Nel mese di luglio 2017 sono ripresi gli scavi archeologici presso il sito del Vicus Martis Tudertium in Loc. Santa Maria in Pantano a Massa Martana; le indagini vedono impegnati archeologi e studenti della Drew University (New Jersey, USA) sotto la direzione scientifica del Prof. John Muccigrosso, la collaborazione della Prof.ssa Sarah Harvey della Kent State University, con la concessione del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, la supervisione del Dott. Giovanni Altamore della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria e l’assistenza tecnica di Intrageo – Impresa Archeologica di Todi.
Le attività di scavo sono realizzate grazie al fondamentale contributo del Comune di Massa Martana, il quale ripone sempre maggiori aspettative nella prosecuzione delle ricerche, che già nel corso delle passate edizioni hanno fornito sempre nuovi ed interessanti risultati possibilmente rivolti anche a una possibile valorizzazione e fruizione dell’area. Le indagini finora effettuate e le prospettive di ricerca sembrano confermare il Vicus Martis Tudertium come uno dei siti archeologici più importanti dell’Umbria.
Il progetto mira a raggiungere i più alti standard di istruzione e ricerca accademica e prevede lo sviluppo di un’analisi dettagliata del patrimonio archeologico del comune sia attraverso l’impiego di metodologie tradizionali, sia di nuove tecnologie informatiche (GIS mapping) al fine di comprendere appieno lo sviluppo del territorio in età antica.
Il nome del Vicus è ben noto grazie alle attestazioni epigrafiche di epoca romana provenienti dagli immediati dintorni del sito oltre che dalla sua presenza lungo mappe ed itinerari antichi, come nell’esempio dei vasi di Vicarello, che contenevano una lista delle città lungo il percorso da Cadice a Roma, o nella Tabula Peutingeriana, una copia medievale di una carta geografica di età romana.
La rilevanza di questo insediamento giustifica pienamente questa nuova campagna di scavo in atto, dalla quale si prevede di ottenere informazioni inedite e fondamentali per la ricostruzione della storia del sito.
L’abitato sorgeva presso una diramazione della via Flaminia che si collegava al percorso dell’altro importante tracciato stradale rappresentato dalla Via Amerina e quindi alla città di Tuder-Todi.
Durante l’ultima campagna di scavi effettuata nel 2014 era stato messo in luce un importante edificio inquadrabile entro un arco cronologico che va dal IV al V sec. d.C., perno del settore principale dell’insediamento, almeno nelle sue ultime fasi di vita.
Le attuali indagini interesseranno, questa volta, una parte dell’area sepolcrale, pertinente all’abitato romano dell’insediamento.
La possibilità di svolgere indagini su una determinata tipologia di insediamenti costituisce un importante occasione di conoscenza e valorizzazione dei vici, impianti abitativi spesso di modesta entità ma che, sorgendo intorno a snodi fondamentali di comunicazione, potevano ospitare anche complesse strutture produttive, ricettive, cultuali. L’iniziativa, inoltre, si inserisce in un più vasto programma di valorizzazione del territorio di Massa Martana e dei comuni limitrofi situati lungo la Via Flaminia, allo scopo di migliorare la fruizione dei luoghi d’importanza storico-archeologica.
- Redazione
- 8 Luglio 2017
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