Condividi su facebook
Condividi su twitter
Giovani, che rappresentano il nostro investimento per il futuro e la voce più in attivo nel momento in cui si fa il bilancio dell’esperienza appena conclusa allo Spallanzani, con la guarigione del medico infettato in Sierra Leone
ospedale spallanzani roma

 

Al di là di tante parole, che pur la vicenda merita, la cosa più importante è che la sanità italiana è stata in grado di curare e guarire il primo malato di ebola sbarcato sul territorio nazionale.

Il bollettino medico odierno racconta quasi tutto : “Si dimette in data odierna il dottor Fabrizio Pulvirenti, affetto da malattia da Virus Ebola, ricoverato dal 25.11.2014  al 2.1.2015  nell’ Unità di alto isolamento dell’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani.
Il paziente, medico in forza dal 15.10.2014 presso l’ospedale di Emergency di Lacca in Sierra Leone, in seguito alla diagnosi di malattia da virus Ebola in data 24 novembre 2014, è stato evacuato a mezzo aereo dell’aeronautica Militare e ricoverato presso questo Istituto.

All’ingresso il paziente, in buone condizioni, è stato idratato ed ha ricevuto terapia di supporto.
Venne anche riscontrata una malaria da Plasmodium vivax, prontamente trattata.
Nei giorni successivi si è assistito ad un graduale peggioramento, con febbre elevata, disturbi gastrointestinali e profonda astenia.

Per tale motivo al paziente sono state somministrate, in periodi diversi, 3 diverse terapie sperimentali e due sacche di plasma di convalescente.
La sera del 4 dicembre 2014, a causa di una grave insufficienza respiratoria il paziente veniva trasferito presso l’unità di alto isolamento del reparto di terapia intensiva, ove veniva sottoposto a ventilazione meccanica respiratoria per 5 giorni. Dopo ulteriori 48 ore veniva trasferito nuovamente in degenza ordinaria sempre in  regime di alto isolamento.
Successivamente si è assistito al miglioramento delle condizioni generali, alla ripresa dell’alimentazione, alla risoluzione della febbre e dei disturbi gastrointestinali.

Attualmente il paziente è “Virus-free”, perché la ricerca del virus Ebola è risultata negativa su sangue ed altri siti corporei.
Si dimette il paziente in ottime condizioni generali.”

Ma oltre alla soddisfazione per l’esito della cura, vari interventi e commenti hanno ricordato un antico detto “ quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare” per sottolineare che le energie in Italia ci sono, forse nascoste e sottovalutate, ma pronte a farsi avanti ed emergere quando c’è bisogno.
Un bel messaggio di speranza
per gli italiani e ce n’era proprio bisogno.

Ancor più bello il messaggio perché, al di là delle tantissime collaborazioni ( un elenco di tre pagine) alla battaglia,  “Questa esperienza ha  rivelato personalità insospettate,  leadership emergenti,  vigore e forza d’animo contagiose,  non solo fra le persone legate da tempo all’Istituto Nazionale Malattie Infettive “  Lazzaro Spallanzani,” ma anche fra i giovani, che  rappresentano il nostro  investimento per il futuro e la voce più in attivo nel momento in cui si fa il bilancio dell’esperienza appena conclusa.”

condividi su:

Condividi su facebook
Condividi su twitter