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La Lega ritiene le ordinanze del Sindaco Maria Pia Bruscolotti contradditorie
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La Sindaca di Massa Martana Bruscolotti ci fa innaffiare l’insalata con l’acqua inquinata dei pozzi privati? Se lo chiede la Lega con una nota stampa con la quale sollecita l’Amministrazione comunale a fare chiarezza sulla questione dei pozzi privati inquinati dopo l’ultima ordinanza, la n. 85 del 1° agosto scorso.

“La rettifica della prima ordinanza (la n. 57 del 23 maggio 2018) appare quantomeno contraddittoria”, fa notare la referente territoriale della Lega, Luana Sensini Passero. Infatti nella stessa rettifica della Bruscolotti si legge: “Vista la lettera della società agricola Center Pig nella quale si chiede la modifica dell’ordinanza n. 57 del 23 maggio 2018 limitando il disposto divieto soltanto per l’utilizzo umano” ma “con rimozione del divieto di utilizzo dell’acqua ai fini irrigui” – in quanto l’Ausl Umbria 1 aveva comunicato al Comune di Massa Martana “la necessità di adottare un provvedimento ordinativo di divieto per usi connessi all’alimentazione umana (bere, cucinare, lavare verdura e frutta) – il sindaco ha cambiato la sua stessa prima decisione. “Pertanto con la rettifica alla sua stessa prima ordinanza”, afferma la leghista, “la Bruscolotti ha fatto retromarcia, ordinando solo “il divieto, con decorrenza immediata, di utilizzo dell’acqua proveniente dai pozzi di proprietà per gli usi connessi all’alimentazione umana (bere, cucinare, lavare verdura e frutta), stante il superamento dei parametri sia chimici sia microbiologici”.

“La questione è quindi rimasta “in sospeso” e mal si comprende perché il sindaco Bruscolotti”, aggiunge la Sensini Passero, “che pur inizialmente aveva preso un provvedimento a maggior tutela della salute della cittadinanza (con l’ordinanza n. 57),  è poi tornata sui suoi passi. Eppure il sindaco dovrebbe considerare l’ipotesi che potrebbero esserci dei cittadini che usano l’acqua dei propri pozzi anche per irrigare gli ortaggi, soprattutto in virtù del fatto che quest’estate l’acqua pubblica è spesso mancata e continua a mancare: pertanto non è chiaro come con l’acqua estratta dai pozzi privati sia vietato lavare la verdura ma la si possa, invece, innaffiare”. “Nella sua prima ordinanza”, ricorda la Sensini Passero, “il sindaco aveva infatti scritto”: “Ritenuto necessario, al fine di tutelare la salute pubblica e la privata incolumità, il divieto assoluto di emungimento delle acque provenienti dai pozzi in argomento per usi connessi all’alimentazione umana (bere, cucinare, lavare verdura e frutta) e per uso irriguo su prodotti destinati ad uso alimentare fino all’adozione di idonei sistemi di trattamento con i quali si accerti il ripristino della conformità dei parametri chimici e microbiologici di potabilità stabiliti dal D. Lgs n. 31/2001 e ss.”

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