Umbra Acque comunica che, dai monitoraggi interni, emergono dati preoccupanti sui bassi livelli delle falde acquifere da cui originano i principali acquedotti a servizio del territorio gestito, tanto più se rapportati con il corrispondente periodo degli anni precedenti.
Situazione che risulta generalizzata sia per i grandi sistemi di adduzione che per le piccole sorgenti locali. I dati dei monitoraggi, in particolare, videnziano una discreta condizione idrogeologica solo per i principali acquiferi alluvionali (Piosina, Riosecco, Petrignano, Cannara). Le pregiate sorgenti appenniniche e i grandi pozzi su sistemi carbonatici mostrano scarse portate naturali e bassi livelli piezometrici rispetto al periodo, con valori di poco migliori rispetto alle crisi idriche del 2007 e del 2012. Le piccole risorse, rifornite da ridotti bacini e quindi più vulnerabili, presentano già ora condizioni invece generalmente riscontrabili a fine estate.
Lo stato degli acquiferi è imputabile alla scarsità delle precipitazioni in un periodo in cui, invece, l’apporto delle precipitazioni è fondamentale per la ciclica ricarica delle falde in vista della stagione estiva.
Oltre a questo, l’aumento inevitabile dei consumi che segue all’innalzarsi delle temperature, ed è legato anche all’aumento delle presenze turistiche sul territorio, può rappresentare per i prossimi mesi una seria criticità e far temere l’emergenza idrica.
Dal lato infrastrutture, le opere realizzate negli ultimi anni e che garantiscono interconnessione fra i principali sistemi acquedottistici consentono, in situazioni di necessità rispetto alle fonti disponibili localmente, di poter effettuare integrazioni e regolazione delle portate.
In alcune realtà territoriali locali dove i sistemi sono per loro natura isolati, l’impatto negativo della mancanza di precipitazioni e la riduzione di disponibilità idrica possono essere attenuati solo con apporto tramite autobotti.
In questo scenario, Umbra Acque si sta comunque adoperando per ridurre al minimo eventuali disagi.
Da un lato si stanno aumentando le manutenzioni straordinarie agli impianti ed alle reti di adduzione in modo tale da mantenere un alto livello di efficienza; dall’altro si sta procedendo con le attività di ricerca e contenimento perdite.
Proprio in tema di perdite è da segnalare che a partire dal 2016 nel Programma degli Interventi approvato dalle ATI, è previsto uno specifico capitolo per le attività di ricerca perdite e sostituzione linee dell’importo annuo di 2,5 M€. Ciò ovviamente non è risolutivo ma sicuramente rappresenta una inversione di tendenza in questo settore storicamente privo di idonee coperture finanziarie.
È auspicabile infine che anche gli utenti finali del servizio, tanto più nel periodo estivo, contribuiscano fattivamente a preservare la disponibilità di acqua, adottando buone pratiche e facendone un uso responsabile, evitando sprechi per il lavaggio di piazzali e vialetti, il riempimento di piscine, l’innaffiamento di prati e giardini, il lavaggio a casa di autoveicoli.