Non è mancata occasione solo poco tempo fa, in relazione alle cerimonie di inaugurazione dell’anno giudiziario, di sottolineare in tutte le Corti di Appello del Paese la gravità di uno dei mali che sta affliggendo la Giustizia italiana: la “lentezza” assurda dei processi!
E quasi simbolo “beffardo” di questa situazione suona l’ulteriore rinvio sancito dal Tribunale di Roma, Sezione Seconda Civile (R.G. 66975/17) al 26 novembre 2019 per una signora che oggi avrebbe 104 anni ma è morta due anni fa!
La Signora Maria Carmela Conte, classe 1915, originaria della Sicilia, aveva iniziato nel 2017, a 102 anni appena compiuti, una causa contro Poste italiane innanzi al Tribunale Civile di Roma per il rimborso di un buono postale fruttifero emesso nel 1951 con il valore nominale di lire 5000 (eredità del marito) e che oggi, con il favore degli interessi legali, della rivalutazione e della capitalizzazione, vale circa 160 mila euro.
Poco tempo dopo la notifica dell’atto di citazione la donna muore, ma la lenta macchina della Giustizia continua ad andare inesorabilmente avanti, appesantita da cambiamento di avvocati, giudici, e vari rinvii, e con prossima udienza fissata al 26 novembre 2019 ore 10, Seconda Sezione del Tribunale Civile di Roma.
Lei, naturalmente, a quella udienza non potrà presenziare ma presenzieranno i suoi eredi, quegli stessi eredi che tramite le Avvocatesse Valentina Biagioli e Sara Gitto del Foro di Roma, agiranno giudizialmente, ai sensi della Legge Pinto, contro il Ministero della Giustizia davanti alla Corte di Appello di Perugia.
Da sottolineare che recentemente, in alcune pronunce, la Corte di Cassazione ha elevato da 500 a 1000 euro l’indennizzo dovuto per il cittadino per ogni anno di ritardo.
In fondo mai come in questo caso vale il principio che “giustizia ritardata è giustizia negata” e che, a volte, aspettando i tempi della giustizia si fa in tempo anche a morire.