“il Re è nudo”, forse è eccessivo dirlo, ma ci sono tutti presupposti dopo il “pronunciamento” di Italia Nostra sull’ incenerimento rifiuti in Umbria.
“Italia Nostra” invita a porre attenzione in particolare sulla reiterata contrapposizione tra incenerimento e riciclo dei rifiuti: in realtà un esame appena approfondito della questione, congiunto alla conoscenza delle procedure attive nel nord Europa, ci assicura che riciclo e combustione non sono antitetici bensì complementari: ciò che non conviene riciclare o non si può riciclare viene bruciato con produzione di energia, elettricità, calorie o frigorie, teleriscaldamento.
In Germania, Svezia, Belgio, Paesi Bassi, Danimarca e Austria le discariche sono state presso che azzerate grazie al mix di riciclaggio e combustione, più una quota di compostaggio dei rifiuti organici. Paesi come Italia, Francia, Gran Bretagna e altri mantengono invece una percentuale alta di trattamento a discarica (tra il 30 e 40% dei rifiuti) anche se la combustione coopera per una percentuale tra il 20 e il 30%.
“Italia Nostra” inoltre osserva che alla aprioristica ostilità verso la combustione viene contrapposta la virtù taumaturgica del riciclaggio, che però a ben vedere non può che comportare a sua volta combustione, quale è il trattamento di fusione del ferro, dell’alluminio, degli altri metalli, del vetro riciclati. In realtà separazione e riciclo non sono altro che una combustione differita nel tempo.
Non di meno riguardo alla raccolta differenziata “Italia Nostra” sente il consolidarsi di mitologie e bugie che una sana sensibilità ecologica deve finalmente dissipare. In moltissimi impianti del mondo civile l’azione meccanica nei centri di raccolta rifiuti assicura risultati di separazione tra frazioni secche e umida non inferiori alla differenziazione domestica, bensì con costi molto inferiori. Risuona ancora l’eco degli entusiasti che assicuravano raccolta differenziata e diminuzione della tariffa!
In buona sostanza “Italia Nostra” invita i consiglieri regionali ad approfondire la questione senza preclusioni ideologiche per sottrarre finalmente i rifiuti a consolidate speculazioni finanziarie e politiche, di cui irrazionali paure e sostanziali ignoranze sono base e motore; invita a fare dei rifiuti una filiera industriale come le altre, come in Europa, ove al naturale interesse del soggetto trattatore, si contrappongono direttamente il naturale interesse del conferitore rifiuti e l’interesse dei cittadini alla salute.
Invita a non indugiare ulteriormente in atteggiamenti inconcludenti bensì avviandosi verso un piano affidabile, certo e soprattutto duraturo, capace di tenere conto di tutte le tecnologie e delle varie caratteristiche specifiche della nostra regione.