Tra i vari documenti e dichiarazioni partorite in merito alla questione depuratore ce ne sono due che i comuni cittadini vorrebbero comprendere meglio: uno attiene al presente ed una al futuro
Per il passato s’è scritto “ La procedura di scelta del sito è stata pesantemente condizionata dalle scelte fatte nel periodo dell’amministrazione Ruggiano che hanno portato all’assegnazione dell’appalto sulla base di un progetto localizzato a Porchiano prima che fossero concluse le procedure. Non è stato più possibile proporre soluzioni che si allontanassero dalle caratteristiche del progetto appaltato”
“la precedente Amministrazione di centro-destra ha spinto per l’appalto dell’impianto prima che fossero terminate le valutazioni tecniche e si concludesse la procedura di valutazione ambientale. La localizzazione finale sarà definita a seguito dei risultati della procedura di VAS (Valutazione Ambientale Strategica – Direttiva 2001/42/CE, entrata in vigore a livello nazionale il 31 luglio 2007)
Affidata la gara, il sito prescelto (Porchiano) è risultato inidoneo per la presenza di reperti archeologici. Oggi l’Amministrazione comunale deve tener conto degli impegni contrattuali assunti con la ditta affidataria dei lavori.”
“Il PD si è sempre mosso senza pregiudiziali e, nel novembre del 2011, sebbene non convinti del metodo, ha votato a favore al progetto Porchiano in Consiglio comunale”.
La domanda che sorge spontanea è: allora il sito di Porchiano è stato individuato contra legem, come pure lo è stata d’appalto dei lavori? Ed ancora: è stato un errore “politico”, censurabile solo su questo piano o “tecnico” e che quindi potrebbe interessare chi si occupa di danni alla pubblica amministrazione?
Per il futuro s’è sentito dire che la localizzazione del depuratore alla Cascianella sarebbe preferibile perché si tratta di una zona già compromessa.
Il luogo è irrilevante, quel che interessa è il concetto che si sente spesso ripetere in giro
Ebbene l’affermazione fa venire alla mente le parole che Francesco Ferrucci, ripetutamente ferito e prigioniero nella battaglia di Gavinana, prima di spirare avrebbe rivolto con disprezzo a chi, Fabrizio Maramaldo, contro tutte le regole della cavalleria, si apprestava a giustiziarlo: « Vile, tu uccidi un uomo morto! ».
Fuor di metafora il concetto è il seguente, come pure la domanda: se una zona del territorio è già malata è giusto condannarla a morte invece di cercare di guarirla? E se poi due mali coesistono, come si fa a distinguere quale dei due causa l’aggravamento della malattia?