A qualcuno abituato, e sono molti, a maneggiare soldi con tanti zeri, circa 63 milioni di illeciti tributari, non faranno sicuramente effetto ma in Umbria sono molti ad essere preoccupati per la colossale frode fiscale targata Casti group, che per intanto ha portato agli arresti di quattro persone costituenti il vertice della società che in Umbria controlla le due società spoletine Isotta Fraschini srl e Industrie metallurgiche Spoleto Srl dove sono occupati circa 300 lavoratori.
L’accusa, dopo due anni di indagini della GdF e verifiche in tre regioni d’Italia iniziate per il mancato pagamento di alcune migliaia di euro di imposte, è di: «costituzione di una vera e propria associazione a delinquere finalizzata a commettere una serie di illeciti tributari reiterati nel tempo, attraverso la contabilizzazione di numerosissime operazioni commerciali fittizie tra società appartenenti al medesimo gruppo».
I fatti contestati vanno: dall’utilizzo nelle dichiarazioni fiscali di fatture per operazioni oggettivamente inesistenti (con evasione di imposte per oltre 52 milioni di euro) all’omesso versamento di ritenute operate ai dipendenti (per oltre 5 milioni di euro), fino alla presentazione di dichiarazioni Iva infedeli per l’alterazione dei relativi registri (con imposta evasa di oltre 4.5 milioni di euro), all’illecita compensazione di imposte dovute con crediti fittizi (per oltre 2 milioni di euro), all’emissione di fatture false infragruppo, nonché all’occultamento dell’intero impianto contabile per gli anni precedenti al 2008.
Emerse false comunicazioni sociali per l’occultamento nel bilancio 2011 delle reali perdite societarie ammontanti già all’epoca ad oltre 10 milioni di euro, nonché l’omesso versamento dal 2007 al 2011 delle ritenute previdenziali ed assistenziali operate sui dipendenti (per oltre 7,5 milioni di euro).
Sotto sequestro per intanto quote di controllo della società capogruppo, che detiene 19 società operative, le quote di controllo di ulteriori 5 società, neo costituite e formalmente intestate al coniuge (alcune delle quali avevano ottenuto in locazione i rami d’azienda di società già appartenenti al gruppo), e le quote di controllo della società immobiliare in cui è stato concentrato il patrimonio familiare, anch’esse formalmente intestate al coniuge, due ville di cui quella di residenza della famiglia con 36 vani e parco, 5 appartamenti, una serie di terreni, diversi fabbricati in comproprietà, le quote sociali di controllo delle due newco spoletine e i saldi dei conti correnti personali: una Ferrari F40, una Ferrari Testarossa e una Lamborghini Diablo, una moto MV Augusta F3, uno scooter e altre auto.
I guai per il gruppo non finiscono qui, infatti, il Nucleo di polizia tributaria di Perugia, ha proceduto, ad effettuare specifiche verifiche fiscali nei confronti di tutte le società coinvolte, con sedi nelle province di Perugia, Varese, Como, Milano e Padova, contestando complessivamente, per gli anni 2004 – 2011, una base imponibile ai fini delle imposte dirette sottratta a tassazione pari ad oltre 350 milioni di euro, un’Iva dovuta e non versata, ovvero indebitamente detratta, per oltre 410 milioni di euro, nonché ritenute fiscali e previdenziali operate e non versate per oltre 9,7 milioni di euro.
E sull’onda di tali indagini s’è mossa anche la Procura di Como che contesta l’utilizzo nella dichiarazione Iva per l’annualità 2007 presentata da una società controllata dal gruppo(ora in fallimento) di fatture per operazioni infragruppo oggettivamente false con illecita detrazione di imposta per circa 8,5 milioni di euro:
Indagato l’intero consiglio di amministrazione della società nei cui confronti, è scattato il sequestro preventivo dei beni, tra cui una villa di 24 vani e la quota di comproprietà di un ulteriore appartamento oltre ai saldi dei conti correnti personali, le quote sociali di 7 società e un’autovettura:
In relazione alla vicenda, la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, e l’assessore regionale allo sviluppo economico, Vincenzo Riommi, hanno espresso “Piena fiducia nell’operato della Magistratura e della Guardia di finanza.
“La Regione – concludono la Presidente e l’assessore – valuterà, in ogni sede, tutte le iniziative che possono concorrere alla tutela dei dipendenti, alla difesa dei loro diritti ed alla salvaguardia dei posti di lavoro. Ma soprattutto ci sentiamo impegnati a garantire un futuro industriale e produttivo alle due aziende di Spoleto”.