Condividi su facebook
Condividi su twitter
Le lunghe giornate di allenamento da Firenze ad Assisi e ritorno per l'alta valle del Tevere nascondevano un traffico di documenti falsi per far sfuggire da una sorte orribile, durante la guerra, cittadini ebrei
bartali

E’ in virtù delle lunghe e ripetute “corse d’allenamento” dalla Toscana all’Umbria e viceversa per l’alta valle del Tevere, le quali nascondevano un traffico di documenti falsi che servivano a salvare ebrei durante la guerra che il grande ciclista italiano Gino Bartali e’ stato dichiarato ”Giusto tra le nazioni” da Yad Vashem, il memoriale ufficiale di Israele delle vittime ebree dell’Olocausto.

Bartali, ”un cattolico devoto, nel corso dell’occupazione tedesca in Italia ha fatto parte di una rete di salvataggio i cui leader sono stati il rabbino di Firenze Nathan Cassuto e l’Arcivescovo della citta’ cardinale Elia Angelo Dalla Costa”. 
Sono stati cos’ salvati- centinaia di ebrei locali ed ebrei rifugiati dai territori prima sotto controllo italiano, principalmente in Francia e Yugoslavia’.

Come abbiano già scritto le imprese umanitarie di Bartali sono ora ricordate dal  “Ciclopellegrinaggio Terontola-Assisi, Gino Bartali Postino per la Pace” giunta alla 5^ edizione
Bartali, per tornare a Firenze dopo aver consegnato o ritirato i documenti falsificati ad Assisi, passava per l’Alta Valle del Tevere: per non dare tanto nell’occhio nei suoi trasferimenti-allenamenti.

A Lerchi, nei dintorni di Città di Castello, Gabriele Spapperi aveva una fabbrica di biciclette, la “Gabriele”, che dagli anni ’20 produceva anche bici da corsa e che quindi poteva mettere a disposizione pezzi di ricambio di cui negli anni della guerra c’era penuria.

Bartali
conosceva, anzi era amico di Gabriele, e quindi nelle sue fermate a Lerchi si riforniva di tubolari o di altro materiale per tenere in “forma” la sua bicicletta e affrontare il “lungo” per cui si assentava da casa, ma molte volte la fermata era finalizzata unicamente a depistare chi sospettava di quegli allenamenti che potevano durare anche sette/otto ore: il tempo di partire da Firenze, giungere ad Assisi e tornare a casa nel tardo pomeriggio.

 

condividi su:

Condividi su facebook
Condividi su twitter