Pochi giorni fa il Comune di Marsciano è stato teatro di una piccola grande rivoluzione: quella di Barbara Brustenghi e Letizia Tesserini è stata la prima coppia a iscriversi nel Registro Amministrativo delle Unioni Civili, istituito con l’atto n°43 del 29 settembre 2015.
Il nuovo documento, valido per i residenti nel Comune di Marsciano e approvato dalla Consiglio Comunale con 15 voti favorevoli su 17, è fondato sul rispetto dei diritti inviolabili dell’uomo sanciti dagli articoli 2 e 3 della Costituzione e del principio di non discriminazione disciplinato dalla CEDU.
Barbara e Letizia risiedono nella frazione di Spina e convivono ormai da cinque anni, durante i quali hanno portato avanti la battaglia per il riconoscimento dei propri diritti.
Avete dovuto affrontare molti ostacoli per inserirvi serenamente nella società? Da parte dei singoli o delle istituzioni?
La prima a rispondere è Barabara, che racconta: “Io non ho avuto questo tipo di problemi perché mi sono sempre esposta fin da ragazza, anche nel contesto paesano. Non mi sono mai nascosta e ho sempre vissuto il mio orientamento sessuale sotto la luce del sole, cosa che ritengo sia stata fondamentale per avere una reazione positiva da parte degli altri.”
Per Letizia invece è stato diverso: “Io sono originaria di Perugia e il percorso che mi ha condotto fino all’outing è stato differente. Nonostante abbia sempre avuto l’appoggio della mia famiglia e sia stata per un bel periodo indipendente, ho avuto bisogno di più tempo per esprimere quello che sentivo anche fuori dal contesto familiare. Il carattere forte e la determinazione di Barbara sono stati fondamentali per me in questo senso e mi hanno aiutato ad arrivare fino in fondo.”
Barbara sorride e aggiunge: “Devo dire che abbiamo avuto conferme positive anche inaspettate in questo senso, molte persone si sono dimostrate rispettose e ci hanno sostenuto. L’unico episodio che ricordo in cui abbiamo avuto degli impedimenti è stato quando, accompagnando Letizia in ospedale, non ho potuto firmare per avere le ricette delle sue medicine, non essendo riconosciuta come compagna in senso civile.”
L’approvazione pubblica, il riconoscimento sociale ha confermato quello che voi sapevate già, cioè essere una coppia. Ma uscite dalla sala comunale, avete ricevuto un sostegno reale?
“Appena uscite più che disapprovazione abbiamo percepito qualche faccia interdetta di un gruppo di anziani che faticavano un po’ a capire il perché di tanto scompiglio” scherza Barbara, che continua: “nessuno ci ha mai affrontato direttamente, anche i commenti online agli articoli su di noi sono stati improntati al rispetto e alla civiltà. Ci sono stati solo casi rari e isolati di qualche leone da tastiera convinto di far bella figura esternando convincimenti dettati dall’ignoranza, ma niente di più.”
Dipende molto anche dai soggetti con cui ti raffronti” aggiunge Letizia, “il rapporto tra donne è accettato più di quello tra uomini. In questo caso sono convinta che ci sarebbe stato più accanimento.
“Nonostante si tratti di un grosso avvenimento, il provvedimento ha rilevanza esclusivamente amministrativa. Vedete il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto? Lo considerate un primo passo avanti o la maschera di un’immobilità legislativa di fondo?”
Qui le opinioni si discostano: “io sono quella ottimista” dice Letizia, “l’esempio di civiltà e collaborazione del Comune di Marsciano è da emulare, tutti dovrebbero seguirlo. Secondo me le rivoluzioni cominciano dal basso e ritengo che la società sia abbastanza pronta: le resistenze si trovano a livello nazionale più che locale. Quello che mi spaventa di più è che per molti ci sono problemi più importanti, ma cosa può esserci di più importante? I diritti di una persona non possono essere negati a causa dell’orientamento sessuale. In ogni caso, per me il prossimo anno saremo sposate civilmente.”
Barbara invece la vede in modo diverso: “io sono più scettica, ho visto tanti altri che ci hanno già provato. Nonostante quello di Marsciano sia un passo enorme, il fatto che sia stato approvato il Registro mi fa pensare che la legge statale sia molto lontana e mi sembra si sia solo guadagnato tempo.”
Quale pensate che sia la ragione per cui tante persone sono contrarie alle unioni civili tra omosessuali? Ignoranza, xenofobia o altro?
“Nonostante io nutra un profondo rispetto per i credenti” comincia Barbara “devo dire che la Chiesa si sta dimostrando limitante a livello culturale e l’argomento delle coppie gay è molto ostacolato. Un atteggiamento di chiusura e condanna in un paese con una forte componente cattolica come l’Italia non aiuta il carattere laico e democratico che dovrebbe invece distinguersi. Ci sono state occasioni in cui l’intera categoria same sex è stata tacciata di colpe quali “estinzione della specie” e “rovina dell’umanità”. La componente dell’ignoranza non porta a nessun confronto e probabilmente se queste persone spendessero più tempo a cercare informazioni piuttosto che dire la prima cosa che gli passa per la testa farebbero più bella figura.”
“Io non mi voglio sposare in chiesa” aggiunge Letizia “ma la chiesa non può ignorare il fatto che gli omosessuali possono godere degli stessi diritti degli etero. I matrimoni in chiesa stanno diminuendo, mentre quelli civili aumentano sempre più. Esistono tante altre realtà, la società si evolve, cambia. Non posso concepire una chiusura totale su questo fronte.”
Ed è Barbara a concludere: “Penso che tutto abbia origine dalla paura del diverso e dall’ignoranza. Dalla paura di scoprire che la diversità magari non è poi tanto male e che poi non ci sarebbe più nulla per cui arrabbiarsi.”
Se poteste mandare un messaggio ai contrari, quale sarebbe?
Questa volta la risposta è unanime: “Conoscetici prima di giudicare. La società è pronta a una trasformazione, abbiamo incontrato molte persone che hanno cambiato idea sull’argomento dopo una bella chiacchierata. Il confronto genera anche un accrescimento personale. Purtroppo un certo tipo di informazione non aiuta. Se ci si affidasse a quello che molte televisioni riportano del gay pride il risultato sarebbe un tripudio di boa con piume rosa e tutine di pelle, quando invece a questo tipo di eventi partecipano anche esponenti delle famiglie arcobaleno e dei genitori di figli omosessuali. Parliamo di diritti civili, per comprenderne l’importanza forse i contrari si dovrebbero svegliare un giorno e trovarsene completamente privati: a quel punto forse capirebbero. Continuiamo a sperare in una presa di coscienza generale,anche perché la collaborazione degli etero è fondamentale per vincere questa battaglia.”