questa che non so quanto potrebbe piacere ai partigiani quelli veri, quelli cioè che hanno combattuto e rischiato la vita per la libertà. A differenza dei loro giovani epigoni, armati di vecchie ideologie bocciate dalla Storia.
Umberto Berlenghini
L’inserimento dei bambini all’asilo di Pantalla
Aria Nuova per Todi
5 settembre 2012
Una discarica abusiva a Porchiano








