Luca Rosati è, per i cultori del vino, una sorta di evangelista, in Umbria ma soprattutto a Todi, dove ha avvicinato all’affascinante mondo dell’enologia, in venti anni di attività come sommelier, centinaia di persone, diventando una sorta di profeta e come tale venerato nel settore.
Ha iniziato nel 1996 entrando in AIS, l’associazione italiana sommelier, la più grande organizzazione che parla di vino al mondo, frequentando i tre livelli di corso previsti per diventare un esperto.
“In quel periodo – racconta Rosati – eravamo davvero pochi ad frequentare i corsi Ais e a comunicare il vino nel mondo della ristorazione. L’Umbria del vino iniziava a svegliarsi, si iniziava a percorrere la strada della qualità, con nuovi winemakers, nuove tecnologie ed anche l’italiano medio a tavola iniziava a conoscere nuove denominazioni d’origine”.
La formazione di Luca non si è fermato ai primi corsi. Ha frequentato Master, partecipato a degustazioni in giro per l’Italia, vistato micro e macro zone viti-vinicole sia in Italia che all’estero, aggiornandosi e crescendo di continuo, perchè per un bravo sommelier non finisce mai di imparare la molteplicità dei vitigni, i vari territori, gli aspetti climatici, le vendemmie. “Siamo sempre alla ricerca di nuove espressioni enologiche – confida Rosati – sempre assetati di sapere di più, e di comunicare qualcosa di nuovo”.
Da quasi 10 anni Luca Rosaati è Delegato AIS Todi-Orvieto e Direttore di Corso, legato da un rapporto di solida amicizia e stima professionale con il Presidente regionale Sandro Camilli, a sua volta un’autorità nel panorama italiano. In Umbria l’AIS è nata quasi cinquant’anni fa, ha in attivo un migliaio di soci, suddivisi in 7 delegazioni territoriali, guidate appunto da Camilli, a capo di un’organizzazione complessa che ogni anno chiude in attivo i bilanci, organizzando corsi professionali, master ed eventi anche di rilievo nazionale.
Come è cambiata la cultura del vino in Umbria? “La cultura della vite e del vino nella nostra regione – risponde Rosati – c’è dalla notte dei tempi. Ssiamo i custodi e gli ambasciatori nel mondo di vini straordinari, pensate all’Orvieto Classico, alle muffe nobili del lago di Corbara, al Grechetto di Todi, al Montefalco Sagrantino, al Torgiano Rosso Riserva, a tutte le ultime denominazioni di origine che sono nate di recente. Il salto si è iniziato a percepire nei calici agli inizi degli anni 90, quando numerosi produttori di uve e di vino hanno iniziato a cambiare il loro modus operandi, modificando i sistemi di impianto nel vigneto, inserendo nuove figure in vigna e cantina, agronomi ed enologi in primis, introducendo l’uso dei legni e di tecnologie finalizzate ad ottonere vini di grande qualità‘.
Quali sono le pecularità del territorio? “La nostra area geografica è davvero interessante dal punto di vista enologico: vitigni a bacca bianca e a bacca rossa trovano qui un microclima particolare, però la nostra terra è soprattutto votata alla produzione di Grechetto di Todi, con una decina di aziende che da circa un decennio producono bianchi di grande qualità e spessore conquistando ogni anno riconoscimenti di prestigio nelle più importanti guide enologiche nazionali”.
Nel territorio della delegazione l’AIS organizza iniziative a Todi in collaborazione con l’Istituto Agrario e, ad Orvieto, presso il Palazzo del Gusto. Il sogno di Luca l’Evangelisa? “Vorrei che tutti i produttori di questa micro zona – confida Rosati – potessero fare squadra, affinché non cresca soltanto la singola azienda ma tutto il territorio: solo muovendosi insieme si possono fare grandi cose”.