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Il Gruppo Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale Massa Martana, come primo partito della coalizione di centrodestra comunale, in occasione della Giornata mondiale del rifugiato, chiede chiarimenti sulla questione migranti all’Amministrazione Comunale.
Facciamo un passo indietro, dodici mesi fa nel nostro comune sono stati accolti 8 profughi del Gambia, alloggiati in un condominio del centro storico e gestiti dall’ Arci Solidarietà.
L’arrivo di questi migranti aveva destato clamore nella cittadinanza soprattutto perché era mancata informazione da parte della Prefettura di Perugia verso l’Amministrazione Comunale e verso il Comando dei Carabinieri locale.
Proprio nell’intento di rassicurare la cittadinanza, il Sindaco aveva convocato un’assemblea pubblica dove era stato promesso, alla presenza dell’allora Prefetto Dott. Reppucci, che i fatti accaduti non si sarebbero ripetuti e che comunque il limite massimo di profughi nel territorio comunale non avrebbe superato il limite massimo di 8 unità.
Inoltre si era parlato di una più idonea sistemazione dei rifugiati, magari in uno degli appartamenti di proprietà comunale, cosi da non recare malumori all’interno del condominio di Via Vittorio Emanuele II, cosa in realtà poi non avvenuta.
Dai dati forniti il mese scorso dalla Prefettura di Perugia i profughi presenti in Umbria erano 756 e quelli nel comune di Massa Martana erano 4, da notare che un comune ben più grande del nostro tipo Marsciano ospitava 9 migranti soltanto.
In questi giorni invece abbiamo notato l’arrivo di altri profughi nel nostro comune, ospitati in un appartamento privato in un condominio in Via Vecchia Flaminia.
Quello che vorremmo sapere dall’Amministrazione Comunale è verso quale soggetto è stato dato in locazione l’appartamento di cui sopra e se è stato previsto un nuovo arrivo di migranti nel nostro Comune, ricordando in primis la promessa fatta lo scorso anno in merito al numero massimo di profughi da ospitare nel nostro territorio e poi la necessità comunicata dalle Prefetture di Perugia e Terni, di evitare la concentrazione degli arrivi nei comuni già impegnati, con il fine di rendere governabile il processo di accoglienza.

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