I lavori sulla Perugia – Ancona sono fermi per la crisi finanziaria di Astaldi SpA (in concordato preventivo), società incaricata di realizzare i lavori della strada che non è stata completata e che rischia di non essere finita. Le imprese edili che hanno partecipato alla realizzazione della strada, sono sull’orlo del fallimento, in quanto vantano crediti milionari nei confronti di Astaldi, che non è in grado di pagare.
Il presidente di Ance Umbria, l’Associazione Regionale dei Costruttori Edili dell’Umbria, Stefano Pallotta, ha convocato un incontro a cui ha invitato a partecipare tutti i parlamentari umbri, al fine di mettere in luce i gravi problemi che stanno coinvolgendo decine di imprese e circa un migliaio di lavoratori.
Nel suo intervento, Stefano Pallotta, ha esordito dicendo che scopo dell’incontro è di “lanciare un grande grido di allarme sulla vicenda della realizzazione dell’infrastruttura PERUGIA-ANCONA, a seguito della ammissione alla procedura di concordato preventivo del Contraente Generale Astaldi Spa, e sulla situazione delle imprese che hanno lavorato nel cantiere”.
“Era stata promessa ricchezza al territorio attraversato dal progetto quadrilatero – ha detto Pallotta – non rovine e distruzione! Intanto chiariamo che con soldi pubblici l’Anas, insieme alla Regione dell’Umbria e alla Regione Marche, alle Camere di Commercio di Perugia, Ancona e Macerata, alla Provincia di Perugia e di Macerata, ha dato vita nel 2003 (15 anni fa!!!) ad una società di progetto per realizzare i lavori della nuova viabilità tra le due regioni, la Quadrilatero Spa.
Tre anni dopo, nel 2006, la Quadrilatero Spa, in qualità di stazione appaltante, ha sottoscritto un contratto con un consorzio di imprese che in poco più di 3 anni avrebbe dovuto completare i lavori: è troppo facile intanto sottolineare come si siano accumulati appena dieci anni di ritardo, visto che i lavori oggi sono fermi e sono ancora lontani dall’essere completati.
Questo ritardo è il primo e forse più pesante risultato negativo per tutti i cittadini e per l’intera economia dei nostri territori. Nel corso di questi anni abbiamo assistito ai fallimenti delle imprese che si sono succedute nei rapporti con Quadrilatero, prima di Baldassini Tognozzi Pontello, poi di Impresa spa e ora siamo alle difficoltà di Astaldi spa. Stesso film e purtroppo stesse conclusioni drammatiche per le imprese, i lavoratori e le famiglie del territorio”.
“Purtroppo dobbiamo constatare – prosegue Pallotta – che, nelle diverse ricostruzioni e nelle molte prese di posizione, si cerca di sorvolare sul reale svolgimento dei fatti, sulle sostanziali responsabilità e sulla inadeguata capacità di controllo da parte dei poteri pubblici. Solo colpa del destino cinico e baro se ci troviamo ancora una volta in una condizione che rischia di portare un durissimo colpo all’economia ed ai livelli occupazionali dei nostri territori? Si vuol dire forse che è responsabilità di quei fornitori e di quegli esecutori dei lavori così ingenui ed incapaci di leggere ed accettare le moderne dinamiche dell’economia globalizzata?
Non ci sono per caso riflessioni da fare, o forse addirittura indagini, sui meccanismi di affidamento dei lavori, sulla congruità degli importi messi a gara e su quel forsennato sistema di scatole cinesi che come unico risultato hanno portato in passato e rischiano di nuovo di portare al fatto che gli unici che hanno lavorato, regolarmente, nei tempi e nei modi giusti, potrebbero non essere pagati?”
“La forma – dicono – è salva ma la sostanza è che i lavori sono in forte ritardo, sono fermi e non sono completati, le imprese che hanno davvero lavorato e fornito materiali non sono state pagate! Ci risiamo: “l’operazione è riuscita ma, purtroppo, il paziente è morto”.
Ora, da più parti, si auspica la ripresa dei lavori. Sentiamo parlare, giustamente, della priorità di riprendere al più presto i lavori interrotti e consegnare – finalmente, dopo tanto ritardo – una opera di grande importanza per la collettività. Ma non si capisce bene come si vorrebbero riprendere i lavori. Anzi, come si pensa debbano ancora una volta riprendere i lavori gli unici che hanno lavorato davvero e che non sono stati pagati. Questa volta siamo in presenza di una novità con la quale si dovrà fare i conti: le imprese in questione non solo non vogliono ma non sono materialmente in grado di riprendere i lavori senza avere assicurazioni certe sui propri crediti, così potendo allentare la morsa finanziaria ed economica che le attanaglia”.
“In particolare – ha concluso Pallotta – chiedono che ogni discorso in merito alla ripresa del cantiere – per la quale offrono comunque ampia disponibilità – contempli anche e prioritariamente la risoluzione del grave problema ingenerato dal concordato preventivo di Astaldi: per una volta, ripetiamo forse per la prima volta, si abbandoni il cinismo del fatto compiuto e si cerchi di dare una risposta a chi ha lavorato e, non capisce perchè, non è stato pagato”.