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Nonostante la riduzione di 1,3 miliardi del fondo sanitario nazionale la quota dell'Umbria risulta leggermente superiore a quella dello scorso anno, per effetto del livello dei costi umbri presi a paragone per le altre regioni
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Non c’è da godere perché  “la sottostima della dotazione complessiva del Fondo nazionale (che) non coprirà nemmeno il maggior costo determinato dall’indice dell’inflazione generale.
Senza considerare – cha detto la Presidente Marini –  che il settore della sanità è caratterizzato da un indice di inflazione specifico molto più alto, determinato da un lato dall’invecchiamento della popolazione e dall’altro lato dalla continua introduzione di nuove tecnologie ad alto costo “.
E “per la prima volta, il Fondo sanitario nazionale ha avuto una dotazione complessiva inferiore di oltre un miliardo e 300 milioni di euro

 Ma, nel mal comune a tutta Italia, il mezzo gaudio per l’Umbria è che alla Regione Umbria è stata assegnata una quota d’accesso al Fondo leggermente superiore a quella dello scorso anno”.

“Una ulteriore nota positiva per l’Umbria in questo riparto è data da un notevole incremento del saldo dovuto alla mobilità sanitaria interregionale. Per la prima volta inoltre, – ha detto la presidente Marini –  è stato riconosciuto anche il saldo relativo alla mobilità internazionale. Grazie a queste due voci che per l’Umbria sono positive, si potranno compensare le minori risorse dovute alla riduzione del Fondo sanitario nazionale.”

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