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Raccogliamo con interesse le osservazioni sul tema dell’unificazione degli enti tuderti di assistenza. Mentre non riteniamo si possa interloquire con chi, non avendo argomenti, ci offende, merita rispetto chi si pone legittimamente una domanda sull’utilità dell’unificazione.
Intanto è chiaro che il tema non si possa semplicemente ridurre al risparmio che si avrebbe dalla soppressione di un Consiglio di amministrazione, anche se la situazione attuale vede la presenza di più amministratori che dipendenti negli uffici, tra l’altro tipica degli enti inutili o da sopprimere. I maggiori vantaggi, infatti, si avrebbero dalla gestione unificata sia dei servizi che dei patrimoni per i meccanismi delle “economie di scala” sul versante della spesa e della “ottimizzazione dei proventi patrimoniali” sul versante dell’entrata.
È evidente che dal punto di vista dei costi  avere una gestione unica delle grandi voci di spesa (appalti e gestione dei servizi, spese di funzionamento, fitti passivi, costi del personale e di eventuali figure dirigenziali, consulenze ecc.) porterebbe ad una loro sostanziosa razionalizzazione.
La gestione unificata del patrimonio immobiliare e in particolare dei terreni agricoli su scala più grande  consente, come già in parte sperimentato, di ricavare maggiori proventi da destinare all’erogazione di servizi socio-sanitari o socio-assistenziali. A ciò si aggiunga un fatto sostanziale. L’Etab è diventato un ente la cui attività principale appare quella di erogare contributi e sussidi. Oltre alla gestione e manutenzione del Tempio della Consolazione, infatti, l’unico vero servizio di cui è titolare e che eroga risulta essere  quello del Gruppo famiglia (da 3/5 posti letto). La Veralli Cortesi, dall’altra parte,  produce  ed offre un servizio di Residenza protetta per anziani non autosufficienti da 75 posti letto, fra i più importanti dell’Umbria. Unire il know-how della Veralli Cortesi a quello di Etab, consentirebbe di dar vita ad un Azienda di Servizi alla Persona (ASP) in cui si fonderebbero capacità, esperienze, professionalità, pur nell’assoluto rispetto delle singole finalità istituzionali disciplinate dagli statuti originari o tavole di fondazione, come espressamente previsto dalla legge regionale. Il riordino delle IPAB diverrebbe così una riforma razionale degli enti tuderti e vedrebbe la presenza in città di un’unica ASP, ente pubblico, e di un’unica Fondazione, ente di diritto privato. Va ricordato a tal proposito che fra le finalità statutarie dell’Etab vi è quella di sostenere ed aiutare bambini, adolescenti e giovani. Finalità che ad oggi si realizza in maniera molto parziale, se non attraverso singole iniziative quali contributi e borse di studio, tra l’altro per una spesa complessiva poco significativa, se non andiamo errati. Al contrario l’unificazione  ed un’Amministrazione lungimirante potrebbero  realmente dar luogo alla creazione di nuovi servizi strutturati: pensiamo ad esempio ad un servizio per sostegno a giovani con disabilità, per autistici o a vittime di bullismo ed altro. Servizi che ad oggi nella nostra Zona sociale sono svolti da soggetti privati del terzo settore o da enti ecclesiastici e che invece avrebbero dovuto e dovrebbero essere perseguite anche da Etab. Unificare non significherebbe pertanto disperdere il senso più alto dei due Enti, ma creare le condizioni per perseguire in maniera più efficace (più risultati) ed efficiente (a costi minori) gli scopi istituzionali per i quali sono nati.

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