Giornata di sciopero oggi davanti allo stabilimento della Perugina a San Sisto di Perugia, da parte dei dipendenti dell’azienda dove si produce il Bacio Perugina. Lo sciopero è la risposta dei lavoratori all’intenzione dell’azienda Nestlè di licenziare ben 364 dipendenti (quasi la metà visto che vi lavorano in circa 800). Da questa mattina presto, un presidio di protesta ha bloccato anche la strada nei pressi della fabbrica. “La Perugina deve appartenere alla città di Perugia”, ha detto Carla Casciari (Partito democratico).
“Questa mattina – prosegue – ho preso parte al presidio indetto dalle sigle sindacali davanti allo stabilimento di San Sisto in concomitanza all’incontro promosso a Roma presso la sede del ministero dello Sviluppo economico. La Perugina è uno dei simboli della nostra città, un patrimonio, non solo economico, che va difeso non solo dalla politica ma da tutta la società civile perugina”.
“La sua fondatrice, Luisa Spagnoli – continua Casciari – è considerata una delle prime imprenditrici in Italia, donna creativa ed intraprendente. Presidieremo politicamente l’evolversi della vertenza ed il rispetto del piano presentato nel 2016, affinché vengano assicurate garanzie di piena produttività allo stabilimento di San Sisto. Ma – conclude – dalla città di Perugia mi aspetto una mobilitazione importante e partecipata in difesa di un simbolo della peruginità”.
Anche il consigliere Claudio Ricci, interviene sulla vicenda: “Dalla Nestlè poche risposte sullo stabilimento di San Sisto. Dopo un anno il “piano di rilancio” dello stabilimento Perugina di San Sisto, da parte del Gruppo Nestlé, dove si producono anche i Baci Perugina, sembra dover “subire” altre modifiche con ipotesi di ridimensionamenti incisivi in termini di posti di lavoro.
Il Bacio Perugina, per la sua storia, il nome assonante alla città di Perugia (Capoluogo dell’Umbria) e quindi “promotore dell’immagine regionale nel mondo”, deve rientrare in una proprietà “regionale” visto che la Nestlé ha dimostrato di “non credere realmente” alle potenzialità di questo prodotto la cui “identità” appartiene a Perugia e all’Umbria”.
“In una mozione propositiva (presentata in Consiglio Regionale) – dice Ricci – si chiede di intentare, nelle sedi istituzionalmente deputate (anche convocando un Consiglio Regionale straordinario nella fabbrica di San Sisto), e di concerto con tutte le sigle sindacali, ogni azione, in ambito italiano ed europeo, per “tutelare” tutti i posti di lavoro in particolare nello stabilimento di San Sisto in Perugia.
Inoltre bisognerebbe promuovere una iniziativa pubblica che coinvolga i principali imprenditori umbri e le loro categorie, aggregando risorse regionali, nazioni ed europee, nonché aprendo una “sottoscrizione pubblica” per costituire una Public Company (o struttura finanziaria similare) per riacquistare il marchio “Baci Perugina” e sviluppare adeguatamente l’azienda, nonché trasformarla anche in uno strumento di promozione di Perugia e dell’Umbria, sul piano culturale e turistico, nel mondo”.