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Si volutamente non sono andato al funerale della caccia. La caccia è ormai finita!
A tutt’oggi conto 48 licenze, ma l’esperienza complessiva ammonta a 58 giornate di apertura (già a partire da 10 anni in compagnia con lo zio Fiorello), ma quest’anno ho rinunciato anche  all’apertura, per me da anni, simbolica.
Si perché da  7-8 anni rinuncio alla preapertura perché ritenuta insensata e fortemente lesiva dell’ambiente e il giorno dell’apertura generale consisteva per me in 1-2 ore trascorse in un bosco vicino a casa facendo qualche” rugolata” alle palombe con un carniere complessivo in tutti i predetti anni di 2 capi abbattuti.
Ogni anno sempre peggio ed allora quest’anno niente apertura, aspetto pazientemente il primo ottobre per andare sul mio appostamento di colombacci.
Qualche colpo isolato qua e la, niente canizze o quasi; questa è stato per me, da spettatore, quello che sarebbe dovuto essere il primo giorno del vigente calendario venatorio.
Dove sono le apertura della caccia di 20, 30, 40 anni fa? Una serie ad intermittenze molto ravvicinate di fucilate, abbaiare i cani a destra e a manca; questo, almeno per la mia memoria, era il primo giorno di caccia.
Ma dove hanno vissuto gli attuali dirigenti nazionali e locali di tutte le associazioni venatorie? Sono forse tutti smemorati o vengono tutti da un altro pianeta?
Lo stesso dicasi per i governanti politici nazionali e regionali, responsabili, gli e gli altri, dell’attuale degrado in cui hanno portato il mondo venatorio. E’ ora di dire basta.
Questa mia riflessione non vuole che essere un ultimo grido di allarme di un cacciatore che non crede più al futuro per la sua passione.
L’uniche due speranze che mi rimangono, anche come segretario del Club della Palomba: il costituendo Coordinamento nazionale delle cacce tradizionali che nascerà formalmente sabato 29 novembre a Todi al termine del convegno di Zefiro 2013-2014 ed un risultato elettorale alle prossime politiche che dovrebbe vedere rottamata la quasi totalità della classe politica di tutti i partiti.

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