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Gli interventi di partiti, associazioni e comitati al Consiglio comunale aperto hanno messo sotto accusa istituzioni, persone e procedure
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A Todi il Consiglio comunale aperto sul depuratore ha visto l’intervento di cinque associazioni, comitati o partiti politici. Tutti contrari alla localizzazione della struttura alla Cascianella. Una posizione espressa con toni e sfumature più o meno forti e sempre preceduta dalla premessa di ritenere comunque indispensabile la realizzazione di un nuovo sistema di depurazione a servizio della città.

Il primo a prendere la parola è stato il Movimento 5 Stelle, rappresentato da Diego Giorgioni, il quale ha ribadito la posizione già rappresentata durante la scorsa campagna elettorale, soffermandosi in particolare sulla mancata concertazione che avrebbe portato ad ignorare, a prescindere, le osservazioni contrarie a quanto era già stato deciso.

Secondo intervento quello di Federica Ursini, neo presidente dell’associazione “Oltre la Rocca”, che ha definito “inquietante” la lettera con la quale l’ex sindaco Carlo Rossini, biasimato per la sua assenza, indicò per il depuratore il sito “già compromesso” della Cascianella in luogo di quello fino ad allora previsto di Camagna. La Ursini ha concluso citando una dichiarazione alla stampa dell’allora primo cittadino nella quale parlò di “una soluzione tecnicamente avallata”, ammettendo quindi lui stesso che la scelta fu di natura politica.

Ancora più dura la posizione di Toni Aiello (Lega Nord), il quale ha attaccato duramente Umbra Acque e l’ex sindaco Rossini per la loro assenza al Consiglio comunale Grande, assenza additata come una fuga dalle proprie responsabilità di fronte ai cittadini. Aiello ha poi ironizzato sui resti archeologici di Porchiano, individuato come sito originario del depuratore e focalizzato l’attenzione sui rischi idrogeologici impliciti nella soluzione della Cascianella.

Quarto intervento, pacato ma non meno fermo, quello di Stefano Torricelli, in rappresentanza del Comitato di Pontenaia, il cui abitato è interessato dalla realizzazione di una stazione di pompaggio dei reflui, inclusa nell’area a tutti nota per essere soggetta storicamente all’esondazione del torrente Naia, come testimoniato dalle stesse sbarre poste lungo la strada per provvederne alla chiusura nel caso di alluvione. Torricelli ha messo in guardia circa i danni prodotti alle attività economiche della zona ma anche agli enormi rischi di inquinamento ambientale.

Il Comitato “No Cascianella” ha parlato a due voci. La prima è stata quella del geologo Gianluca Bencivenga, il quale si è soffermato prima sull’illogicità di una tale imponente realizzazione all’interno di un’area critica, perché già in frana e poi, in seconda battuta, sull’inutilità dei futuri rilievi sulla stabilità del versante prospettati dalla “super perizia” di Umbra Acque, in quanto dovevano essere stati posti in essere negli anni precedenti e non dopo la costruzione del depuratore.

Ha parlato infine Mauro Giorgi, portavoce del comitato e promotore di una raccolta di 1.200 firme. L’ex consigliere comunale ha avuto parole durissime per l’arroganza di Umbra Acque e dell’ex sindaco Rossini, soffermandosi poi sul fatto che esisterebbero gli estremi per invalidare la gara di appalto, essendo stato il progetto profondamente cambiato rispetto alle caratteristiche che aveva all’aggiudicazione.
Giorgi ha chiesto infine chiarimenti di compatibilità-legittimità in merito alle collaborazioni intercorse tra il “super perito” nominato da Umbra Acque e lo studio di progettazione del depuratore (il cui lavoro lo stesso è stato in qualche modo chiamato a valutare) e, soprattutto, tra il funzionario responsabile della gara di appalto e la società che si è aggiudicata la realizzazione, della quale sembrerebbe sia diventato successivamente collaboratore.

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