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Il disegno di legge che è stato presentato nella seconda commissione consiliare disciplina la ricostruzione, il ripristino degli immobili privati e delle opere pubbliche nei dodici comuni di Collazzone, Corciano, Deruta, Fratta Todina, Magione, Marsciano, Monte Castello di Vibio, Panicale, Perugia, Piegaro, San Venanzo e Torgiano.
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Il disegno di legge della Giunta regionale dell’Umbria che norma la ricostruzione delle aree colpite dal sisma del 15 dicembre 2009P, comincia i primi passi a palazzo Cesaroni.
Il testo è stato, infatti, presentato oggi in Seconda Commissione del Consiglio Regionale prevedendo che dei circa 46 milioni disponibili (fondi statali e fondi regionali), 42,5 milioni di euro vengano destinati alla ricostruzione pesante; 2milioni 100mila al contributo per l’autonoma sistemazione per gli anni 2013, 2014 e 2015; 840 mila al contributo per i Comuni chiamati a gestire le varie funzioni legate alla ricostruzione.

La Regione promuoverà la stipula di apposite convenzioni con gli istituti bancari per l’apertura di conti correnti dedicati alla ricostruzione e per l’accesso al credito dei cittadini danneggiati dal sisma.

Prima del voto sull’atto, la Commissione ha predisposto per il prossimo 23 gennaio a palazzo Cesaroni la partecipazione e quindi l’ascolto di: Comuni interessati, istituti di credito, associazioni di categoria, ordini professionali
 
 

Sostanzialmente, la legge che è stata strutturata sulle esperienze passate (soprattutto sisma 1997) disciplina la programmazione e l’attuazione degli interventi per la ricostruzione, il ripristino degli immobili privati e delle opere pubbliche ricompresi nei dodici comuni di Collazzone, Corciano, Deruta, Fratta Todina, Magione, Marsciano, Monte Castello di Vibio, Panicale, Perugia, Piegaro, San Venanzo e Torgiano.

Le priorità di intervento riguardano, in ordine, gli edifici con unità immobiliari oggetto di ordinanza di sgombero adibite ad abitazioni principali di residenti, attività produttive in esercizio, interventi sulle opere pubbliche previsti dal Pir di Spina.
Seguono gli interventi per ordinanza di sgombero parziale.

Il contributo spettante per gli interventi di riparazione del danno e per il miglioramento sismico è pari alla minore somma tra il costo ammissibile a contributo e l’importo ottenuto moltiplicando il costo convenzionale di 800 euro/mq, al lordo dell’Iva, per la superficie complessiva dell’unità immobiliare. Il contributo non potrà essere superiore a 120mila euro per le unità immobiliari adibite, al momento del sisma, ad abitazione principale o ad attività produttiva in esercizio; a 70mila per le unità immobiliari adibite ad altri usi.
È comunque previsto un contributo aggiuntivo per le unità immobiliari con superficie complessiva superiore a 150 mq. che non potrà comunque superare, rispettivamente, 150mila e 100mila euro. 

I contributi sono destinati per almeno il 70 per cento alla riparazione dei danni e al miglioramento sismico, la restante quota alle opere di finitura strettamente connesse.
Per quanto riguarda il Programma integrato di recupero di Spina, gli interventi verranno realizzati dai proprietari delle unità immobiliari comprese nell’ambito della medesima unità, costituiti in consorzio obbligatorio.
I proprietari ricompresi negli elenchi degli aventi diritto a contributo predisposti dai Comuni, non ammessi a contributo per carenza delle risorse disponibili, possono essere comunque autorizzati ad eseguire i lavori in anticipazione.

A chi ha beneficiato dei contributi, la proposta di legge non consente il mutamento della destinazione d’uso prima di due anni dal completamento dell’intervento, pena decadenza dal contributo.
I lavori di ripristino di immobili di proprietà privata di importo pari o superiore a 258mila euro devono essere eseguiti da imprese in possesso di qualificazione rilasciata dalle Soa (Società organismi di attestazione).
L’erogazione del contributo, all’inizio e all’ultimazione dei lavori è subordinata alla presentazione al Comune del Durc (Documento unico di regolarità contributiva).
I soggetti aventi diritto al contributo possono procedere, se l’edificio non è vincolato, alla demolizione e alla ricostruzione dello stesso se conforme alla normativa urbanistica.
 

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