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Domenica 12 Gennaio 2014 con inizio alle ore 10,00 dalla Chiesa Parrocchiale dei Ss. Filippo e Giacomo di Monte Castello di Vibio, verrà trasmessa da Rete 4. La celebrazione sarà presieduta dal Vescovo della Diocesi di Orvieto-Todi Mons. Benedetto Tuzia.
Montecastello vibio chiesa interno

 Domenica 12 Gennaio 2014 con inizio alle ore 10,00 dalla Chiesa Parrocchiale dei Ss. Filippo e Giacomo di Monte Castello di Vibio, verrà trasmessa da Rete 4 la Santa Messa in diretta televisiva.

La celebrazione sarà presieduta dal Vescovo della Diocesi di Orvieto-Todi Mons. Benedetto Tuzia.

L’occasione è per conoscere meglio la chiesa di questo piccolo borgo umbro e la leggenda a cui è ispirato un dipinto.

La chiesa, di stile neoclassico, è a pianta rettangolare a tre navate. Quella centrale termina con un abside semicircolare.
La volta, le pareti e i pilastri furono dipinti dal perugino Nicola Benvenuti.

Nel 1808 Mons. Francesco Gazzoli, vescovo di Todi, venuto in visita pastorale e visto il cattivo stato della chiesa arcipretale comandò che le venissero fatti i relativi restauri.
Per la nuova costruzione si sarebbe occupata l’area della vecchia chiesa, quella dell’Oratorio del Pio Suffragio, la vecchia sacrestia, l’orto ed una parte dell’adiacente casa parrocchiale.
Fu incaricato del disegno e della perizia il prof. Santini.
Per la raccolta dei fondi degne di particolare ricordo sono le elargizioni ottenute dai sommi pontefici Gregorio XVI° e Pio IX°.
Nel 1851 si poté portare a termine la nuova chiesa. Monsignor Rossi, Vescovo di Todi, stabilì il giorno 26 aprile 1851 come giorno per la consacrazione della nuova chiesa.

Collocata sull’Altare Maggiore si trova l’immagine della Madonna dei Portenti con il Bambino in braccio e San Carlo Borromeo.
Dipinta sul muro esterno di una torre appartenente alla famiglia di Andrea Fioretti nella contrada Vinello, probabile opera di Scilla Piccinini, è legata ad un prodigio avvenuto nel 1732.

La tradizione orale afferma che nell’anno suddetto un fanciullo di nome Egidio, trovandosi a pascolare le sue pecore nel prato di rimpetto all’immagine, udì da questa uscire una voce che chiamandolo per nome, gli chiese di accenderle un lume. Il bambino corse a raccontare l’accaduto alla mamma, ma questa non prestò fede al racconto del ragazzo e senza dargli ascolto aggiunse che, anche se la Madonna avesse parlato, non aveva in casa neppure una goccia d’olio per accendere il lume.
Il bambino tornò sul luogo e rivolgendosi all’immagine sacra le riferì fedelmente la risposta della madre.
Allora il fanciullo udì di nuovo una voce che gli comandò di tornare a casa e guardare nel vaso perché lo avrebbe trovato pieno d’olio. Essendosi sparsa la voce della prodigiosa manifestazione, grande fu l’accorrere del popolo dei dintorni per venerare la Sacra Immagine e grandi furono ancora le grazie che Dio volle operare.
In una supplica inviata al Pontefice di allora Clemente XII°, il popolo chiede sussidi per erigere una chiesa in onore della Vergine, chiesa che, secondo un primo progetto del vescovo diocesano, doveva essere sul luogo stesso del miracolo.

 

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