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31 agosto 2013

Todi Festival 2013: qualche seme è stato posato

L’edizione 2013 del Todi Festival è giunto alla giornata conclusiva. Domenica 1 settembre è previsto lo spettacolo conclusivo in Piazza del Popolo ispirato al processo e alla condanna della “strega” Matteuccia, in un palcoscenico dalla cornice straordinaria.
Sono state giornate intense in cui la Città ha mostrato di gradire la formula voluta dal Direttore Artistico Silvano Spada insieme all’Amministrazione Rossini con una copertura mediatica sia locale che nazionale degna dei grandi eventi. Un programma ricco di spettacoli, eventi e incontri molto apprezzati dal pubblico e che hanno fatto registrare molto spesso il tutto esaurito. Molto bella anche l’atmosfera che si è respirata in città, animata da moltissimi giovani tuderti e turisti attratti dalla manifestazione.
Personalmente ho molto apprezzato la serie di incontri “Giovani promesse”, un appuntamento quotidiano con ragazzi e ragazze, la gran parte dei quali originari di Todi, che hanno deciso di seguire le loro passioni per cercare di farne una professione: dal teatro al giornalismo, dalla musica alla ricerca. In realtà il titolo “giovani promesse” è stato pensato come un augurio visto che molti dei protagonisti hanno già studiato e lavorato per anni raggiungendo ottimi traguardi. Mi ha colpito molto la passione, l’intensità, la freschezza e la competenza con cui i ragazzi hanno risposto alle domande e lo scoprire quanti giovani talenti abbiamo nella nostra Città.
Giovani talenti che andranno valorizzati e supportati visto anche l’esempio positivo che hanno dato e stanno dando ai tanti coetanei che hanno riempito le sale del Palazzo del Vignola durante gli incontri. E se le cose andranno per il verso giusto, c’è stata anche una proposta del Direttore Artistico che vorrebbe qualcuno dei giovani artisti a esibirsi nella prossima edizione del Festival.
In bocca al lupo a tutti.
Massimiliano Gioffrè – Consigliere comunale PD


30 agosto 2013
Il degrado del centro storico di Perugia e di……..

Ci sono due temi che quest’estate infiammano le colonne dei giornali locali e che finiscono per incrociarsi: il degrado del centro storico e la realizzazione di un Cie in Umbria (Centro di identificazione ed espulsione degli immigrati irregolari presenti in Italia).
Da qualche giorno i politici di ogni orientamento rilanciano proposte, immaginano soluzioni.
Si scatenano polemiche e reazioni, un gran polverone. Il punto è che non esistono soluzioni miracolose. Interventi risolutivi da parte di singoli soggetti. Il declino sociale ed economico del centro storico è derivato da una serie di cause, corresponsabilità e scelte sbagliate. I residenti del centro hanno abbandonato le loro abitazioni  per trasferirsi in case più comode in periferia e le hanno affittate a studenti il cui numero, nel tempo, è drasticamente diminuito e non solo a studenti. C’è stato il trasferimento di numerose strutture pubbliche, i cui dipendenti davano un certo movimento all’economia del centro. Sono nati  centri commerciali nelle periferie e nello stesso tempo in centro si proibiva l’apertura di nuovi commerci di grande metratura con l’idea di tutelare i piccoli commercianti, ma senza riuscirci, visto che la gente preferisce muoversi pur di risparmiare. Abbiamo sceso un gradino alla volta, aspettando che fossero le istituzioni preposte a  trovare soluzioni concrete ed efficaci, ma la gravità della trasformazione che il centro stava subendo è stata recepita in ritardo dalle istituzioni e la situazione è ormai troppo degenerata perché si possa risolvere solo con l’intervento della Forze dell’Ordine, anche se un attento controllo del territorio per garantire la sicurezza dei cittadini è necessario, né con l’apertura di nuovi CIE, che hanno già dimostrato di non riuscire a risolvere il problema della sicurezza. L’apertura di un presidio  di polizia in via Bartolo ha migliorato la situazione nelle vie limitrofe, spingendo, però, gli spacciatori verso Piazza Grimana. Il problema si è quindi semplicemente trasferito. La soluzione, ormai, non può essere affidato solo alle istituzioni.
Il tavolo tecnico convocato il 28 gennaio dalla Giunta per il rilancio di Piazza Grimana, al quale hanno partecipato 7 dirigenti, ha avuto come esito una Delibera di Giunta dell’11 luglio che prevede  l’installazione di 4 telecamere e il potenziamento dell’illuminazione  in Piazza Grimana.
Il modello di sviluppo che, in questo momento, è probabilmente l’unico veramente  praticabile e capace di rivitalizzare il centro storico, è creare un rapporto nel quale, l’Amministrazione sostiene, indirizza  e collabora con l’iniziativa dei residenti  attraverso l’associazionismo di quartiere e con i commercianti, che  non è altro che l’applicazione del principio di sussidiarità.
Questa dovrà essere una SFIDA COLLETTIVA, e sarà indispensabile l’ intervento, l’energia  e l’iniziative, di tutte quelle associazioni che sono sorte, negli anni, nei nostri cinque rioni e che hanno cercato di dare risposte innovative, inventandosi manifestazioni, eventi, mercatini e mostre, per far transitare il messaggio che in ogni rione si organizzano cose nuove e interessanti e che mai come in questo momento dovranno continuare ad occuparsi di attività, sociali,culturali, commerciali e ricreative, intrecciando rapporti con le istituzioni e con la Consulta costituita da Confcommercio Confartigianato, Confesercenti e CNA che intende promuovere il centro storico non solo da un punto di vista economico, ma come luogo di riferimento per la vita sociale. Vorrei concludere con una nota personale. Io sono nata e ho sempre vissuto in centro. Ho avuto la fortuna di vivere il momento d’oro di questa zona, dove tutti s’ incontravano in centro e dove si poteva girare indisturbati a qualunque ora.
Indietro non si torna. Oggi ci sono nuove esigenze, nuovi bisogni, una popolazione sempre più eterogenea con la quale bisogna convivere, interagire e realizzare un’integrazione che si basi su diritti e doveri ed è per questo che bisogna lavorare tutti insieme ad un nuovo progetto per poter consegnare ai nostri figli una città viva socialmente e culturalmente e sicura e la CISL , non solo, sosterrà e parteciperà a tutte le iniziative che andranno in questa direzione, ma propone incontri periodici, ogni due o tre mesi, con tutte le associazioni e la Consulta per svolgere un compito di verifica e di sollecitazione  nei confronti delle azioni che devono essere portate avanti dall’Amm. e dalle istituzioni in genere.
Non mancano le idee, le potenzialità, la disponibilità delle persone bisogna solo che ci si coordini e si vada tutti nella stessa direzione, per evitare che le promesse e i buoni propositi rimangano solo parole.
Serena Sargenti Segretario regionale Cisl Umbria

29 agosto 2013
Geotermia sull’Alfina: il bollettino della vittoria degli ambientalisti

Grande soddisfazione  dell’opinione pubblica dell’Alfina per il ritiro della ITW-LKW dal progetto di geotermia nel comune di Castel Giorgio.
Si è trattato di una importante vittoria dell’opinione pubblica, attraverso i comitati ambientalisti e le forze politiche locali. Che hanno risposto in modo forte e determinato a quella che è stata considerata una vera e propria minaccia alla salute dei cittadini e al proprio bellissimo territorio: un raro ed efficace momento di compattezza. Un luminoso esempio di come le comunità locali, se opportunamente motivate e informate, riescono muoversi con successo per rispondere alle continue aggressioni speculative ai propri più genuini e basilari interessi.
Il progetto, pur volendo adoperare una  tecnologia dichiarata “verde”, comportava in effetti rischi troppo forti per la salute e i beni dei cittadini di un’ampia zona, con la certezza di provocare sciami sismici di magnitudo non prevedibili. Grave anche il rischio di inquinamento dell’importante bacino acquifero potabile sottostante, con effetti nocivi di grande portata per lo stesso lago di Bolsena.
A rassicurare sulla innocuità del progetto era intervenuto il suo firmatario, il prof. Franco Barberi, condannato in primo grado all’Aquila per aver rassicurato gli aquilani prima del gravissimo terremoto del 2009. Il che naturalmente aveva tutt’altro che rassicurato l’opinione pubblica di Castel Giorgio. Tutte le forze politiche locali, dopo qualche iniziale tentennamento della precedente amministrazione, hanno infine  espresso un compatto no al progetto, nonostante le enormi pressioni ricevute da alcune dirigenze politiche nazionali. I candidati di SEL, del PD e del 5 Stelle hanno concordato su questa linea. E la nuova amministrazione, con alla testa il Sindaco Andrea Garbini, ha da subito adottato una chiara linea di contrarietà al progetto. Notevole e cruciale il contributo scientifico e politico del comune di Orvieto, attraverso l’impegno personale del proprio Assessore prof. Claudio Margottini, geologo di fama internazionale.  Un sostanzioso contributo è giunto anche dalla Provincia di Viterbo, con il sostegno del Vicepresidente e Assessore all’ambiente Paolo Equitani e dei sindaci del Lago di Bolsena, nonché dalle associazioni di tutela dello stesso  Lago, con in testa l’ing. Piero Bruni.
Un grande ed intenso lavoro di coordinamento, di sensibilizzazione e di accertamento dei problemi reali e delle procedure connesse è stato compiuto dai comitati ambientalisti del territorio, tra cui il CISA e il Comitato per la Salute dei cittadini e del Territorio di Castel Giorgio, in coordinamento con le associazioni ambientaliste interessate al Lago di Bolsena. Gravi pecche sono state riscontrate nelle procedure, inaccettabili incompatibilità  e una generale sottostima dei rischi, informandone la popolazione e tutte le autorità competenti fino ai livelli regionali e nazionali. E intervenendo con forza e cognizione di causa nelle procedure di VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) e arrivando a richiedere l’intervento della magistratura.
Di fronte a questo fronte compatto e estremamente attivo di comitati, popolazione, sindaci e politici locali, alla società proponente non è rimasta altra scelta che ritirarsi.
Una bella vittoria dell’opinione pubblica contro i poteri forti. Ma anche la consapevolezza che occorrerà tornare a difendersi presto da nuove offensive speculative.
Associazioni ambientaliste e comitati di cittadini dell’Orvietano, della Tuscia viterbese e del lago di Bolsena


28 agosto 2013
Baruffe tuderti sul depuratore, in tre atti

PD – Leggiamo con amarezza le dichiarazioni del capogruppo del PDL Primieri. Lo facciamo non certo perché si rivolge direttamente a questo o a quel rappresentante politico cittadino, negando oltretutto la realtà, ma perché dimostra la totale estraneità dell’opposizione ad una dialettica politica costruttiva per la cittadinanza.
Se infatti il tema del depuratore, che è argomento di interesse pubblico e generale, deve trasformarsi, ed in effetti già lo è per colpa loro, nell’ennesimo “casus belli”, argomento di strumentalizzazione politica per la persecuzione di faziosi interessi di partito, chiediamo che venga dichiarato apertamente dal Capogruppo Primieri; in tal caso ci comporteremo di conseguenza evitando di rispondere ulteriormente per non alimentare un dibattito che risulti fine a se stesso.
Per l’ennesima volta ripetiamo che il consiglio comunale del 26 è stato convocato solamente perché una norma permette ad un quinto dei consiglieri di obbligare la presidenza del consiglio alla convocazione di un consiglio ordinario.
Alla richiesta svolta in sede di conferenza dei capigruppo del 21 agosto 2013, tra l’altro da parte del consigliere Giorgi, di accorpare il consiglio richiesto per il 26  dalle opposizioni con quello Grande del 12 settembre richiesto dalla maggioranza, assicurando la possibilità di inserire una componente deliberativa all’interno, tutti i capigruppo di opposizione hanno apertamente rifiutato.
Un consiglio ordinario sul depuratore oggi non ha alcuna utilità per cittadinanza, perché non può prevedere né l’intervento dei tecnici, né tanto meno quella dei cittadini, delle associazioni e dei comitati.
Tutto questo è possibile nel consiglio grande richiesto dai gruppi PD e PSI per il 12 settembre.
Trovandoci infatti nella terza fase di Vas, che termina il 20 settembre, la fase partecipativa a livello istituzionale, non ci sono ulteriori novità sul piano tecnico rispetto al consiglio precedente tenutosi ad inizio mese, e l’unico scopo di un consiglio comunale in questo momento deve essere quello di partecipare il processo con la cittadinanza, opportunità offerta istituzionalmente dallo strumento del consiglio grande aperto.
E’ molto curioso, se non assurdo, che il centro-destra pretenda di polemizzare su questa ovvietà, quando anche loro stessi al tempo della scelta di Porchiano utilizzarono lo stesso strumento del Consiglio Grande. Peccato però che a quel tempo, nella loro gestione realmente antidemocratica e priva di partecipazione, l’allora presidente Pizzichini convocò il consiglio grande quando ormai non solo la sede era già stata decisa (porchiano), ma addirittura il progetto era già stato appaltato da Umbraacque. E il ridicolo di questa situazione è che proprio a causa di quella scelta scellerata da loro compiuta, assolutamente non partecipata, che l’attuale localizzazione del sito è vincolata ad un progetto già esistente, limitando i siti possibili a quelli espressi nel rapporto ambientale di luglio 2013.
La partecipazione si deve svolgere nelle sedi istituzionali adeguate ( comprese le assemblee cittadine che non certo confondiamo con riunioni di partito), come il Consiglio Comunale Grande del 12 settembre, non certo inseguendo le richieste strumentali dell’opposizione come quella del consiglio del 26 agosto.
Ribadiamo con forza, come già detto in numerosi comunicati, che non è affatto vero che tutto è stato deciso. La decisione deve essere presa nella quarta fase di VAS, che inizia dopo il 20 settembre, nella quale la Regione Umbria esprimerà il proprio “parere motivato” sulla sede definitiva, a seguito del rapporto ambientale rilasciato dall’ATI il 10 luglio e di tutte le osservazioni che verranno presentate dai soggetti interessati, compresi i cittadini e le istituzioni cittadine, entro il 20.
Inoltre aggiungiamo anche che mentre il centro-destra pone tanta attenzione alla questione del DOVE, e sembra quasi l’assassino che torna sul luogo del delitto, in quanto tutta questa situazione è così complessa solamente a causa della loro incompetenza ai tempi del governo, ci permettiamo di dire che un tema altrettanto importante, e che porteremo all’attenzione della città nel consiglio grande del 12, è quello del COME: è possibile infatti in questa fase non solo proporre prescrizioni e valutazioni sulla sede, ma anche sul come il depuratore dovrà essere realizzato in funzione di una certa sede. Le prescrizioni migliorative che possono essere proposte comprendono la mitigazione ambientale, la copertura delle vasche del depuratore, l’abbattimento della rumorosità, la filtrazione dell’aria, l’ utilizzo di pannelli fotovoltaici sopra le vasche per abbattere i consumi energetici, ecc..
Il nostro impegno è quello di avanzare proposte migliorative in tal senso, l’invito è che tutti facciano altrettanto.
Queste sono scelte di civiltà, calcare i populismi è  svilente anche per le opposizioni. A meno che tutto il problema non fosse il gettone di presenza.

Partito Democratico di Todi
 
Aria Nuova – Si continua senza vergogna e senza pudore a prendersi gioco della cittadinanza tuderte.   Ieri è andato in scena il solito teatrino-burattinaio politico che vede nei ruoli di protagonista l’ormai indissolubile “sindaco” Carlo Rossini e la sua “spalla”  il presidente del Consiglio Comunale Francesco Maria Alvi. Ricordiamo alla cittadinanza che questi due signori percepiscono,  al netto ad oggi,   per il  “ruolo che ricoprono” (battute a parte….) circa 1.900 €  il primo e  circa 1.200 il secondo, volendo poi infilare il dito nella piaga ciascun componente della “Giunta” fantasma a ciascuno di essi è riconosciuta una cifra intorno ai 1.000 €.  Detto ciò, portate in risalto alcune sottigliezze economiche che ci sembrava doveroso ricordare vista la situazione di crisi economica ed occupazionale in cui verte l’Italia,  è giusto e scontato mostrare tutto il nostro massimo disprezzo nei confronti della sceneggiata comico-patetica andata in scena ieri lunedì 26 agosto nel consiglio comunale mattutino delle ore 10:00,  la solita buffonata targata dai bomber di razza Rossini-Alvi del centro-sinistra (ad eccezione del consigliere Mauro Giorgi) che così ancora una volta hanno cercato di evitare la partecipazione ed il confronto visto che il lunedì mattina alle ore 10:00  solitamente la gente normale,  lavora. Ribadiamo che l’odg era stato presentato dalla minoranza e che la data di lunedì mattina alle ore 10 era stata scelta chiaramente dai volponi della maggioranza di centro-sinistra. La maggioranza di centro-sinistra,  insieme al suo sindaco  Rossini,   oltre a non essersi presentata,  a differenza di Alvi,  ha dato vita ad uno spettacolo indecoroso degno dei migliori film,  quasi preso con le mani nel sacco è filato via dopo essersi accorto che con la propria presenza sarebbe stato raggiunto il numero legale e quindi si sarebbe discusso l’o.d.g. sul tanto agognato depuratore della Cascianella. Il comitato civico Aria Nuova per Todi ed il suo consigliere comunale Claudio Serafini tornano a gran voce a denunciare l’incompetenza, la sbeffardaggine e l’inconcludenza di una Giunta Rossini lassista, rinunciataria e inconcludente che anziché risolvere le problematiche e le istanze della cittadinanza le amplifica. “La gente è stufa di tutto ciò che sta accadendo, assistiamo da ormai più di un anno ad uno spettacolo vergognoso, nel quale il sindaco Rossini recita nel ruolo di co-protagonista con uno spartito scritto da qualcun altro”, conclude il consigliere comunale Claudio Serafini.
Capogruppo Consiliare della  lista, Aria nuova per Todi, Claudio Serafini
 
PDL – Mai vista tanta povertà di argomenti come quella del segretario del PD Guarente e del capogruppo Vannini per giustificare l’ennesima brutta figura del Sindaco e della maggioranza di sinistra che non hanno partecipato al Consiglio Comunale sul depuratore, preferendo ancora una volta scappare di fronte alla città. Il primo sostiene che i consiglieri del PD non si sono presentati al Consiglio del 26 u.s., peraltro convocato dal loro stesso Presidente Francesco Alvi, in quanto l’argomento depuratore dovrebbe essere un elemento di partecipazione con i cittadini, dimenticandosi che tutti i consiglieri ed assessori del suo partito hanno disertato l’assemblea indetta dai cittadini del quartiere Europa poche settimane fa. Evidentemente il segretario del PD confonde le riunioni di partito con le assemblee dei cittadini e ritiene del tutto inutile far partecipare i suoi al Consiglio Comunale, tanto le decisioni sono state già prese. Il punto è che nessuno ha il coraggio di assumersi la responsabilità di fronte alla città di affermare che la decisione di fare il depuratore in località Cascianella è opera del Sindaco e della sua maggioranza, che sono alla ricerca spasmodica di un appiglio tecnico che non c’è!
Invece, in merito alle dichiarazioni che il capogruppo del PD Vannini mi attribuisce, preciso che io non ho mai detto di non essere interessato alla presenza dei tecnici e lo invito a non riferire menzogne da furbetto di quartiere quale si sta dimostrando di essere. Se non ha argomenti, per sostenere l’inconsistenza della sua scelta politica di disertare il Consiglio di ieri, prenda pure a prestito le mie dichiarazioni, purché siano quelle vere. Ed allora gli ricordo: 1) che sono contrario al depuratore alla Cascianella; 2) che sono per un Consiglio Grande aperto a tutti i cittadini (esperti, meno esperti e tecnici); 3) che ritengo che il Consiglio Grande e quello deliberativo si devono tenere nello stesso giorno; 4) che il Consiglio, che rappresenta la città intera, deve esprimersi su dove ubicare il depuratore. Rispetto a queste mie tesi, semplici e sintetiche, spero che il capogruppo non voglia rispondere con altre dichiarazioni prese a prestito.
Capogruppo PDL Moreno Primieri
 

27 agosto 2013
La Tares a Fratta Todina

L’entrata in vigore della Tares comporterà notevoli aumenti a carico dei cittadini di Fratta Todina. Nell’ultimo Consiglio comunale, in sede di approvazione del regolamento e delle conseguenti tariffe, tra gli emendamenti da me presentati e puntualmente respinti, l’Amministrazione comunale ha rigettato la mia proposta d’introdurre un correttivo alla sola considerazione del parametro Isee, votando contro la concessione di agevolazioni in favore di anziani con età superiore a 65 anni percettori della pensione come unico reddito, portatori di handicap certificato in base alla legge 104/92 e nuclei familiari in cui l’unico produttore di reddito si trovi in stato di cassa-integrazione, mobilità o disoccupazione. In un momento come l’attuale ritengo sia di primaria importanza rivolgere una particolare attenzione alle fasce deboli della popolazione, che a causa di condizioni di disagio socio-economico si trovano in una situazione precaria e perciò meritevoli di un sostegno, come il riconoscimento di un’agevolazione sul pagamento della Tares. Considerando, inoltre, che ogni anno è possibile modificare il regolamento della tassa al momento dell’approvazione del bilancio preventivo, sarebbe stato possibile, con una scelta discrezionale dal punto di vista amministrativo ma molto significativa dal punto di vista politico, introdurre queste agevolazioni a favore dei nuclei familiari che si trovano in condizioni particolarmente meritevoli di attenzione. Sarebbe stata necessaria una presa di coscienza da parte dell’intero Consiglio comunale del fatto che sono sempre più numerosi i soggetti che, per motivi diversi , si trovano in condizioni di disagio e sarebbe stato un segno di attenzione e civiltà sociale prenderne atto e cercare di rendere la propria azione amministrativa a ciò conseguente. Grande è il rammarico poiché tutto ciò sarebbe stato possibile tagliando da altri capitoli di spesa le risorse finanziarie necessarie per poi dirottarle in quest’azione di tutela sociale: ma quella che è mancata, da parte dell’Amministrazione, è stata la volontà politica.
Cinzia Moriconi-consigliere comunale Fratta Todina

26 agosto 2013
Todi: il Pdl chiede le dimissioni del Presidente del Consiglio Comunale

Francesco Maria Alvi si dimetta da Presidente del Consiglio Comunale! E’ vergognoso che il Presidente del Consiglio Comunale Francesco Maria Alvi, chiamato a ricoprire una delle cariche istituzionali più importanti del Comune di Todi, si comporti come il più schierato degli esponenti politici di parte. Alvi, su richiesta di tutte le opposizioni, era già venuto meno al suo dovere di imparzialità convocando il Consiglio Comunale sul Depuratore cittadino per oggi, 26 Agosto, alle ore 10.00 (orario assurdo scelto appositamente per impedire la partecipazione dei cittadini interessati al tema). Di fronte alla presenza in massa delle opposizioni lo stesso Alvi ha poi cercato di far prevalere la tesi della mancanza del numero legale, essendo poi smentito dalla semplice lettura della norma del regolamento Comunale. Non contento della figuraccia rimediata il Presidente del Consiglio ha successivamente abbandonato la seduta facendo, solo a questo punto, mancare il numero legale e non consentendo lo svolgimento del Consiglio. E’ da considerare un gesto intollerabile e gravissimo quello di cui si è macchiato Francesco Maria Alvi, che, sia detto per inciso, per svolgere il suo compito di garante del Consiglio percepisce da oltre un anno una somma superiore ai 1.000,00 euro al mese e venendo puntualmente meno ai suoi doveri ed ai suoi obblighi di imparzialità. A questo atto del Presidente del Consiglio Comunale, gravissimo ed offensivo nei confronti delle istituzioni e dei cittadini, si aggiunge alla scelta incomprensibile dell’intera maggioranza PD-PSI che, ancora una volta, fugge al confronto coi cittadini e si trincera dietro le solite retoriche scuse. Rossini, Partito Democratico e Partito Socialista, non avendo nemmeno la dignità di anticipare la volontà di non partecipare al Consiglio, hanno completato la farsa offrendo un ulteriore spettacolo indecoroso e convocando una conferenza stampa per le 10,30 del mattino. Queste scelte sviliscono le istituzioni, gravano sui conti del Comune (costretto comunque all’indennizzo di chi ha partecipato alla pur breve seduta) e nulla producono di positivo se non l’evidente crisi politica e di identità della maggioranza di sinistra arrivata oramai alla frutta.
Coordinatore PDL Todi – Antonio Serafini

24 agosto 2013
L’Ater manda a dire a…………

“Rimango stupito delle polemiche nate a Ponte Rio di Todi, intorno alla questione della pulizia dell’area compresa tra il cantiere della nuova palestra della scuola elementare e l’area limitrofa ai nuovi alloggi consegnati lo scorso anno da Ater Umbria. La nostra disponibilità alla collaborazione con le Amministrazioni comunali, che si sono susseguite nel tempo nel territorio di Todi, è stata sempre totale e manifesta”.
Questo il commento del Presidente dell’Azienda Territoriale per l’Edilizia Residenziale Pubblica, Alessandro Almadori, intervenendo riguardo alle polemiche nate in questi ultimi giorni sulla pulizia dell’area dell’ex cantiere degli alloggi Ater nella frazione di Ponte Rio, riprese dall’Assessore alle Frazioni del Comune di Todi, Manuel Valentini (con una lettera inviata ai residenti della zona) e dai Gruppi Consiliari di ‘Antonino Ruggiano Sindaco’ e ‘Pdl-Todi’ (in una interrogazione in Consiglio Comunale a Todi).
 “L’intervento – spiega Almadori – è cominciato a febbraio 2009 e concluso a gennaio 2011. La consegna degli alloggi è avvenuta a febbraio 2012, alla presenza dell’allora Sindaco Ruggiano. Quello di Ponte Rio risulta il primo intervento ultimato di una serie compresa nel Contratto di Quartiere 2. Inoltre Ater Umbria, con fondi propri, ha completamente ristrutturato  l’edificio della ex Caserma dei Carabinieri in via Roma a Todi. L’inaugurazione della struttura è avvenuta nel 2012, comprende dieci alloggi per i quali è in atto il Bando per l’assegnazione a canone concordato. Ciò a significare la nostra massima collaborazione con le Amministrazioni comunali, nell’interesse dei cittadini che abitano il territorio, con attenzione alla qualità delle opere che realizziamo e alla tutela dell’ambiente”. 
Riguardo alla vicenda in oggetto lo sgombero finale dell’area (di proprietà comunale, temporaneamente occupata dall’impresa appaltatrice ed autorizzata degli alloggi di edilizia residenziale pubblica) è avvenuta il 20 marzo 2012, alla presenza della ditta titolare dei lavori di competenza comunale, confinante con l’area Ater.
 “Ater Umbria – conclude Almadori – non ha mai avuto alcuna comunicazione diretta e preventiva da parte della Giunta Comunale di Todi e dall’Assessore competente, dei disagi e delle lamentele palesate dai residenti per la sporcizia. In quel caso ci saremmo messi immediatamente a disposizione per risolvere ogni problema manifestato dai cittadini, come è prima missione e compito istituzionale che Ater Umbria persegue da sempre”.  
ATER Umbria

21 agosto 2013
Interrogazione in anteprima sulla pulizia della zona Ater di Ponterio

I sottoscritti Avvocato Antonino Ruggiano, nella sua qualità di Capogruppo del Gruppo di “Antonino Ruggiano Sindaco” e Avvocato Moreno Primieri, nella sua qualità di Capogruppo del Gruppo “PDL – Todi” ed a nome di tutti i consiglieri appartenenti al gruppo, presentano al Signor Sindaco del Comune di Todi e all’Assessore competente per materia formale
INTERROGAZIONE
Affinché, nell’ambito dei poteri loro conferiti per legge, relazionino ai Consiglieri interroganti ed al Consiglio Comunale, per la via scritta e orale, in ordine ai seguenti fatti occorsi

Considerato che
– L’ ATER (Azienda Territoriale per l’Edilizia Residenziale) istituita dalla Regione Dell’Umbria con Legge 19/6/2002 n. 11 mediante trasformazione dell’Istituto per l’Edilizia Residenziale Pubblica della Provincia di Perugia, è un ente pubblico economico dotato di personalità giuridica, di autonomia organizzativa, patrimoniale, amministrativa e contabile e rappresenta lo strumento attraverso cui la Regione dell’Umbria dovrebbe rispondere alle esigenze abitative dei nuclei familiari che si trovano in condizioni economiche e sociali disagiate.
– L’Azienda espleta, nel territorio della Provincia di Perugia, le funzioni connesse all’incremento ed alla gestione del patrimonio abitativo pubblico provvedendo, secondo gli indirizzi politici della Giunta Regionale, all’espletamento dei compiti e delle funzioni affidate dalla Regione e dagli enti locali territoriali
Premesso che:
– Per diversi mesi numerosi cittadini residenti nella frazione di Ponte Rio hanno denunciato lo stato di abbandono ed incuria della zona compresa tra il cantiere della nuova palestra della scuola elementare di Ponterio e l’area limitrofa alle nuove case popolari dell’ATER  evidenziando i pericoli che da tale situazione sarebbero emersi per la popolazione residente.
– L’Assessore  con delega alle frazioni Manuel Valentini in una lettera inviata ad alcuni cittadini di Ponterio ha evidenziato come al risultato di ripulitura della zona si sia arrivati con ingente ritardo in quanto, (cit. letterale),  "l’Ater in questa occasione, come nel caso delle cartelle dei rifiuti alluvione ecc…, come al solito, non si è mostrata collaborativa"
– Per ammissione dell’assessore Manuel Valentini a questo risultato si sia arrivati nonostante (cit. letterale) “io abbia dovuto discutere animosamente con alcuni componenti della giunta, con l’Ater, con ecc., ecc.”
– Le affermazioni dell’Assessore Manuel Valentini suonano come un pesante atto di accusa nei confronti di un ente che dovrebbe essere preposto a fornire servizi ai cittadini e risultano gravemente lesive della stessa immagine della Giunta Comunale di Todi nella quale, stanti sempre le affermazioni dell’Assessore alle Frazioni, alcuni membri che la compongono, in qualche modo, si sarebbero opposti agli interventi di pulizia dell’area.
Tutto ciò premesso i sottoscritti consiglieri comunali chiedono di conoscere:
1) In base a quali fatti, atteggiamenti e carenze l’Assessore Manuel Valentini abbia denunciato un atteggiamento "non collaborativo" da parte dell’Ater sulla vicenda di ripulitura delle aree di pertinenza delle casa popolari di Ponterio.
2) In considerazione di quali eventi, a danno dei cittadini tuderti, l’assessore  Manuel Valentini estende tale atteggiamento "non collaborativo" al caso delle cartelle dei rifiuti e dell’alluvione.
3) Se l’Assessore Valentini abbia  informato il Sindaco e la Giunta di tale atteggiamento e quali azioni istituzionali siano state poste in essere dall’Amministrazione Comunale di Todi a riguardo.
4) Se, infine, corrisponda al vero, così come proclamato dall’Assessore Manuel Valentini, che il Comune di Todi abbia proceduto alla richiesta di prestazioni ad una cooperativa, senza avere alcuna preventiva copertura economica e, cosa ancora più grave, abbia in qualche modo previsto di pagare la fornitura del servizio di pulizia mediante l’utilizzo di ribassi d’asta di altre gare d’appalto.
Todi li 22 Agosto 2013
Avv. Antonino Ruggiano – Capogruppo Lista “Antonino Ruggiano Sindaco”, Avv. Moreno Primieri – Capogruppo PDL-Todi

20 agosto 2013
Stoccaggio di vinacce nel Comune di Marsciano nei pressi di Papiano ed in località Cerro – Il Comune precisa 

Il Sindaco, la Giunta e i Gruppi Consiliari di maggioranza del Comune di Marsciano in merito ai progetti presentati dalla società Di Lorenzo su terreni industriali siti nei pressi di Papiano ed in località Cerro intendono innanzitutto precisare che queste iniziative destano, anche per l’amministrazione comunale, particolare preoccupazione sia per la specificità sia per la consistenza delle attività previste. La maggioranza, nelle sue diverse articolazioni, sta approfondendo tutti gli strumenti offerti dall’attuale normativa da poter utilizzare per evitare gli insediamenti e ritiene comunque indispensabile specificare ai cittadini quanto segue:
•         E’ del tutto falso sostenere, come si continua a fare da parte di alcuni, tanto con articoli sulla stampa quanto sul web, che il progetto (Piano Attuativo di Lottizzazione) sia già stato approvato. Anzi, come chiunque può verificare, il suo iter non è stato nemmeno avviato essendo al vaglio istruttorio degli uffici. Già in questa fase  emerge poi che tale progetto dovrà essere respinto perché non conforme al PRG – Parte Operativa, non ancora approvato dal Consiglio Comunale. Questa precisazione anche per  smentire le voci circa presunti accordi già stretti con i proponenti: voci che vengono respinte nel modo più assoluto e che solo chi non conosce le cose o chi invece vuole strumentalizzare l’intera vicenda (come innegabilmente qualcuno sta tentando di fare) può sostenere senza alcun fondamento. La Parte Operativa del PRG è quella con la quale vengono fissate le regole esecutive (diritti edificatori, altezza, distanze etc) per la realizzazione degli insediamenti, di qualsiasi natura essi siano, ed è di competenza esclusiva del Consiglio Comunale che nei prossimi mesi sarà chiamato ad esaminarla ed approvarla.
 
•         L’Amministrazione Comunale non ha alcun ruolo (e non lo ha avuto neanche in questo caso) nella scelta da parte di attività economiche dei siti dove realizzare insediamenti industriali all’interno delle previsioni del Piano Regolatore Generale. La società in questione, basandosi sulle previsioni del P.R.G.(parte strutturale) ha autonomamente scelto terreni di proprietà privata senza alcun coinvolgimento dell’Amministrazione Comunale. E’ quindi del tutto improprio (e non rispondente al vero) sostenere che sia il Comune ad aver “offerto” la possibilità di insediamento in quei siti.
 
•         I procedimenti attraverso i quali  i cittadini vengono informati dei progetti presentati sono regolati da normative molto precise che escludono, nel modo più assoluto, ogni attività di pubblicità, da parte di pubblici funzionari e amministratori, finché tali progetti non vengano almeno depositati. Non può quindi esistere, nel caso che non sia un progetto promosso direttamente dal Comune,  la possibilità di convocare assemblee pubbliche per discutere in via preventiva, non di progetti almeno protocollati, ma di idee o ipotesi delle quali in qualsiasi modo sia venuto a conoscenza. Tutto ciò è infatti disciplinato da normative a salvaguardia dei legittimi diritti di privacy e riservatezza di chi, a seguito di tali attività, potrebbe veder compromessi i propri legittimi interessi. Tanto più in casi di investimenti di natura industriale.
 
•         Essendo allegata al progetto presentato nella Z.I. di Papiano una richiesta di modifica della viabilità, il Comune, come previsto dalle leggi (241/90) a tutela degli aventi diritto (confinanti e proprietari serviti dalla viabilità attuale), ha scritto agli stessi fornendo 10 giorni di tempo (termine fissato dalle norme) per opporre osservazioni circa la richiesta avanzata al Comune.
 
•         L’area in questione è stata classificata “Zona Industriale” sin dalla fine del 2007 con l’adozione, da parte del Consiglio Comunale allora in carica,  della Variante strutturale al Piano Regolatore Generale. Dopo la fase, molto ampia, della partecipazione e delle osservazioni dei cittadini e l’esame del PRG da parte della Provincia di Perugia, tale previsione è stata confermata nel 2011 dal Consiglio Comunale attualmente in carica con la definitiva approvazione di tale Variante alla parte Strutturale del Piano.
 
•         Rispetto a ciò che la Società Di Lorenzo ha proposto di fare in un lotto (sempre di proprietà privata) della zona industriale di Marsciano, loc. Cerro, si precisa  che il procedimento (Segnalazione Certificata di Inizio Attività – SCIA) prevede l’ottenimento dei pareri ASL e ARPA che verranno emessi in sede di apposita conferenza dei servizi convocata dalla Provincia di Perugia per l’autorizzazione alle emissioni. Mentre sul versante urbanistico e della destinazione d’uso il Comune non può che prendere atto della conformità a quelle previste dal PRG. L’ amministrazione Comunale sarà rappresentata in conferenza dei servizi direttamente dal Sindaco ed esprimerà comunque la contrarietà allo stoccaggio all’aperto del materiale vegetale così come proposto dall’azienda, rappresentando le problematiche legate alla viabilità, all’intensità del traffico e delle emissioni da esso derivanti, nell’unica via di accesso diretta all’Ospedale di Pantalla e dalla interferenza con il concomitante avvio dei lavori di sopraelevatura di una parte della strada di collegamento alla E45.
 
•         Si ribadisce infine, per rispondere a posizioni emerse anche in questi giorni, che non ci può essere alcun legame tra l’approvazione di un progetto e l’eventuale numero di posti di lavoro che esso potrebbe attivare.
 
Tutto ciò chiarito il Sindaco, la Giunta e i Gruppi Consiliari di maggioranza ribadendo la contrarietà ai progetti presentati sono naturalmente disponibili a qualsiasi confronto, peraltro già avviato, con tutta la cittadinanza interessata al fine di valutare ogni possibile soluzione volta a garantire il rispetto del territorio, la tutela ambientale, la salute e la qualità della vita dei cittadini.
Si approfondirà nelle prossime settimane ogni singolo aspetto della questione avendo, specie per Papiano, tutto il tempo e la possibilità di farlo essendo ancora le procedure in una fase nella quale, come è stato ribadito, non è stato autorizzato alcunchè.
Nell’avviare questo percorso l’Amministrazione sarà comunque garante che il confronto avvenga su fatti ed atti concreti e non su voci incontrollate o forzature dalle quali va necessariamente sgombrato il campo. Si invitano quindi tutti, a partire dalle forze politiche, di qualsiasi schieramento, a fare altrettanto proprio per il rispetto che va portato alle legittime e comprensibili preoccupazioni dei cittadini ai quali va assicurato il diritto ad una discussione chiara e non confusa, tanto più su materie che, come questa, comportano anche la necessità di conoscere e spiegare strumenti giuridici ed aspetti molto tecnici anche di natura giuridica ed urbanistica.
A conferma di queste precise volontà il Sindaco, la Giunta e i Gruppi Consiliari di maggioranza annunciano che, non appena terminata la “Sagra dei mirtilli e frutti di bosco” che si svolgerà nei prossimi giorni a Papiano, verrà organizzata per il giorno il 3 settembre alle ore 21 un’assemblea pubblica sulla questione e che nel frattempo si è già svolto un positivo ed utile primo incontro con il Comitato di cittadini appena costituito.
Il Sindaco, La Giunta Municipale, I gruppi Consiliari PD – PM – Socialisti

19 agosto 2013.
Bollette Umbra acque da rimborsare

Nelle nostre bollette relative alla fornitura di acqua potabile, il gestore del servizio idrico ha da sempre addebitato la tariffa di depurazione e il canone di fognatura anche laddove illegittimo, in palese violazione di tutte le leggi in materia(sentenza della Corte Costituzionale n.335 del 10/10/2008;Decreto Ministeriale 30/09/2009), obbligandoci a pagare lautamente un servizio del quale non usufruiamo, poiche’ il nostro comune non e’ servito da depuratore( eccezion fatta per la zona industriale).
Ciò nonostante, i gestori hanno continuato ad incamerare profitti non dovuti per servizi non resi. Sono quindi migliaia gli utenti, anche nel nostro comune, inconsapevoli di avere diritto al rimborso, fino a 10 anni di canoni (5 anni precedenti dalla data della sentenza della Corte costituzionale 335 del 8/10/2008 + 5 anni successivi fino alla data della eventuale richiesta) di depurazione pagati, solo se presenteranno la richiesta entro il 15/10/2013.Questi sono i risultati di circa vent’anni di gestione privata del servizio idrico, con una situazione che porta l’Umbria ad avere in alcune zone anche il 47% di perdite sulle reti e interi comuni, come il nostro, sprovvisti di impianti di depurazione.
Il Sindaco di Fratta Todina e’ stato informato di questa possibilita’, addirittura in data 2 aprile 2013, ma evidentemente ha pensato bene di tenere tutti i cittadini all’oscuro di questo loro diritto garantito dalla legge.
Per questo motivo, oltre ad aver presentato un’interrogazione in data 5 agosto 2013 per far luce su tale questione, sono a disposizione con la modulistica necessaria per impostare e seguire le pratiche di rimborso, nella consapevolezza che questa azione possa contribuire a restituire un pò di ossigeno alle famiglie e alle attività in questo momento di particolare criticità.I cittadini interessati possono contattarmi personalmente o tramite posta privata.  
Il  consigliere comunale Cinzia Moriconi


14 agosto 2013
Anche il Pdl di Todi in difesa del corso di laurea sul turismo di Assisi

Circa venti anni orsono veniva istituito ad Assisi, il primo corso di laurea sul Turismo. Questa scelta si dimostrava lungimirante sin dai primi anni di corso e la realtà della cattedra sul Turismo di Assisi è divenuta nel tempo un fiore all’occhiello della nostra Regione. Oggi l’Università degli Studi di Perugia e il Ministero della Ricerca Istruzione e Università (MIUR) chiudono il corso di laurea sul turismo.
Per la nostra Umbria, che deve fortemente puntare su cultura e turismo quale principale motore dell’economia regionale, la volontà di soppressione del corso di laurea sul Turismo è a dir poco INACCETTABILE così come INACCETTABILE è l’assoluto silenzio sulla vicenda della Regione dell’Umbria e della Provincia di Perugia.
Nascondendo le proprie responsabilità dietro la oramai famosa “spending review”, in questa nostra Regione evidentemente si preferisce sostenere riforme con le quali si continuano a dilapidare le risorse pubbliche per mantenere i “vecchi carrozzoni”  e crearne addirittura nuovi come la recente istituzione delle “Unioni dei Comuni” servita solo ed unicamente a ricollocare il personale delle “soppresse” – si fa per dire – Comunità Montane. Tutto questo a scapito della formazione e dell’eccellenza come il Corso di Laurea di Assisi, capace di creare professionalità qualificate, opportunità e posti di lavoro in un settore strategico come il Turismo.
Come PDL di Todi siamo vicini al Sindaco ed all’amico Claudio Ricci nella sua pacifica protesta di sciopero della fame e della sete così come siamo vicini a tutti quei cittadini che si uniranno a lui consapevoli del gravissimo danno che si sta arrecando non solo ad Assisi ma a tutta l’Umbria.
PDL Todi

13 agosto 2013
Todi, Idv sollecita unificazione enti di secondo livello e riduzione indennità

In riferimento ai due Enti di secondo livello, Etab-La Consolazione e Istituto Veralli Cortesi, per i quali le forze politiche di centrosinistra, che si sono presentate alle elezioni comunali 2012, hanno assunto l’impegno programmatico di procedere al loro accorpamento, l’IDV di Todi propone che i relativi Consigli di Amministrazione dimezzino le indennità dei membri che li compongono.
Questo in attesa del compimento del processo di unificazione dei due Enti, ancora in fase di studio.
Il dimezzamento delle indennità permetterebbe di raggiungere nell’immediato la riduzione dei costi della politica che si verificherebbe con l’accorpamento, a seguito del quale la riduzione di tali indennità dovrà riguardare anche il futuro CdA dopo l’unificazione.
Crediamo che in tempi come questi dove la crisi economica non demorde, i problemi di carattere sociale sono notevolmente e costantemente in aumento, la sfiducia nelle istituzioni è crescente e la crisi della politica la fa da padrona, occorra dare concretamente il buon esempio.
Ci auguriamo pertanto che la nostra proposta di ridurre del 50% le indennità dei membri degli attuali Consigli di Amministrazione dei due Enti in questione sia presa in considerazione e nel breve tempo attuata.
Basta una semplice modifica degli Statuti di ETAB e dell’Istituto Veralli Cortesi. Confidiamo che a dare il buon esempio sia almeno l’Etab il cui CdA, è di centrosinistra e nominato dal Sindaco Rossini.
Ribadiamo comunque la necessità di dare attuazione agli obiettivi programmatici, pertanto invitiamo le altre componenti della maggioranza a semplificare e dar corso in tempi brevi all’unificare gli Enti ETAB e Istituto Veralli Cortesi.
IDV di Todi

8 agosto 2013
Todi, depuratore: l’IDV risponde "per le rime" a RC e SEL

In merito alle ultime puerili esternazioni di RC e SEL sulla vicenda del depuratore, queste giungono all’indomani dell’iniziativa del 2 agosto. Evidentemente non è piaciuta ad entrambe le forze politiche la nostra partecipazione all’assemblea, indetta dal Comitato per il Verde di Cappuccini con la collaborazione del Comitato NoCascianella, su un tema importantissimo che riguarda l’intera città. Se loro non sono rimasti soddisfatti della nostra presenza all’assemblea pubblica, a noi invece non è piaciuta la loro assenza, apparsaci irrispettosa nei confronti dei cittadini e dei due comitati. Dopotutto però non ci dobbiamo neanche meravigliare, è un classico, quando non si hanno concreti argomenti per rispondere, la discussione viene spostata sistematicamente e strumentalmente su altri piani. Ci risulta davvero difficile comprendere la loro presa di distanza, in conseguenza della quale chiediamo che agiscano coerentemente alle loro scelte, quando tramite volantino, insieme agli altri assenti, hanno pubblicamente dichiarato che per impegni improrogabili erano impossibilitati a presenziare, limitandosi a spiegare in 10 punti la questione depuratore. Noi dell’IDV eravamo gli unici ad essere presenti con il consigliere Giorgi. Abbiamo avuto così l’opportunità di spiegare la nostra posizione sulla questione depuratore, chiara fin dall’inizio della vicenda. Infatti abbiamo sempre sostenuto che il depuratore va localizzato dove non ci sono abitazioni e nel punto più a valle rispetto alla città, per maggiore funzionalità, maggior risparmio energetico e minor inquinamento acustico, e questo era il nostro punto di vista anche quando siamo stati convocati alla fase concertativa tesa alla formazione dello schieramento di centrosinistra in vista delle elezioni comunali 2012. Inoltre c’è chi si è già dimenticato del programma elettorale di centrosinistra! Rifondazione Comunista e SEL si ricordano che con la piattaforma elettorale abbiamo preso l’impegno con i cittadini di perseguire “un percorso PARTECIPATO per l’individuazione del nuovo sistema di depurazione delle acque reflue della città”? Quindi rispediamo ai mittenti l’accusa che noi strumentalizziamo e chiacchieriamo. Se così fosse, i rappresentanti istituzionali che sono anche massimi esponenti politici di RC e SEL (il Segretario comunale di SEL si è dimesso circa un mese fa per ragioni politiche) invece di disertare l’iniziativa avrebbero avuto l’occasione per controbattere le nostre dichiarazioni e la nostra posizione e dichiarare finalmente dove, perché e quando si deve costruire, secondo loro, il nuovo impianto di depurazione della città di fronte ad una platea di circa 300 persone. Invece si sono limitati a scrivere un comunicato stampa contro di noi per evitare il vero problema: il confronto con le forze politiche presenti e con i cittadini che chiedono legittimamente informazioni e chiarimenti. Mancanza di coraggio? Arroganza politica? Presunzione intellettuale? Oppure l’unica questione che merita la loro attenzione e che li impegna fino a tarda sera è la cultura, con il festival, i concertini dei soliti noti “musicisti”, o il Caffè Letterario? Tra l’altro ci chiediamo: quanto costa tutto questo alla comunità? La Città ha anche altre ed urgenti necessità! In ultimo: RC e SEL possono dormire sonni tranquilli: noi siamo e rimarremo sempre del centrosinistra. Crediamo invece che debbano essere loro a riflettere sul proprio posizionamento politico.
Non si fugge al confronto pubblico, quando ciò, oltre a costituire un dovere per chi ha un ruolo istituzionale, dovrebbe essere la prerogativa del centrosinistra. Ma quando si arriva ad agognate nomine tutto cambia! Anche per chi, duro e puro, si ritiene di sinistra! Il fatto che all’assemblea abbiano partecipato anche i consiglieri di centrodestra, non ci riguarda. Ciò che è grave infatti non è la presenza dei consiglieri di centrodestra ma l’assenza della Giunta, del Sindaco e dei consiglieri comunali di PD e PSI ad una iniziativa promossa dai cittadini su un tema di notevole rilevanza. Ricordiamo a RC e SEL che la città non è di chi la governa ma dei suoi cittadini!
Il Coordinamento comunale IDV

7 agosto 2013
"Perugia 2019, tra solite consulenze e nuovi loghi

Siamo vicini a conoscere gli esiti della decisione sulla candidatura Perugia 2019 quale Capitale europea della Cultura: entro i primi sei mesi del 2014 il Consiglio dei Ministri dell’Unione europea assegnerà l’ambito titolo.   L’Amministrazione perugina ha tempo fino al 20 settembre 2013 per presentare il progetto definitivo insieme al logo completamente rinnovato. Di recente, infatti, a Palazzo dei Priori si sono accorti che non sarebbe stata ammissibile la candidatura di due città perché, evidentemente, qualche attento lettore del bando europeo ha informato i signori della Fondazione Perugia-Assisi, creata ed hoc e presieduta da Bruno Brachelente, che non sono ammessi "gemellaggi" e che, al limite, si può aggiungere, alla singola città, il territorio regionale. L’amministrazione perugina ha così deciso di passare da "Perugiassisi 2019" al prolisso   "Perugia2019, con i luoghi di Francesco d’Assisi e dell’Umbria"; tanto per non sbagliare ancora. Essendo Assisi l’unico sito UNESCO in Umbria, ci chiediamo perché non sia stata candidata la città di San Francesco, già avvantaggiata dalla notorietà planetaria che la contraddistingue. Ci troviamo evidentemente di fronte all’ennesimo autogol che le amministrazioni locali umbre mettono a segno sulle opportunità di sviluppo e crescita per la nostra Regione. E pensare che il Comune, dal 2010, ha esborsato cospicue somme a favore di consulenti chiamati a   scrivere lo studio di fattibilità dell’autorevole iniziativa dimenticandosi, tuttavia,   delle stringenti normative  (europee) sugli appalti e dei criteri di efficienza, economicità e trasparenza che esse impongono.   Ovviamente, l’intricata questione delle consulenze è già in mano della Magistratura che   avrà il suo bel da fare   per trovare il bandolo della matassa, durante la torrida estate perugina. Proviamo a fare chiarezza sul ruolo del principale consulente (ma non unico) nell’ennesimo guazzabuglio in perfetto stile "governance culturale perugina".   Risale al settembre 2010 la Determinazione dirigenziale n.307 che attribuiva a Federculture uno studio sulla fattibilità della candidatura disponendo il pagamento di €20.000. Circa due mesi dopo, grazie ad un’ulteriore DD, la n. 354,   Federculture Servizi s.r.l. (società operante in seno della Associazione Federculture) otteneva €15000 per una nuova consulenza. Proviamo ora a fare un passo indietro: il 20 luglio 2010 il Comune di Perugia pagava la somme di 1 milione   e   7 milioni di Lire, rispettivamente, come quota di iscrizione e quota associativa . A quale Associazione? A Federculture, naturalmente. Associarsi a Federculture significa ottenere in cambio un’attività di consulenza di "tutte quelle iniziative atte a migliorare l’azione degli Associati nel campo della gestione dei servizi culturali, turistici, ambientali, sportivi, e, in generale, del tempo libero".  
In altre parole, il Comune ha pagato a Federculture la somma complessiva di €35.000 per consulenze che avrebbero potuto essere gratuite. La nota particolarmente dolente è che i progetti presentati non sono altro che fascicoletti di una manciata di pagine che parlano di "…un’azione di supporto alla candidatura del sistema territoriale Perugia-Assisi a Capitale Europea della cultura.."
Siamo alle solite: un’Amministrazione comunale allo sbando che gestisce una città allo stremo delle forze perché diventata invivibile, fatiscente e lontana anni luce da un’idea di   cultura quale strumento di rinascita sociale, civile ed economica.   Assistiamo così sgomenti all’ennesimo pasticcio di un’Amministrazione sempre più lontana dalle esigenze della popolazione e dei reali bisogni (culturali e non) del territorio. 
Ci chiediamo come, in una città dove un’intera orchestra ha dovuto recentemente cercare riparo all’interno del Duomo per sfuggire alle angherie degli ubriaconi del centro, possano i nostri amministratori   intraprendere un piano di sviluppo credibile che ricomprenda parallelamente cultura, bellezze storico-artistiche,   rinnovamento, ricerca, infrastrutture e partecipazione attiva del cittadino.
"E’ tutto regolare, anche le consulenze", ha dichiarato l’Assessore Cernicchi. "Niente di nuovo sul fronte occidentale", aggiungiamo noi.
MoVimento 5 Stelle Perugia

5 agosto 2013
Il Movimento Cinque Stelle si interroga sui servizi di Umbria Mobilità

Il trasporto pubblico offerto da Umbria Mobilità sta diventando un vero e proprio disservizio a causa dai continui tagli delle corse che, in questo periodi estivo, hanno assunto dimensioni inaccettabili. La cancellazione di numerose tratte ha infatti lasciato letteralmente "a piedi" molti utenti che, avendo la rara opportunità di avere un’occupazione (e di mantenerla), si trovano nell’impossibilità di recarsi a lavorare. La riduzione delle tratte decisa da Umbria Mobilità interessa non solamente le linee extraurbane, penalizzando ancor più le periferie, ma anche quelle urbane. La seria compromissione dei servizi pubblici essenziali che il sistema di trasporti locale sta perpetrando a danno dei cittadini è ancor più grave in ragione della condizione che stanno vivendo i dipendenti di Umbriamobilità:  stipendi  non pagati, quattordicesime non liquidate, incertezza sul futuro occupazionale. Il Movimento Cinque Stelle di Perugia, stigmatizzando l’assenza, nel bando di gara, di norme specifiche di tutela dei livelli occupazionali, continua ad attendere l’emanazione di un piano regionale dei trasporti che tarda ad arrivare.
Le amministrazioni locali umbre, palesemente inadeguate a gestire questioni vitali come quelle dei trasporti pubblici e del lavoro,  continuano a comprimere fortemente, se non addirittura a negare,  quei servizi e diritti  fondamentali degni di un paese civile, che i cittadini reclamano a gran voce!
MoVimento 5 Stelle Perugia

1 agosto 2013
Geotermia: lettera aperta alla Presidente della Regione Umbria

Le abbiano rimesso nei giorni scorsi una nota, inviata anche al Governo ed alle Regioni e, per conoscenza, alla Unione Europea, in merito ai conflitti di interesse e ad alcune procedure seguite dai suoi uffici nella valutazione ambientale relativa all’impianto geotermico di Castel Giorgio Dopo la consegna al Ministro Orlando, da parte dei sindaci dell’Orvietano, di un documento in cui si evidenzia grande preoccupazione per il progetto geotermico in corso di valutazione dalla Regione Umbria, vogliamo informarLa che eguale preoccupazione si sta allargando a tutti i sindaci del Lago di Bolsena. Non ha giovato infatti a rasserenare gli animi la recente scossa di terremoto che ha colpito la Svizzera a causa di un impianto avente le stesse caratteristiche tecniche di quello in esame presso i Suoi uffici. Ci auguriamo pertanto che questa ulteriore evidenza sia di sprone affinché  le nostre ragioni, indicate nella nota, vengano prese nella giusta considerazione.

 

Le nostre osservazioni, scaturite a seguito di numerosi incontri e dibattiti a livello politico, tecnico che di confronto sul territorio, sembrano condurre ad una completa rivisitazione dell’intero procedimento in corso, sia a livello di Governo, ma soprattutto nella procedura regionale di VIA. Ci sembra infatti che sia stato trascurato un elemento importante della medesima e cioè il coinvolgimento della Regione Lazio che, come affermato univocamente dai geologi, è “proprietaria” di almeno il 70% del bacino geotermico che si vorrebbe utilizzare nel progetto in questione ricadente, solo per poche centinaia di metri, sul suolo umbro. 

 
Crediamo inoltre che l’applicazione della norma di fonte comunitaria del “principio di precauzione” sia di interesse per tutti, oltre che per i residenti, ma anche per la Giunta Regionale dell’Umbria che si trova a fare da “apripista” in una materia così delicata e per di più in un’area di confine, notoriamente sismica (l’ultima scossa avvertita sull’Alfina pochi giorni orsono era del 2,2 grado Richter). La mancanza infatti di certezze in questo campo, anzi, la palese e contraria presa di posizione di tecnici di fama internazionale contro questo tipo di utilizzo della geotermia, specie in territori come il nostro, consiglierebbe ben altro che di seguire un semplice principio di precauzione.
Riteniamo infatti che questo delle nuove tecnologie su “impianti pilota geotermici” sia un altro infelice esempio in cui le lobbies suggeriscono e la politica ratifica, senza neanche attendere, in questo caso, le risultanze ed i necessari approfondimenti ancora in corso di studio da parte della UE – come il “progetto Geiser,” giunto alla sua conclusione solo alla fine di maggio 2013- ma che non ha ancora prodotto le previste “ linee guida”, valide a livello europeo, verso la sismicità indotta, che sembra caratterizzare tali nuovi “impianti sperimentali”-.
Né ci rassicura il fatto che nei mesi scorsi la Protezione Civile Nazionale abbia sentito il bisogno di nominare una commissione di inchiesta per evidenziare in particolare “eventuali correlazioni tra sismicità ed esplorazioni per la ricerca di idrocarburi”. Unico neo  – anche in questo caso e sempre a proposito di lobbies –  è che la maggioranza dei membri della Commissione, a cominciare dal suo presidente, hanno possibili conflitti di interesse, avendo ricoperto incarichi per le compagnie petrolifere !        
Nasce quindi spontaneo domandarsi, in un contesto nazionale in cui è fin troppo evidente la distanza tra la politica ed i territori amministrati, se è mai possibile che devono essere sempre i cittadini, in difesa dei loro territori, a segnalare tali cose e non le istituzioni a ciò delegate? Come ci si può accusare di ostacolare le “energie rinnovabili” se esse, come ad Orvieto e dintorni, si presentano con la faccia dei mega impianti eolici in vista Duomo o peggio, come nel caso della geotermia sperimentale, con procedure zeppe di conflitti di interessi a favore dei proponenti le opere ? Come potrà la politica riacquistare credibilità e la fiducia dei cittadini se non si pone, lei per prima, come baluardo (e con rigore), a difesa delle comunità eliminando sul nascere andazzi del tipo di quelli denunciati?
Pertanto, al di là di come- a livello di Governo sarà valutata, stante il conflitto di interesse del Prof. Franco Barberi- la decisione del CIRM del 13.03.2012, riteniamo che la procedura di VIA, d’intesa tra le due Regioni Umbria e Lazio, ai sensi dell’art.30, comma 1 del D.Lgs 152/2006, possa rappresentare una opportuna occasione di approfondimento della tematica, allo scopo di operare la migliore scelta verso un’ampia area umbro-laziale che interessa (e preoccupa!) ben 20 comuni.
Non solo. Non si può- a questo punto- sottacere che la decretazione appositamente  “deregolamentata” verso la “nuova geotermia sperimentale” (D.Lgs. 11.02.2010, n. 22, Ministri Scajola e Romani) è tristemente coeva a quella sul nucleare (D.Lgs. 15.02.2010, n. 31) e alla susseguente normativa introdotta dal c.d. “Decreto Sviluppo” (Ministri Monti e Passera) sulle trivellazioni a mare alla ricerca di petrolio e gas.
Ebbene, il nucleare è stato bocciato saggiamente dal popolo italiano con il referendum abrogativo del 12 -13 giugno 2011, le trivellazioni a mare hanno visto proprio i giorni scorsi  ben 5 consigli regionali italiani ( Veneto, Marche, Abruzzo, Molise e Puglia)presentare una proposta legislativa alle Camere con richiesta di annullamento della normativa introdotta al Governo Monti, oltre che – dello stesso segno- durissime risoluzioni della VII e X Commissione Parlamentare. La “nuova geotermia sperimentale” viene imposta da normative emesse dal governo Berlusconi appunto su 5 regioni: Sicilia, Campania, Lazio, Umbria e Toscana. Per la Regione Umbria potrebbe correre l’occasione di farsi promotrice, come pure il PD ha ben fatto contro le summenzionate trivellazioni a mare, verso i presidenti delle nominate regioni per annullare la citata decretazione, applicando un sano principio di cautela, almeno finché tutte le questioni sul tappeto non siano state maggiormente investigate e risolte.
Sicuri di aver sollecitato la Sua attenzione, Le inviamo i nostri più cordiali saluti.
Le Associazioni ambientaliste e Comitati cittadini dell’Orvietano, della Tuscia e del lago di Bolsena
Per eventuali comunicazioni si segnala come riferimento il seguente nominativo: Fausto Carotenuto, presidente Comitato per la difesa della salute e del territorio di Castel Giorgio, Contrada Torraccia, 3-05013 Castel Giorgio (Terni) ; tel.0763/627199; mobile : 335/6615841; email: carotenutoteam@iol.it .

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