Condividi su facebook
Condividi su twitter

In questi giorni ha avuto inizio la manifestazione Musica per i Borghi; questa era stata presentata ufficialmente il 20 maggio 2014 da Todini (Sindaco di Marsciano), Chiacchieroni (Presidente onorario della Ass.ne) e Pescatori (Direttore generale) che annunciavano in quella occasione la  tradizionale direzione artistica di Beppe Vessicchio, salvo poi ritrattare tutto a breve, cancellare le date e spostare ad Agosto.
In quell’occasione scrivevo scherzosamente su FB “en finiti i guadrini”, perché è proprio questa la motivazione del ridimensionamento di una manifestazione decennale, che, creata su buoni presupposti, vive da molti anni un inesorabile declino.
La rassegna nasce per promuovere i Borghi marscianesi rinnovati e ristrutturati e cresce coinvolgendo altri Comuni del perugino. Lentamente però tutti i partner si sono defilati – per quali ragioni? – facendo perdere importanza alla rassegna e al valore del marchio “Musica per i Borghi”. 
Gli organizzatori non hanno saputo contrastare l’involuzione del Festival, affidandosi unicamente alla scusa della crisi per giustificare i passi falsi fatti di anno in anno, fino all’ultimo scivolone di questa estate.

Da sempre, infatti, l’impressione che si ha di questa manifestazione è quella di un evento nato anche  per scopi di “promozione elettorale”; il format, così come studiato, non porta alla cittadina marscianese e al suo tessuto economico alcuna ricaduta positiva, se non la visibilità degli organizzatori, regolarmente sul palco per saluti e ringraziamenti. 
Musica per i Borghi ha da sempre rappresentato uno sforzo economico molto consistente per le aziende sponsor. Tuttavia, al contrario di altre tipologie di eventi, i soldi spesi sono funzionali a concentrare moltissime persone in piazza per qualche ora senza che vengano create le condizioni per far “vivere” le vie di Marsciano, dei borghi coinvolti e i vari negozi, magari prima o dopo la conclusione del concerto.

Finiti i soldi, dopo anni di manifestazione e facendo un breve bilancio, cosa è rimasto di Musica per i Borghi? Questa potrebbe tranquillamente cessare senza che i cittadini percepiscano la mancanza di una manifestazione che, allo stato attuale, non raggiunge alcuno degli obiettivi per i quali era nata!

La crisi che ha colpito duramente le aziende, influendo sulla loro capacità di sostenere la chermesse, ha tuttavia un lato positivo: spostare l’attenzione sui gruppi locali, presi in considerazione proprio per il loro costo contenuto e non tanto – temo – per una loro “valorizzazione”.
Anche se obbligata, pertanto, questa scelta deve ritenersi valida e da sostenere, pur se da bilanciare con le esigenze di qualità che una rassegna come Musica per i Borghi deve sempre garantire.
I gruppi dovrebbero accedere al palco serale dopo attenta selezione, in modo da promuovere artisti locali emergenti e di valore.

Musica per i Borghi deve rinascere e deve essere ripensata innanzitutto nel suo organigramma e direttivo, allargando alla partecipazione dei numerosi interlocutori che, in campo musicale, a Marsciano, sono molti e preparati.
È ora di puntare sui contenuti, individuando soggetti con competenze specifiche in campo artistico e musicale che si prendano l’onere di riorganizzare tutta la manifestazione.
L’obiettivo deve essere quello di coinvolgere tessuto sociale e commerciale, con lo scopo di valorizzare contestualmente le realtà musicali locali e i nostri borghi.
In un periodo in cui non ci sono i soldi, sono le idee a fare la differenza; l’attuale direzione sembra averle finite tutte!

condividi su:

Condividi su facebook
Condividi su twitter