Bartali, ”un cattolico devoto, nel corso dell’occupazione tedesca in Italia ha fatto parte di una rete di salvataggio i cui leader sono stati il rabbino di Firenze Nathan Cassuto e l’Arcivescovo della citta’ cardinale Elia Angelo Dalla Costa”.
Sono stati cos’ salvati- centinaia di ebrei locali ed ebrei rifugiati dai territori prima sotto controllo italiano, principalmente in Francia e Yugoslavia’.
Come abbiano già scritto le imprese umanitarie di Bartali sono ora ricordate dal “Ciclopellegrinaggio Terontola-Assisi, Gino Bartali Postino per la Pace” giunta alla 5^ edizione
Bartali, per tornare a Firenze dopo aver consegnato o ritirato i documenti falsificati ad Assisi, passava per l’Alta Valle del Tevere: per non dare tanto nell’occhio nei suoi trasferimenti-allenamenti.
A Lerchi, nei dintorni di Città di Castello, Gabriele Spapperi aveva una fabbrica di biciclette, la “Gabriele”, che dagli anni ’20 produceva anche bici da corsa e che quindi poteva mettere a disposizione pezzi di ricambio di cui negli anni della guerra c’era penuria.
Bartali conosceva, anzi era amico di Gabriele, e quindi nelle sue fermate a Lerchi si riforniva di tubolari o di altro materiale per tenere in “forma” la sua bicicletta e affrontare il “lungo” per cui si assentava da casa, ma molte volte la fermata era finalizzata unicamente a depistare chi sospettava di quegli allenamenti che potevano durare anche sette/otto ore: il tempo di partire da Firenze, giungere ad Assisi e tornare a casa nel tardo pomeriggio.