Le zone colpite dal terremoto sono caratterizzate, come gran parte delle campagne e delle montagne , da costruzioni – magari solo capanne, fienili, rimesse ecc – che sicuramente sono crollate sotto le scosse
Anche le abitazioni relativamente più moderne degli anni 60 o giù di lì venivano costruite utilizzando manufatti in cemento- amianto ( cappe dei camini e simili)
E così, ora si rischia l’esposizione al killer silenzioso costituito dalle fibre di amianto.
Vigili del fuoco, Carabinieri, agenti della Polizia, del Corpo Forestale dello Stato e della Guardia di Finanza, uomini della Protezione Civile e della Croce Rossa: le migliaia di soccorritori che stanno operando sui luoghi del sisma nel Centro Italia rischiano l’esposizione all’amianto, insieme ai sopravvissuti
“Così come in tutti gli altri luoghi dove si verificano terremoti, il rischio è legato al fatto che nelle abitazioni e negli edifici industriali costruiti a partire dalla seconda metà del Novecento, l’amianto veniva utilizzato nelle infrastrutture, come tetti, tubature, soffitti, controsoffitti, canne fumarie”, spiega il presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, l’avvocato Ezio Boanni.
Secondo il V rapporto del Registro Nazionale Mesoteliomi, tra il 1993 e il 2012, i casi di mesoteliomi tra i lavoratori del settore edile sono stati 2.277, ovvero il 15,2% del totale.
I fenomeni sismici producono lesioni, vibrazioni e, nei casi peggiori, una vera e propria polverizzazione del cemento amianto.
Nel momento del crollo la polvere si disperde nell’ambiente e anche nell’acqua. Poi successivamente, quando le macerie rimangono a terra, la polvere può essere dispersa a causa degli agenti atmosferici o anche semplicemente con il calpestamento”.
Le polveri che contengono fibre in amianto possono essere decisive per l’insorgenza, di mesoteliomi, oltre che di patologie fibrotiche, tra le quali l’asbestosi, le placche pleuriche, gli ispessimenti pleurici e complicazioni cardiovascolari e cardiocircolatorie,.
“Il nostro appello è affinché i soccorritori siano dotati di mascherine con il filtro di protezione per evitare l’inalazione delle fibre. Inoltre nei luoghi in cui si stima ci possa essere presenza di amianto, è necessario bagnare le macerie con getti d’acqua, affinché le polveri non si disperdano, e quando finiscono le operazioni di ricerca, coprire le macerie con teli di nylon che dovranno essere portati via con mezzi meccanici da personale protetto da tute adeguate”.