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Avviata la discussione in Consiglio Regionale per l’approvazione del Documento di economia e finanza che prevede investimenti pubblici per circa 54 milioni di euro
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L’Assemblea legislativa dell’Umbria ha iniziato l’esame del Documento di economia e finanza regionale 2019-2021.

L’economia umbra – secondo la scheda presentata dal governo regionale – dopo la crisi, sta reagendo positivamente. Nel 2018 i dati, le stime e le indagini mostrano tutte andamenti positivi, ma anche la necessità di lavorare per aumentare il valore aggiunto delle imprese. Un’indagine di Unioncamere mostra un aumento della produzione del 2,7 per cento; l’export cresce del 7,4 per cento nel 2017 e del 5,6 nel primo semestre 2018; le presenze turistiche aumentano nei primi 8 mesi del 2018 dell’11,7; l’occupazione cresce dell’1,5 per cento nel secondo semestre 2018, mentre la disoccupazione cala del 14,9; i prestiti del settore produttivo aumentano del 5,4. Dati congiunturali che inducono a un cauto ottimismo. Dal 2014-2015 ci sono segni di ripresa produttiva, dell’export, dell’occupazione. Torna a crescere anche la produttività, in particolare nel manifatturiero.

Gli indirizzi del defr per il 2018 puntano ad un rafforzamento delle politiche di riforma istituzionale, con l’avvio del percorso dell’autonomia selettiva dell’ex articolo 116 della Costituzione; ad un utilizzo dei fondi strutturali nei settori produttivi, con internazionalizzazione e innovazione, qualità nell’agricoltura e posizionamento dell’immagine turistica; ad investimenti per lo sviluppo sostenibile nella programmazione del territorio, le infrastrutture, gestione efficiente dell’energia e dei rifiuti; ad un miglioramento del sistema di welfare regionale, centrato nel nuovo piano sanitario che è l’obiettivo fondamentale nel prossimo anno; alla sfida della programmazione integrata territoriale, con la gestione dell’agenda urbana, delle aree interne e dell’Iti del Trasimeno, che hanno dati sul target di spesa migliori di quello che si pensava. Senza dimenticare l’emergenza, la ricostruzione e la ripartenza economica delle aree colpite dal sisma, che l’anno prossimo vedrà la partenza delle opere pubbliche. Tema centrale la programmazione 2021-2027. Quella 2014-2020 mostra dati interessanti: su oltre un miliardo e mezzo di euro a disposizione per le politiche regionali di sviluppo, le risorse impegnate sono 736milioni di euro e le pagate 304milioni.

Rilevante l’intesa raggiunta in conferenza stato-regioni per la definizione delle modalità del concorso della Regioni agli obiettivi di finanza pubblica, che sblocca circa 800milioni a livello nazionale per investimenti. L’accordo prevede lo scambio di una quota di avanzo sul pareggio di bilancio con la possibilità di spesa per investimenti orientando l’avanzo delle Regioni al rilancio e all’accelerazione degli investimenti pubblici. In particolare per l’Umbria si tratta di 53,9 milioni per il rilancio degli investimenti aggiuntivi: 3,6 milioni per la messa in sicurezza degli edifici, compreso il miglioramento e l’adeguamento sismici; 25,8 per la prevenzione del rischio idrogeologico e tutela ambientale; 10,4 milioni per viabilità e trasporti; 7,7 per l’edilizia sanitaria e l’edilizia pubblica residenziale; 6,2 per le imprese, puntando su ricerca e innovazione. Inoltre l’intesa prevede la salvaguardia integrale dei trasferimenti per le politiche sociali; la realizzazione dell’obiettivo di finanza pubblica richiesto dalla manovra; lo sblocco dell’utilizzo dell’avanzo di amministrazione; lo sblocco degli investimenti sul fondo per il finanziamento degli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale.

In questo contesto il BILANCIO 2019-2021 non prevede alcun aumento della pressione fiscale e manterrà le agevolazioni fiscali esistenti; prevede il contenimento e la riduzione delle spese correnti e di funzionamento per favorire la riqualificazione della spesa regionale a favore degli investimenti; la riprogrammazione delle quote di cofinanziamento regionale per la programmazione comunitaria 2014-2020 per garantire il conseguimento dei target intermedi di spesa dei programmi; la riduzione ulteriore del livello di indebitamento.

Nella relazione di maggioranza Andrea Smacchi (Pd) evidenzia che: “Questa è una manovra espansiva, con importanti interventi nei settori più strategici per lo sviluppo regionale. Si tratta dell’ultimo vero atto organico di programmazione economica di questa maggioranza di governo. Il Defr evidenzia un BILANCIO SANO che prevede la RIDUZIONE DELLA PRESSIONE FISCALE e nuove possibilità di investimenti pubblici per circa 54milioni di euro concentrando le maggiori risorse in politiche economiche e di sviluppo. Inoltre si prevede: nessuna nuova tassa, il mantenimento delle agevolazioni fiscali esistenti e la riduzione del 50 per cento dell’aliquota Irap alle aziende pubbliche per il servizio alla persona con uno sgravio, a partire dal 2019, di circa 180mila euro. La grande novità di questo Defr è la possibilità di fare INVESTIMENTI AGGIUNTIVI nel triennio 2019 – 2021 per 54milioni di euro di cui 17milioni già nel 2019, e gli altri spalmati sull’intero triennio. Investimenti aggiuntivi rispetto a quelli programmati, che hanno l’obiettivo di sostenere il sistema economico e soprattutto l’edilizia. Si tratta di una ripartenza significativa degli investimenti pubblici, per la manutenzione straordinaria della viabilità e interventi di prevenzione del dissesto idrogeologico e di messa in sicurezza del territorio. Le azioni previste da Defr si inseriscono in una SITUAZIONE economico-occupazionale caratterizzata per la nostra Regione da segnali di ripresa e di positivo dinamismo. Bankitalia e Istat forniscono dati che conducono ad un cauto ottimismo. La manovra privilegia strumenti e politiche finalizzati a PROMUOVERE LA CRESCITA E LA COMPETITIVITÀ dell’Umbria in tutte le sue componenti. Obiettivo principale del documento è di investire sulle eccellenze e sulle competenze presenti in Umbria. Da qui l’innovazione e la sostenibilità come costitutivi della visione dell’Umbria del futuro, in stretta sinergia e compatibilità tra cultura, turismo e manifattura. L’obiettivo è sostenere la crescita della produttività del sistema economico regionale. Il CONTESTO POLITICO nazionale in cui si colloca questo DEFR è CONFUSO E PIENO DI INSIDIE. La legge di bilancio del governo è ad oggi una legge fantasma. In questo quadro complesso e confuso si colloca la nostra manovra di bilancio, una manovra chiara nelle sue linee guida e solida per ciò che attiene ai conti. Per rilanciare occupazione e sviluppo bisogna investire in infrastrutture, favorire gli investimenti delle imprese, proseguire ad investire nella cultura, nell’ambiente ed in altri settori strategici per la nostra regione”.

Nella relazione di minoranza, Maria Grazia Carbonari (M5S) ha dichiarato: “Voto contrario ad un documento politicizzato: un libro dei sogni e che non si capisce. Un Defr di 105 pagine dalla cui lettura non si ricavano dati importanti per poter fare valutazioni sulla politica regionale. Un documento pieno di tante promesse nel quale però non si trovano elementi che danno un indirizzo. Nel Defr 2017-2019 c’erano tabelle che indicavano come si dividevano i vari capitoli di spesa e le azioni di governo. In questo non ci sono. Delle 105 pagine del Defr il 90 per cento sono solo di testo. Tracciando il quadro macroenocmico, per la prima volta si fa allarmismo, con scenari forti sul futuro per attaccare il nuovo Governo. Finché c’era il governo Pd nulla. Sono ATTI CON UN TAGLIO POLITICIZZATO. Quando si passa all’economia regionale si riportano solo dati per dare un quadro positivo. Ma I DATI REALI SONO DIVERSI. Da mesi in questa Aula è iscritta la relazione della Presidente sull’attuazione del programma da parte della Giunta, ma è assurdo discutere del futuro se non parliamo di quello che abbiamo fatto. Fa tutto la Giunta, allora meglio abolire l’Assemblea legislativa: gli atti sono fermi in Commissione, di quelli approvati si perde traccia. Secondo molti studi l’Umbria va peggio di altre Regioni in termini di occupazione e Pil. La Regione, che ha ha due società partecipate come Sviluppumbria e Gepafin potrebbe fare di più per sostenere le imprese, in particolare le pmi. L’Umbria non è uscita dalla SPIRALE NEGATIVA. L’accesso al credito è diventato ancora più difficoltoso. La Regione avrebbe potuto aiutare il settore edilizio che è in grande crisi: il M5S aveva proposto di investire, come Regione, attraverso l’Ater per acquistare alloggi popolari. Si parla di trasparenza, ma delibere e atti di Giunta non si riescono a scaricare ancora. Si chiede al governo maggiore autonomia: siamo favorevoli purché non diventi un pretesto per gestire soldi e clientele in modo ancora più opaco. Positivo l’accordo in Conferenza Stato-Regioni in cui c’è stato l’impegno delle Regioni per realizzare una mole rilevante di investimenti. Ma nel Defr nelle macrocategorie previste servirebbe un maggiore dettaglio per capire quello che volete fare”.

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