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Le associazioni venatorie hanno criticato diversi punti del regolamento proposto dalla Giunta regionale
caccia cinghiale

Il mondo dei cacciatori e molto simile a quello degli avventori del bar sport dove ognuno ha la sua “formazione” e quindi quel che si è sentito oggi era prevedebile, come per qualcuno  “Le audizioni non sono mai servite a nulla, non c’è seguito ai nostri interventi”, forse a proprio a causa delle divisioni del mondo venatorio.

Divisioni che sono emerse oggi pomeriggio nell’audizione delle associazioni venatorie e agricole sulla proposta di modifiche al regolamento per la caccia al cinghiale, indotte dai pesanti danni che tale specie continua ad arrecare al mondo agricolo e alle casse della Regione.
Oltre alle squadre, viene introdotto il prelievo “all’aspetto e alla cerca”, quindi da parte di singoli, e sono previste diverse assegnazioni dei settori con una scala di premialità per le squadre più efficienti nel prelievo.

Le associazioni venatorie hanno criticato diversi punti del regolamento: per Eraldo Martelli (Anuu migratoristi italiani) “la caccia singola alla cerca va limitata all’esterno delle zone gestite dalle squadre e bisognerebbe introdurre la commercializzazione degli animali abbattuti, con i proventi da destinare al rimborso dei danni causati dai cinghiali”.

Molto critico Stefano Tacconi (Libera caccia): “Le audizioni non sono mai servite a nulla, non c’è seguito ai nostri interventi; con la riassegnazione delle zone ci saranno tanti problemi e, di nuovo tanto potere viene consegnato nelle mani degli Atc (Ambiti territoriali di caccia).
Quello di oggi è l’unico grande argomento venatorio e necessitava di unione, concertazione, invece i soliti otterranno qualcosa e tutti gli altri lo sanno da prima”.
Per il presidente di Arcicaccia Umbra, Emanuele Bennati, “con l’inserimento delle premialità si crea maggiore confusione”, mentre per Franco Di Marco (Federcaccia Umbra) “l’aspetto è una forma di caccia che non può essere assimilata a quella per cervidi e bovidi”.

Per i presidenti degli Atc (Igor Cruciani-Atc 1, Luciano Calabresi-Atc 2 e Leonardo Fontanella-Atc 3), “è necessaria la moratoria di almeno due anni in modo da non prevedere l’iscrizione di altre squadre e anche la riassegnazione del territorio rischia di creare tensioni.
Inoltre, il punteggio che riguarda l’efficienza delle squadre non aiuta, serve uno strumento più trasparente”.

Ultima a intervenire nell’audizione è stata Marta Lucaroni della Coldiretti: “La normativa regionale – ha detto – sia solo il primo passo verso la soluzione del problema causato dalla fauna selvatica. L’inserimento della ‘girata’ si rivelerebbe meno invasivo per il territorio”.

Acquisiti i pareri dei soggetti interessati, la  Terza commissione,  presieduta da Massimo Buconi, tornerà a riunirsi per esaminare le richieste pervenute e discuterle con l’assessore Fernanda Cecchini.

 

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